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14 Febbraio 2024

Anemia da carenza di ferro, sintomi e consigli su rimedi e dieta: il supporto al paziente adulto

L’anemia da carenza di ferro è una patologia per cui il ruolo del farmacista risulta fondamentale. Dalla FIP un manuale dedicato per prendersi cura dei pazienti

di Redazione Farmacista33


Anemia da carenza di ferro, sintomi e consigli su rimedi e dieta: il supporto al paziente adulto

L’anemia da carenza di ferro è la forma più comune di anemia, e ne soffre più di 1 miliardo di persone nel mondo. I sintomi che riportano i pazienti sono spesso debolezza, pallore, tachicardia e desiderio di mangiare prodotti non alimentari. Per questo è importante che i farmacisti possano essere di supporto ai pazienti che soffrono di carenza di ferro, conoscendo i rimedi farmacologici e non per poter fornire un consiglio completo. Per approfondire la tematica la Federazione farmaceutica internazionale (FIP) ha condiviso il manuale “Iron deficiency anaemia: Managing symptoms and supporting self-care A handbook for pharmacists” proprio rivolto ai farmacisti. Ecco le indicazioni dedicate alla fascia di popolazione adulta.

L’anemia, una patologia multifattoriale
 L’anemia da carenza di ferro colpisce 1,2 miliardi di individui in tutto il mondo, di tutte le età e gruppi demografici, con conseguenze sulla salute, sulla morbilità e sulla mortalità. È prevenibile e curabile, per questo è fondamentale una diagnosi precoce. E i farmacisti possono avere un ruolo chiave in questo, educando il paziente su questa condizione.  L’anemia è una patologia multifattoriale che coinvolge dieta, malattie croniche, infezioni, malattie ereditarie del sangue e altre condizioni legate alla perdita di sangue e alla riduzione dei livelli di emoglobina. In generale l’anemia si manifesta con una diminuzione dei livelli di emoglobina, ma può essere anche legata alla carenza di ferro, elemento cruciale per la crescita e lo sviluppo, oltre ad essere costituente dell’emoglobina.

I sintomi di anemia da carenza di ferro, come riconoscerli

 I farmacisti possono aiutare il paziente a identificare i sintomi più comuni di carenza di ferro. I segnali a cui prestare attenzione sono: fatica e debolezza, pelle pallida, vertigini, mancanza di respiro, battito cardiaco veloce o irregolare, strani desideri di mangiare oggetti non alimentari, sensazione di formicolio o di "strisciamento" nelle gambe, mani e piedi freddi, gonfiore o dolore alla lingua, unghie fragili, perdita di capelli e mal di testa. Ecco, quindi, come porre domande mirate e aperte per capire se è necessario consigliare un esame più approfondito e una visita medica:
 • Ti sei sentito particolarmente stanco o affaticato ultimamente?
 • Ti senti spesso debole o trovi difficile svolgere compiti di routine?
 • Hai notato se la pelle appare più pallida del solito?
 • Hai difficoltà respiratorie, soprattutto dopo l'attività fisica?
 • Hai notato cambiamenti nelle unghie, come fragilità o una forma concava?
 • Ti senti spesso stordito o ti vengono capogiri?
 • Hai avuto desideri ”strani”, come di mangiare ghiaccio, terra o amido?
 • Hai notato cambiamenti nell'appetito o nel peso corporeo?

Altri aspetti chiave da considerare sono eventuali donazioni di sangue, una storia familiare o di precedente anemia da carenza di ferro, abbondanti perdite di sangue durante le mestruazioni e le emoglobinopatie. Inoltre, è bene chiedere anche se si utilizzano FANS o anticoagulanti. Gli individui con condizioni che portano all’anemia da carenza di ferro dovrebbero essere trattati o indirizzati a uno specialista, come un gastroenterologo o un ginecologo. Gli specialisti, infatti, potranno suggerire degli esami del sangue per valutare alcuni parametri, ad esempio i livelli di emoglobina sierica, globuli rossi, ferritina sierica, epcidina (un regolatore del metabolismo del ferro), emoglobina reticolocitaria e altri.

Trattamenti farmacologici: la via orale è la prima scelta
La terapia per ricostituire dei livelli corretti di ferro ne prevede la somministrazione per via orale, come trattamento di prima linea, ma anche e parenterale (via endovenosa, intramuscolare -poco comune - o intradialitica, specifica per i pazienti con malattia renale cronica). La decisione di queste opzioni viene effettuata dal medico a seguito di visita ed esami.

