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Politica e Sanità

19 Aprile 2019

Ccnl e direttore di farmacia, sindacato dipendenti: prevedere tutele a fronte di responsabilità


Ccnl, il ruolo del direttore di farmacia, soggetto a crescenti responsabilità e come tale bisognoso di maggiori tutele, è stato oggetto di dibattito durante l'evento Cosmofarama


Tra le tematiche su cui si intende richiamare l'attenzione nel confronto aperto sul rinnovo del contratto dei dipendenti di farmacia c'è anche quella della tutela del direttore. Una figura che, soprattutto a seguito della Legge Concorrenza, prenderà sempre più piede e che avrà un sempre maggiore carico di responsabilità, come emerge anche dalle modifiche apportate al Codice deontologico l'anno scorso, ma per la quale «è necessario iniziare ad avviare una riflessione all'interno della categoria e introdurre elementi di tutela nella contrattazione». È questo uno degli spunti che emergono dal workshop "Farmacisti non titolari e addetti del settore si confrontano sulle ultime normative che stanno modificando il mondo delle farmacie in Italia: possibilità, rischi e prospettive" organizzato nell'ambito di Cosmofarma venerdì da Fiafant, a cui ha partecipato, tra gli altri, Filcams CGIL nazionale, la sigla confederale di riferimento dell'associazione. Tante le tematiche al centro della riflessione e, non da ultimo, la preoccupazione per la valorizzazione della professionalità del farmacista e del servizio al cittadino. Da sfondo c'è il contratto nazionale dei dipendenti di farmacia privata, scaduto da oltre sei anni e al momento in attesa di un prossimo incontro del tavolo, e quello delle farmacie pubbliche, per il quale sembra essersi riavviata la macchina tra Assofarm e sigle confederali. Ma, nel dibattito, un focus è stato dedicato anche al direttore di farmacia, una via possibile di «carriera» per il collaboratore farmacista, soprattutto in aziende di più grandi dimensioni. Su cui, però, «proprio le modifiche apportate al Codice deontologico l'anno scorso dalla Fofi» ha spiegato Benedetta Mariani, presidente Fiafant, «hanno messo in luce alcune criticità». Il contesto è quello della legge Concorrenza che ha disgiunto la titolarità della farmacia dal farmacista iscritto all'Ordine e soggetto al Codice deontologico: «una titolarità non professionale non è sanzionabile da un punto di vista deontologico. E laddove non sia sanzionabile "l'azienda", il direttore è a tutti gli effetti il primo livello di responsabilità rispetto all'organizzazione e alla gestione della farmacia, in una parola, a quanto avviene in farmacia».
Ecco allora che «a fronte di questa grande responsabilità, il direttore è e rimane un dipendente e come tale è, a tutti gli effetti, sottoposto a gerarchia aziendale. È proprio il nuovo codice deontologico ad aver messo in evidenza la fragilità di questa posizione: quand'anche il direttore venga sottoposto a pressioni aziendali, atte a mettere in campo comportamenti non leciti e non deontologici, ha comunque l'obbligo di farne segnalazione all'Ordine. Il punto, però, che rileviamo è che se il direttore ha obblighi ben precisi, in quella posizione, è, al contempo, privo di tutele».

Questo è un tema «su cui occorre avviare una riflessione» all'interno della categoria: «bisogna pensare alla tutela di chi si prende la responsabilità di fare una segnalazione all'Ordine o a chi di dovere». Anche perché «i contratti nazionali scaduti da troppo tempo non tengono conto delle realtà nuove e delle tutele necessarie». E non a caso uno degli elementi che a livello sindacale si sta avviando «è di portare la questione all'interno del tavolo, per introdurvi qualche elemento di contrattazione». Allo studio c'è anche l'idea di «mettere nel contratto nazionale un riferimento alla recente legge su whistleblowing, che tutela il dipendente, pubblico o privato, che segnala dall'interno dell'azienda comportamenti illeciti», con una tutela rispetto a comportamenti discriminatori e a licenziamenti, con l'onere da parte del datore di lavoro di dimostrare che l'adozione di tali misure siano estranee alla segnalazione mossa dal dipendente. Si tratta di «un tema in espansione anche in Europa, con una direttiva europea in lavorazione».

Per quanto riguarda il rinnovo del contratto, dalla Filcams CGIL è stato ribadito l'impegno a «portare avanti sui tavoli contrattuali aperti» come si legge su Farmacie.Blog, di Fiafant, «le rivendicazioni di tutti i collaboratori di farmacia (farmacisti e non) e a sostenere gli strumenti anche di comunicazione e organizzazione messi in campo per coinvolgere i lavoratori nei percorsi di trattativa». A essere stato sottolineato è che nel corso degli interventi anche della parte datoriale a Comsofarma del contratto è stato fatto solo un «cenno, in riferimento alla necessità di formazione di tutta la squadra sottolineando come nel rinnovo i collaboratori vanno gratificati ma anche spinti a formarsi di più. I percorsi di formazione continua e l'assistenza sanitaria integrativa sono tra le richieste che fanno da tempo nella trattativa i sindacati confederali. Chi ha detto che i farmacisti italiani sono i più preparati d'Europa invece si è forse dimenticato che quelli che lavorano in farmacie non proprie (di chiunque siano) sono anche tra i più sottopagati».

Francesca Giani

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