ministero della salute
08 Luglio 2024Per l’associazione degli Imprenditori Canapa Italia il Decreto Ministeriale che inserisce il cannabidiolo nella tabella Medicinali è un grave ritorno al passato e annuncia un nuovo ricorso e la richiesta a Iss e Css di fornire i pareri
Il provvedimento del ministero della Salute (DM 27 giugno 2024) che inserisce le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo (CBD) ottenuto da estratti di cannabis nella tabella B dei medicinali, ha immediatamente sollevato forti preoccupazioni e critiche tra i professionisti del settore: è “un significativo passo indietro per l’industria della canapa in Italia”. L’associazione degli Imprenditori Canapa Italia annuncia un nuovo ricorso e la richiesta a Iss e Css di fornire i pareri favorevoli a supporto del decreto.
Iter dei decreti tra revoche e sospensive
L’associazione sottolinea che il “Decreto del 27 giugno 2024 è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti e pareri istituzionali che hanno avuto inizio nel 2020”. Ricorda, infatti, che il 1° ottobre 2020, “un decreto simile aveva cercato di aggiornare le tabelle contenenti le sostanze stupefacenti e psicotrope, includendo il CBD nella sezione B della tabella dei medicinali, soggetto quindi a prescrizione medica non ripetibile (RNR). Tuttavia, l’entrata in vigore di questo decreto è stata sospesa il 28 ottobre 2020, a causa delle richieste di ulteriori approfondimenti tecnici da parte delle autorità sanitarie”.
Successivamente, il 7 agosto 2023, un ulteriore decreto ministeriale è stato emesso per revocare la sospensione del 2020 e ripristinare l’inserimento del CBD nella tabella B. “Anche questo decreto – ricorda l’associazione - è stato sospeso dal TAR del Lazio con decreto n. 6652/2023 pubblicato il 5 ottobre 2023, che ha accolto la nostra istanza cautelare di sospensione del decreto, rilevando che la motivazione del decreto “appare priva della richiesta integrazione istruttoria da parte del Consiglio Superiore di Sanità e non sufficientemente chiara in ordine ai concreti pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica”. Questo punto critico – sottolinea l’associazione - ha evidenziato come le basi del decreto fossero considerate fragili e non completamente supportate da un’analisi dettagliata”.
In esecuzione dell’ordine del giudice, il Ministero della Salute ha rinnovato l’istruttoria, inviando una nuova richiesta di parere sia all’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con nota prot. n. 99742 del 2023, che al Consiglio Superiore di Sanità (CSS), con nota prot. n. 37669 del 2024. I pareri aggiornati, acquisiti dall’ISS con nota prot. ex DGDMF n. 41457 del 17 maggio 2024 e dal CSS con prot. ex DGDMF n. 51657 del 19 giugno 2024, resi nella seduta dell’11 giugno 2024, hanno confermato la necessità di inserire il CBD nella tabella B dei medicinali.
Imprenditori Canapa Italia: chiederemo i nuovi pareri dell’ISS e CSS
“La nostra associazione si è opposta fermamente a questo decreto fin dal principio. Già l’anno scorso, siamo riusciti a bloccare un provvedimento simile grazie ad un’azione legale che ha portato alla sospensione del decreto del 1° ottobre 2020 e successivamente del decreto del 7 agosto 2023. La nostra battaglia è stata motivata dalla convinzione che tali misure restrittive siano ingiustificate e dannose per il settore. Alla luce dei recenti sviluppi, la nostra associazione chiederà immediatamente e formalmente i pareri dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Consiglio Superiore di Sanità (CSS). Se questi pareri sono favorevoli all’inserimento del CBD nella tabella B dei medicinali, contrasteremo tali decisioni, poiché vanno in direzione contraria a tutta la letteratura scientifica disponibile e contro le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della comunità europea sulla sicurezza del cannabidiolo. Le evidenze scientifiche internazionali, comprese quelle dell’OMS, dimostrano chiaramente che il CBD è una sostanza sicura senza rischio di abuso e dipendenza”. Gli operatori del settore, inoltre, sollevano “seri dubbi sul fatto che questa serie di manovre legislative possa essere volta a favorire indebitamente le case farmaceutiche, consegnando loro un mercato dal grande potenziale economico. Questa preoccupazione nasce dall’apparente intenzione del governo di restringere l’accesso al CBD attraverso la medicalizzazione forzata, un’azione che sembra avvantaggiare esclusivamente le grandi aziende farmaceutiche a discapito dei piccoli produttori e degli operatori del settore della canapa”.
Inoltre, annunciano l’intenzione di ricorrere “nuovamente, se necessario, per proteggere gli interessi del settore e garantire che le normative siano basate su solide evidenze scientifiche. Continueremo a monitorare da vicino l’evoluzione di questa situazione e a promuovere una regolamentazione che sostenga la crescita sostenibile dell’industria della canapa in Italia, tutelando al contempo la salute pubblica con misure proporzionate e razionali”.
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