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15 Aprile 2025

Colpo della strega: riconoscere il blocco acuto della schiena e affrontarlo. Il decalogo degli ortopedici

Il blocco lombare acuto è un sintomo doloroso molto comune, ma esistono efficaci strategie per gestirlo: riposo, farmaci antidolorifici e una corretta diagnosi. Ecco le prime strategie consigliate dagli esperti per gestire il “colpo della strega”

di Redazione Farmacista33


Colpo della strega: riconoscere il blocco acuto della schiena e affrontarlo. Il decalogo degli ortopedici

Comunemente chiamato “colpo della strega” è un sintomo molto doloroso, non una diagnosi, provocato da un gesto brusco, una torsione imprevista o un carico mal gestito, che compromette e limita i movimenti della schiena. È importante riconoscerlo, gestirlo con riposo, farmaci antidolorifici per alleviare dolore e infiammazione e consultare il medico per valutare la necessità di ulteriori accertamenti diagnostici o l’ortopedico se il dolore non diminuisce. Questi, in sintesi, i consigli della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) lancia un decalogo di buone pratiche per riconoscerlo, gestirlo e prevenirne la ricomparsa.

Il mal di schiena è un sintomo non una diagnosi: approfondire le cause

“Il blocco lombare acuto – spiega Pietro Randelli, Ordinario di Ortopedia dell’Università degli Studi di Milano, Direttore della Clinica Ortopedica dell’Istituto Gaetano Pini e Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) – è una patologia molto frequente, basti pensare che la maggior parte delle persone riferisce almeno un episodio nel corso della vita e richiede una gestione iniziale da parte del medico di medicina generale: il trattamento solitamente prevede riposo e somministrazione di farmaci antidolorifici che risolvono i sintomi nella maggior parte dei casi. L’ortopedico interviene quando la lombalgia è resistente al trattamento conservativo o quando, effettuato un accertamento diagnostico, viene riscontrata una patologia degna di approfondimenti ed eventualmente di intervento chirurgico”.

La lombalgia rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello mondiale, con un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla produttività lavorativa. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su tredici nel mondo ha sperimentato almeno un episodio di dolore lombare nell'ultimo anno, per un totale di oltre 600 milioni di individui. La situazione in Italia non è più rosea: le statistiche INAIL rivelano che il mal di schiena costringe a casa una persona su tre ogni anno, configurandosi come uno dei disturbi più sottovalutati nel nostro Paese.

“È importante ricordare – aggiunge Alberto Di Martino, Associato di Ortopedia presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Università di Bologna ed esperto SIOT per la Chirurgia Vertebrale - che la lombalgia è un sintomo e non una diagnosi: molte patologie possono determinarla e non tutte sono appannaggio dell’ortopedico, anche se i problemi alla colonna vertebrale sono sicuramente i più frequenti”.

Il decalogo per gestire il mal di schiena

Per aiutare i pazienti a riconoscere, affrontare e superare questo disturbo, gli ortopedici della SIOT hanno elaborato un decalogo di consigli pratici:

1.      La maggior parte dei soggetti con lombalgia può essere trattata dal medico di medicina generale, con riposo e farmaci antidolorifici volti al trattamento dell’infiammazione e delle contratture. 

2.      Nella maggior parte dei casi, il trattamento conservativo migliora le condizioni cliniche e non richiede accertamenti specifici. Al persistere o peggiorare dei sintomi è opportuno controllare il rachide con una radiografia lombare e, in caso di sospetto clinico specifico, con una risonanza magnetica.

3.      La maggior parte delle lombalgie origina dalla colonna vertebrale, ma alcune lombalgie possono trarre origine dagli organi interni (lombalgie di origine extravertebrale). Fra le prime, la più frequente è dovuta ad un’infiammazione della colonna, ma annoveriamo anche patologie come protrusioni, ernie del disco e stenosi della colonna vertebrale; fra le seconde invece, riconosciamo malattie molto diverse tra loro come, ad esempio, coliche renali o aneurismi dell’aorta addominale.

4.     Sedentarietà, sovrappeso, mancanza di attività fisica regolare appropriata per l’età, o anche abitudine ad effettuare sforzi eccessivi influiscono significativamente sul rischio di lombalgia: modificare i propri stili di vita contribuisce a prevenirne l’insorgenza o una recidiva. 

5.      Sebbene le lombalgie si riscontrino soprattutto negli adulti, la lombalgia nei ragazzi e negli adolescenti va tenuta in particolare considerazione e necessita di valutazione ortopedica per diagnosticare eventuali patologie che possono essere trattate precocemente permettendo un ritorno alla normalità.

6.      Nel caso di lombalgia insorta in seguito a cadute o sforzi fisici, specialmente nella popolazione più anziana, è opportuno considerare la possibilità di una “frattura da fragilità” della colonna lombare, una condizione che si associa all’osteoporosi, che richiede non solo un trattamento sintomatologico, ma anche un’appropriata analisi del metabolismo dell’osso con un trattamento farmacologico appropriato. 

7.      Quando il dolore lombare si irradia agli arti inferiori, spesso si verifica una compressione di una o più radici nervose che può determinare non solo dolore, ma anche debolezza di uno dei muscoli degli arti, con difficoltà alla deambulazione. In questo caso, è opportuno effettuare approfondimenti più precoci per identificare la causa del conflitto con la radice nervosa e pianificare il trattamento più appropriato. 

8.      La fisioterapia è efficace nel trattamento della lombalgia, ma richiede una diagnosi e prescrizione medica prima di iniziare un trattamento. Molto spesso, è opportuno aspettare la fine della fase acuta del dolore prima di intraprendere un percorso riabilitativo.

9.      L’utilizzo del busto può essere indicato nel soggetto con lombalgia in quanto modifica la postura e permette lo scarico della colonna vertebrale. Spesso viene indossato nelle fasi più acute del dolore, se tollerato dal paziente; non appena la sintomatologia migliora, ci si svezza facilmente dal suo utilizzo, ma può essere opportuno indossarlo quando si eseguono sforzi o viaggi in macchina, per prevenire le recidive.

10.  Generalmente il trattamento conservativo è sufficiente a risolvere la lombalgia; tuttavia, alcuni pazienti possono richiedere un intervento chirurgico per trattare la causa del dolore, come per un’ernia del disco o un restringimento del canale spinale. Affidandosi a chirurghi con appropriata formazione ed esperienza, l’intervento permette un miglioramento della lombalgia e un ottimo recupero della funzione della colonna vertebrale. 

TAG: FARMACI ANTIDOLORIFICI, ORTOPEDIA, MAL DI SCHIENA

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