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22 Dicembre 2022È stato proposto che nel trattamento del Covid-19 possa risultare particolarmente utile il ricorso a Fans caratterizzati da un'elevata liposolubilità, come ketoprofene sale di lisina (1). Questa caratteristica conferisce infatti al farmaco la proprietà di raggiungere con facilità il tessuto adiposo che si è visto essere sede di invasione da parte di SARS-CoV2 e fonte di attività pro-infiammatoria.
In questa prospettiva sono interessanti le osservazioni che emergono da uno studio recentemente pubblicato da un gruppo di ricercatori italiani coordinati da Saverio Cinti dell'Università di Ancona e che documenta come l'infiammazione del grasso viscerale e l'embolismo grassoso siano associati alla presenza di membrane ialine lipidiche a livello polmonare nei soggetti con Covid-19 (2).
I ricercatori sono partiti dall'osservazione che l'obesità viscerale aumenta il rischio di complicazioni del Covid-19 indipendentemente dal sesso, dall'età e dal BMI, essendo responsabile da sola del 20% dei ricoveri per Covid-19. È noto che l'obesità viscerale si correla strettamente a un'infiammazione cronica di basso grado, a ipercoagulabilità, a una compromissione della salute metabolica e a un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, tutti elementi considerati fattori di rischio per il Covid-19.
In occasione di un precedente studio preliminare gli autori avevano osservato la presenza di embolismo grassoso nel polmone di pazienti obesi deceduti per Covid-19, ipotizzando che tale caratteristica istopatologica potesse dipendere dallo stress subito dagli adipociti a causa dell'infezione da SARS -CoV 2. Hanno dunque effettuato una valutazione istomorfologica del tessuto adiposo viscerale, dei polmoni e del fegato di campione autoptici appartenenti a 19 soggetti con Covid-19 e a 23 soggetti non affetti da Covid-19, utilizzati quali controlli. Sebbene non vi fossero differenze fra i gruppi per quanto riguarda il BMI e le dimensioni degli adipociti, nei pazienti positivi al SARS-CoV2 è stata riscontrato una più elevata prevalenza di macrofagi CD68+ e di altri segni di stress o di morte degli adipociti.
Poiché l'infiammazione del tessuto adiposo viscerale si associata alla fuoriuscita di lipidi dagli adipociti morti, gli autori sono andati a cercare, trovandola, la presenza di lipidi a livello degli spazi interstiziali del fegato e dei polmoni, nei macrofagi, nelle cellule endoteliali e nei lumi vascolari. Ciò, spiegano gli autori, suggerisce una sindrome dell'embolia grassosa che risulta significativamente più prevalente fra i pazienti Covid positivi.
Da notare anche che segni di embolia grassosa erano più frequenti nei soggetti obesi, indipendentemente dalla diagnosi di Covid-19, suggerendo che tale condizione possa essere una complicazione dell'obesità che viene poi esacerbata dall'infezione da parte di SARS-CoV2. Inoltre i polmoni di tutti i soggetti con Covid-19 presentavano membrane ialine lipidiche, formazioni associate alla polmonite correlata al Covid-19.
Queste osservazioni hanno portato gli autori a concludere che le caratteristiche osservate potrebbero spiegare l'evoluzione sfavorevole del Covid-19 nei pazienti obesi.
Sulla base di queste osservazioni è ragionevole pensare che anche la liposolubilità del Fans sia fra i criteri da valutare nella scelta del farmaco da impiegare in un paziente con Covid-19. La scelta di utilizzare un Fans a elevata liposolubilità come ketoprofene sale di lisina potrebbe infatti contribuire a prevenire la progressione delle malattie virali respiratorie (1).
Articolo tratto dallo Speciale Infezioni respiratorie
22/12/2022
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