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emicrania

09 Dicembre 2025

Emicrania: patologia sottostimata che richiede diagnosi precoce e reti di cura

L’emicrania è una malattia neurologica complessa, ancora oggi spesso assimilata a un “semplice mal di testa”: in Italia il 46% dei soggetti con cefalea cronica aspetta oltre cinque anni prima di arrivare a un percorso terapeutico efficace


Emicrania: patologia sottostimata che richiede diagnosi precoce e reti di cura

L’emicrania è una malattia neurologica complessa, ancora oggi spesso assimilata a un “semplice mal di testa”, nonostante rappresenti la seconda causa di disabilità al mondo e colpisca circa un miliardo di persone, tre volte più frequentemente le donne tra i 25 e i 55 anni. Un impatto rilevante, che però rimane in gran parte sommerso: molti pazienti convivono per anni con attacchi ricorrenti senza ricevere una diagnosi adeguata o un trattamento specifico.
Un passaggio decisivo è arrivato nel 2020, con la Legge 81/2020, che riconosce la cefalea primaria cronica - emicrania compresa - come “malattia sociale invalidante”, aprendo la strada a progetti di presa in carico innovativi. 

L’identikit dell’attacco emicranico

Gli attacchi di emicrania sono caratterizzati da un processo articolato in più fasi. Ore prima della cefalea possono comparire segnali premonitori come stanchezza, irritabilità, sonnolenza o desiderio di dolci. Il dolore tipicamente pulsante dura da 4 a 72 ore, spesso unilaterale, associato a nausea, fotofobia e fonofobia. In alcuni casi compare anche l’aura, con disturbi visivi o sensitivi transitori. La fase di recupero può protrarsi fino a due giorni, con spossatezza e alterazioni dell’umore. Fattori come stress, variazioni del sonno e cambiamenti ormonali sono tra i principali trigger.

La variabilità dei sintomi, unita alla confusione con cefalee comuni o disturbi cervicali, contribuisce alla sottostima del problema e spesso i pazienti ricorrono a un uso ripetuto e talvolta eccessivo di analgesici, aggravando il rischio di cronicizzazione.

Ritardo diagnostico e automedicazione: un circolo vizioso

Gli studi internazionali indicano un ritardo diagnostico medio di otto anni, mentre in Italia il 46% dei soggetti con cefalea cronica aspetta oltre cinque anni prima di arrivare a un percorso terapeutico efficace.

Una quota significativa di persone si rivolge in farmacia per trattare il dolore acuto senza rendersi conto di rientrare in un quadro di possibile emicrania. 
La patologia viene spesso confusa con un normale mal di testa e quindi le persone acquistano farmaci di automedicazione senza accedere a percorsi più specifici, né considerare che esistono anche terapie preventive”, osserva Manuela Bandi, consigliera di Federfarma Lombardia. Questa mancata consapevolezza riduce il ricorso al medico e sottrae i pazienti a reti di cura ormai sempre più strutturate anche a livello regionale.

Gestione multidisciplinare: Mmg, specialisti, centri cefalee e farmacisti

L’emicrania richiede un percorso integrato che coinvolga diversi professionisti: medico di medicina generale, neurologo, centri cefalee dedicati e naturalmente il farmacista, che spesso rappresenta il primo punto di contatto.

Il valore della farmacia emerge sia nella pratica quotidiana sia attraverso programmi strutturati che amplificano la capacità di intercettare precocemente la patologia. Tra questi, un esempio concreto è proprio la Campagna Screening Emicrania progetto di Pfizer realizzato da Edra e Federfarma Lombardia nelle farmacie, che ha dimostrato come uno screening semplice, guidato e accessibile possa diventare un punto di svolta nel percorso diagnostico. Lo screening gratuito ha intercettato casi sospetti inviandoli a un centro cefalee.

La farmacia è la porta d’ingresso a cui chiunque si rivolge quando ha un dubbio o un malessere - sottolinea Bandi. - Il farmacista può cogliere segnali d’allarme, riconoscere la frequenza sospetta degli acquisti di analgesici e orientare la persona verso il medico e i centri specialistici. Il suo ruolo è dunque duplice: riconoscimento precoce e raccordo all’interno della rete territoriale”.

L’aspetto strategico non è solo fornire informazioni, ma garantire messaggi coerenti all’interno di un percorso condiviso. 
La sanità funziona quando ognuno fa la propria parte all’interno di una rete che parla la stessa lingua”, evidenzia Bandi. 

Con il contributo non condizionante di Pfizer

TAG: SCREENING IN FARMACIA, EMICRANIA, PFIZER 1

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