Laurea abilitante, istituzionalizzata figura del farmacista tutor: necessaria remunerazione
Il provvedimento sulla laurea abilitante, accanto all'abolizione dell'esame di abilitazione, ha previsto un potenziamento del tirocinio pre lauream
Il provvedimento sulla laurea abilitante, accanto all'abolizione dell'esame di abilitazione, ha previsto un potenziamento del tirocinio pre lauream, con «un percorso formativo di 750-900 ore e la figura del farmacista Tutor professionale. Un aspetto, questo, che rende necessaria una remunerazione per chi ospita il tirocinante, così come avviene negli studi medici, con risorse economiche specificamente allocate». A fare il punto Luigi D'Ambrosio Lettieri, vicepresidente Fofi e presidente della Fondazione Cannavò, intervenuto nel Convegno che oggi ha aperto i lavori di FarmacistaPiù.
Gettate le basi per rinnovare le competenze professionali
«La farmacia» ha detto D'Ambrosio Lettieri «si sta sempre più connotando come centro polifunzionale di servizi socio sanitari e assistenziali sul territorio e, proprio alla luce di questa evoluzione, è sempre più forte la necessità che le competenze e la capacità formativa si adeguino, tanto sul fronte dell'Università, quanto della formazione post lauream». Proprio in merito al primo aspetto, uno step importante è stata «la recente approvazione della legge sulla Laurea abilitante, che ridefinisce il percorso per diventare farmacista e getta le basi per rinnovare le competenze professionali». Non a caso nel provvedimento «è stata riconosciuta la necessità di ridefinire e ammodernare, entro 90 giorni dalla sua approvazione, i curricula universitari, che dovranno trovare un migliore equilibrio tra la componente farmaco-chimica, oggi preponderante, e quella farmaco-biologica, che va incrementata». Ma la principale misura è «l'abolizione dell'esame di abilitazione» e, in parallelo, «il potenziamento dell'attività del tirocinio pre-lauream», con la figura del «Tutor Accademico e del Tutor Professionale, e il rafforzamento del percorso formativo, che passa a 750-900 ore e che si deve ispirare alle Linee Guida elaborate da Fofi». Sul punto da Lettieri parte un appello: «la permanenza per sei mesi di un giovane laureando, che deve imparare sul campo gli aspetti di natura tecnica, logistica e professionale, richiede dedizione e impegno. Se si vuole che la formazione sia fatta bene e abbia un senso, il farmacista Tutor professionale che opera in farmacia deve essere remunerato, così come avviene per i medici che ospitano in ambulatorio i professionisti in formazione. Per questo, è necessario che da parte pubblica vengano individuate e allocate risorse economiche. È un aspetto che merita di essere considerato e che va fatto presente al Miur».
Percorso di formazione sia sempre più snello e fruibile
Infine, da Lettieri arriva una riflessione anche sulla formazione post universitaria: «le competenze in sanità sono soggette a un continuo mutamento, lo abbiamo visto durante la pandemia. È quanto mai necessario che il percorso di formazione, con il supporto della Fad, evolva in maniera coerente con i bisogni espressi dalla collettività. Ma per venire incontro alle difficoltà quotidiane del farmacista è anche necessario che sia sempre più snello e fruibile».
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A cura di Redazione Farmacista33
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