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01 Luglio 2022

Covid-19. Ffp2 al lavoro, test, tamponi fai da te, vaccini: le misure previste e le novità in arrivo


Ministeri competenti, Inail e parti sociali si confrontano sull'aggiornamento del protocollo relativo alle misure anti Covid nei luoghi di lavoro. Aumentano intanto i contagi, in fase di stallo le quarte dosi


È aperto il confronto sull'aggiornamento del Protocollo Covid sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nuove misure potrebbero essere in arrivo. Tra i punti oggetto del dialogo tra Governo e parti sociali c'è anche il tema mascherine e la gestione delle fragilità. Intanto, a fronte di un aumento dei contagi, i tamponi in farmacia crescono e si è riacceso il dibattito su test fai da te e vaccini. Che cosa si prevede?

In fase di aggiornamento il protocollo Covid sul lavoro. Aperto il confronto

È aperto il dialogo tra i ministeri del Lavoro, della Salute, dello Sviluppo economico, l'Inail e le parti sociali per l'esame del "Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro". Secondo la bozza proposta dal Governo, e anticipata dall'Ansa, le mascherine filtranti Ffp2 «rimangono un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio, soprattutto nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative. A tal fine il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne ai lavoratori l'utilizzo nei contesti a maggior rischio. Compito del datore - sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi - sarà anche quello di individuare particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), avendo particolare riguardo ai soggetti fragili sulla base di valutazioni del medico competente». Resterebbe l'obbligo di controllo della temperatura all'ingresso, che non dovrà superare i 37 gradi e mezzo: il lavoratore con la febbre dovrà comunicarlo subito al datore di lavoro e queste regole varranno anche per i lavoratori esterni e in appalto (fornitori, addetti alla pulizia o alla vigilanza).
Prevista inoltre la sanificazione periodica dei locali e delle postazioni di lavoro e il lavoratore sarà obbligato ad adottare tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani. Infine, la bozza indica la necessità di ingresso e uscite scaglionate se possibile e la ventilazione continua dei locali. L'ingresso agli spazi comuni, come mense, spogliatoi, distributori di bevande o snack, saranno comunque "contingentati", «con la previsione di una ventilazione continua dei locali». Il nuovo protocollo che uscirà dal confronto resterà in vigore fino al 31 ottobre, se il quadro epidemiologico non richiederà di doverlo aggiornare prima.

Tra i punti uso mascherina, misurazione temperatura, ingressi contingentati

Sull'uso della mascherina, a ogni modo, nella mattinata di ieri era intervenuto anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di "Radio anch'io" (Radiouno): «La posizione espressa dal Governo rimarrà la stessa, cioè quella di una forte raccomandazione. Se vogliamo arrivare alla convivenza con il virus è normale essere in presenza di dati che possono aumentare. Ma ciò che dobbiamo guardare sono i dati riferiti ai nostri ospedali e non al numero dei contagi. Dobbiamo essere consapevoli che il vaccino ci sta proteggendo dalle forme gravi della malattia e ribadire agli anziani, ai fragili e a coloro per i quali è prevista la quarta dose di procedere, così come a chi non ha fatto ancora la terza dose di farla».
Sui contenuti del confronto è intervenuta anche Confcommercio: «L'uso delle mascherine», ha detto la vicepresidente con incarico al lavoro e welfare, Donatella Prampolini, «non può essere considerato obbligatorio, ma bisogna individuare, con la collaborazione del medico competente, i contesti e gli ambiti in cui le stesse si mostrino ancora come indispensabili, senza ambiguità interpretative. Stiamo lavorando perché si condividano misure chiare e semplificate in cui siano certi gli ambiti di obbligo e di responsabilità dei datori di lavoro. Anche i protocolli settoriali devono essere considerati decaduti e sostituiti da quello che si andrà a sottoscrivere tra oggi e domani. Sarà poi opportuno dare un termine certo di vigenza non troppo in là nel tempo, nel periodo autunnale, per consentire una verifica delle previsioni alla luce del quadro epidemiologico generale».

Crescono tamponi in farmacia. Si riapre dibattito su fai da te

D'altra parte, secondo i dati forniti dalla Fondazione Gimbe, negli ultimi 7 giorni c'è stato «"un +50% di casi», con un aumento che «riguarda tutte le Regioni e le province italiane, +25,7% di ricoveri ordinari e +15% di ricoveri in terapia intensiva. Sale di un punto nell'arco di 24 ore, tornando al 10%, la percentuale di posti letto nei reparti ospedalieri di area medica (o non critica), occupati da pazienti con Covid-19, toccando il 24% in Umbria. È ferma invece al 3% l'occupazione dei posti in terapia intensiva, percentuale ampiamente sotto il livello d'allerta». Al contempo, «cresce anche il ricorso ai tamponi con un aumento del 24%». Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, «il numero dei positivi è largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te con notifica parziale dei test positivi». Quanto poi alla campagna vaccinale viene segnalato un rallentamento: «4,05 milioni di non vaccinati, 5,54 milioni senza terza dose e 3,99 milioni di vulnerabili senza quarta dose», la cui «somministrazione resta al palo, con rilevanti diseguaglianze regionali. Al 29 giugno, sono state somministrate, infatti, 332.753 quarte dosi a persone immunocompromesse, in lieve aumento rispetto alla scorsa settimana (+8%). Mentre per over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti Rsa, ne sono state somministrate 890.083». Intanto, si riapre il dibattito sui tamponi fai da te: rimarca l'importanza di «mantenere il sistema di monitoraggio della popolazione», Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all'Università di Padova, in una intervista a La Stampa. Ma per Costa - intervenuto a Rtl 102.5 - il tema è un altro: «Prima o poi dovremo decidere se sia giusto continuare con l'isolamento dei positivi asintomatici. Oggi abbiamo centinaia di migliaia di persone in isolamento senza sintomi, il rischio è quello di un nuovo blocco del Paese che invece ha bisogno di ripartire. È giusto che chi ha sintomi si testi», mentre una «rincorsa al positivo non lo è. Quando il nuovo picco sarà raggiunto e i casi riprenderanno a scendere, dovremo valutare il tema».

Francesca Giani

TAG: VACCINAZIONE, COVID-19, MASCHERINE, TAMPONI RAPIDI, TEST COVID-19

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