Case della salute, Antonio Tajani: non sono la soluzione. Serve sinergia medico, infermiere e farmacista
In Italia c'è la necessità di un sistema basato sulle cure di prossimità e su una rete sinergica tra medico, infermiere e farmacista. A dirlo l'europarlamentare Antonio Tajani
In Italia come in Europa, c'è la necessità di «un sistema basato sulle cure di prossimità, in particolare su «una rete sinergica tra medico, infermiere e farmacista. Abbiamo visto che costruire il sistema sugli ospedali è controproducente. Le Case della salute non sono la soluzione: abbiamo bisogno di task force integrate sul territorio». Intervistato in apertura della seconda giornata di FarmacistaPiù, Antonio Tajani, europarlamentare ed ex presidente del Parlamento europeo, ha ricordato la difficoltà iniziale dei Paesi Ue a comprendere che la pandemia andava affrontata unendo le forze e non singolarmente.
Le parole dei farmacisti possono salvare vite umane
L'acquisto centralizzato dei vaccini da parte della Commissione europea è andato nella direzione giusta: «Un lezione utile anche per il futuro, perché conclusa questa pandemia non è da escludere che altri gravi rischi per la salute pubblica globale potranno presentarsi». Fondamentale, in Italia, il ruolo delle farmacie territoriali, in particolare da quando possono somministrare vaccinazioni alla popolazione e quindi fare anche opera di convincimento verso i dubbiosi: «Le parole dei farmacisti possono salvare vite umane» E poi il nodo delle risorse finanziarie da destinare alla ricerca: «Per troppi anni i governi hanno investito poco in ricerca, dobbiamo invertire la rotta ed evitare che troppi giovani vadano all'estero per proseguire i loro studi». Il tutto con il supporto dell'industria farmaceutica, un comparto importante dell'economia nazionale. Perché maggiori investimenti in ricerca possono anche comportare sviluppo economico per un Paese. D'accordo con Tajani, Andrea Mandelli, presidente della Fofi e del congresso: «La salute non è mai un costo da gestire, bensì un investimento per noi e per i nostri figli. Il Covid ha privato i giovani per quasi due anni di esperienze formative. È a loro che dobbiamo consegnare l'opportunità di guidare il Paese».
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A cura di Redazione Farmacista33
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