Il trattamento di prima linea è il ferro orale e sebbene sia generalmente efficace e ben accettato dai pazienti, nei casi in cui venga poco tollerato o sono presenti determinate condizioni mediche, può essere necessario il ferro per via endovenosa. Ci sono però alcuni effetti collaterali che i farmacisti dovrebbero comunicare:
• Problemi gastrointestinali, come stitichezza, diarrea e disturbi di stomaco, come crampi allo stomaco, nausea o vomito, sono molto comuni. Spesso portano alla mancata aderenza alla terapia fino al 50% dei pazienti. Anche se è meglio assumere il ferro per via orale a stomaco vuoto, viene consigliato di prenderlo durante i pasti per ridurre eventuali effetti collaterali.
• Feci scure
• Gusto metallico
• denti macchiati
• Altri effetti collaterali meno comuni: svenimenti, vertigini, dolore toracico e battito cardiaco accelerato.

I consigli del farmacista tra alimentazione e integrazione
 Tra i trattamenti non farmacologici che possono fare parte del consiglio del farmacista c’è sicuramente la modifica del regime alimentare in favore di alimenti più ricchi di ferro, magari in collaborazione con altri professionisti specializzati. Anche l’assunzione di integratori, l’assunzione di sostanze che possono aumentare la biodisponibilità del ferro, e la conoscenza di quelle che invece la riducono possono contribuire a migliorare il profilo. In generale, l’approccio ottimale per migliorare i livelli di ferro prevede una combinazione delle opzioni sopra menzionate. Vediamole in dettaglio.

Modifica del regime alimentare

 Ecco quali sono gli alimenti ricchi di ferro eme, il più comune nella dieta quotidiana, presente esclusivamente nei prodotti di origine animale (in particolare manzo, agnello, vitello maiale, pollo, salmone, ostriche). Ha un'elevata biodisponibilità, indicativamente tra il 25% e il 30%. Mentre, il ferro non eme, presente nei prodotti di origine vegetale (ad esempio verdure a foglia  scura come gli spinaci, i fagioli, semi di girasole, tofu, soia, patate al forno con la buccia, uva passa, pistacchi) e animale, mostra un intervallo di biodisponibilità compreso tra l'1% e il 10% circa. Combinare le fonti di ferro può migliorare ulteriormente la biodisponibilità complessiva e l'assorbimento del ferro al pasto.  Inoltre, è bene ricordare ai pazienti di mantenere una adeguata idratazione per favorire l'assorbimento del ferro alimentare.

Assunzione di integratori alimentari e micronutrienti

 Si può consigliare al paziente di utilizzare degli integratori alimentari o aggiungere micronutrienti agli alimenti e alle bevande. Ad esempio utilizzare composti di ferro isolati, come sali o chelati di ferro.
Anche l’acido citrico, acido malico o vitamina C possono migliorare l’assorbimento del ferro degli alimenti a base vegetale agendo come “potenziatori”. Si trovano in cibi come agrumi, fragole e peperoni,

Sostanze sconsigliate
Invece, è bene evitare tè e caffè, che contengono composti che possono ostacolare l'assorbimento. Inoltre, la biodisponibilità dei composti del ferro non è determinata esclusivamente dalle loro proprietà di solubilità ma è influenzata anche dalla composizione della dieta. Ciò include la proporzione di fattori che inibiscono il ferro nella dieta, in particolare i fitati che legano il ferro presenti nei cereali e in altri alimenti di base come sorgo e legumi, nonché i composti polifenolici nella frutta e nella verdura.

Altre raccomandazioni al paziente
Le modifiche dello stile di vita svolgono un ruolo nella gestione e nel trattamento globale dell'anemia da carenza di ferro. Ulteriori raccomandazioni che i farmacisti possono fornire sono di mantenere monitorato lo stato del ferro con controlli regolari, in particolare nelle persone che donano il sangue. Inoltre, è fondamentale spiegare al paziente di rivolgersi ai professionisti sanitari e ai medici per trattare la causa sottostante l’anemia, magari attraverso ulteriori test o trattamenti, per affrontare il problema alla radice.

Fonte:
Iron deficiency anaemia: Managing symptoms and supporting self-care A handbook for pharmacists 

TAG: FARMACIA, FARMACISTI, FEDERAZIONE FARMACEUTICA INTERNAZIONALE (FIP), MEDICINA, ANEMIA

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