farmacie comunali
04 Dicembre 2024Si è conclusa a Venezia, il 29 novembre, l’8ª edizione delle Giornate Nazionali delle Farmacie Comunali, un appuntamento che ha raccolto i protagonisti della filiera del farmaco e delle istituzioni.
Si è conclusa nei giorni scorsi a Venezia l’8ª edizione delle Giornate Nazionali delle Farmacie Comunali, un appuntamento che come sottolineato dal presidente di Assofarm Luca Pieri, è ormai diventato un appuntamento tradizionale e imprescindibile per discutere sia di scenari strategici di lungo periodo, sia di questioni operative che incidono sul quotidiano della farmacia in presenza di tutti i protagonisti della filiera del farmaco, le istituzioni e gli esperti del settore.
Una nota di Assofarm ha voluto valorizzare le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha definito le farmacie comunali “centri di umanità a supporto dei cittadini”. Luca Pieri, presidente di Assofarm ha ricordato che questa vocazione umanitaria affonda le radici nella fondazione della prima farmacia comunale a Reggio Emilia, oltre 120 anni fa, per garantire farmaci anche a chi non poteva permetterseli. Oggi, tale missione si rinnova nella sfida di offrire una sanità di prossimità capace di rispondere alle nuove esigenze demografiche.
Evoluzione demografica e tracciabilità dei farmaci: due sfide cruciali
Durante le giornate, Marco Alessandrini, responsabile Health & Pharma della Banca del Fucino, ha affrontato il tema dell’evoluzione demografica italiana, sottolineando come il calo della popolazione rappresenti una minaccia per la sostenibilità delle farmacie della pianta organica. Parallelamente, Marcello Matarrelli, direttore di NMVO Italia, ha illustrato le sfide del nuovo sistema di tracciabilità dei farmaci, evidenziando che dal prossimo febbraio l’Italia dovrà adeguarsi agli standard europei, con il rischio di pesanti sanzioni in caso di irregolarità operative.
Nello Martini, fondatore di Aifa e presidente di ReS, ha sottolineato come la farmacia abbia perso centralità a causa della distribuzione diretta dei farmaci biotech. Martini ha avvertito che solo un cambiamento nella remunerazione e nel rinnovo della convenzione potrà riportare le farmacie al centro della sanità territoriale. Senza queste riforme, anche i nuovi servizi non saranno sufficienti a garantire la centralità del farmacista nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Pieri ha espresso ottimismo ma anche preoccupazione: sebbene concetti come la farmacia dei servizi siano finalmente entrati nell’agenda istituzionale, le farmacie stesse rischiano di perdere l’occasione per la quale si sono battute. Pieri ha ricordato che, nonostante la disponibilità di fondi per la sperimentazione, “nulla può essere dato per già fatto. Anzi, e io lo pavento da tempo, sono proprio le farmacie a tentennare nella realizzazione di quelle riforme che hanno voluto per tanto tempo. Dopo che per almeno quindici anni abbiamo invocato la farmacia dei servizi, oggi in nessuna regione si è speso più del 50% dei budget messi a disposizione per la sperimentazione. Andando avanti così, rischiamo di perdere l’opportunità per la quale ci siamo battuti.2 In gioco però non ci sono solo i bilanci delle farmacie e un ruolo più dinamico che esse potrebbero assumere nel SSN. Questa titubanza collettiva rischia di privare i cittadini una riforma tra le più impattanti sulla loro futura qualità della vita. Servizi in farmacia significa infatti una sanità di quartiere, a pochi minuti da casa propria. Di fronte ad una questione pubblica così importante, credo che le Farmacie Comunali dovrebbero assumere maggiore protagonismo, proprio in forza di loro ragion d’essere, del loro unicum sociale. Se più di centoventi anni fa, lo ha ricordato ha il nostro Segretario Generale Francesco Schito, le Farmacie Comunali nascevano per assistere quel 60% di italiani che non si poteva permettere l’acquisto di farmaci, oggi il nostro movimento dovrebbe accettare con entusiasmo la sfida dei servizi con lo stesso entusiasmo ed etica pubblica dei nostri padri fondatori. Un passo sicuro e prudente permettere certamente di andare avanti, ma la meta finale è determinata dalla visione e dai valori civili”.
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