Emicrania, farmaci disegnati sul singolo paziente. In studio nuovi metodi di somministrazione
Palù (Aifa): l'emicrania è ancora una malattia molto sottovalutata, ma oggi abbiamo farmaci disegnati sulle singole persone perché ogni malattia rappresenta un'individualità
L'emicrania è ancora una malattia molto sottovalutata, «è un problema che riguarda la medicina moderna che è rapidamente evoluta da un aspetto molecolare, riduzionista, neopositivisti e filosofico, cioè quello di studiare non tanto la malattia quanto l'ammalato nel suo determinismo genetico. Oggi, infatti, abbiamo farmaci disegnati sulle singole persone perché ogni malattia rappresenta un'individualità. Ora siamo passati a un aspetto più sindemico cioè allargato a quei determinanti psicologici, sociali che non solo impattano la malattia ma spesso ne sono una causa eziologica diretta». Ha parlato così, nel corso della presentazione della campagna "DoMore4ME - be part of the MIGRAINE voice" promossa da Lundbeck Italia: mantenere alta l'attenzione sulle persone che soffrono di emicrania, il Presidente di AIFA, Giorgio Palù che considera la gestione dell'emicrania anche una missione dell'Agenzia.
Capire il meccanismo d'azione per sviluppare la medicina molecolare
«L'emicrania è la prima causa di disabilità nelle donne al di sotto dei 50 anni che coinvolge vari aspetti della nostra società. L'impatto che hanno questi determinanti sociali l'abbiamo visto anche nella pandemia», sostiene. Dal punto di vista terapeutico, «si è passati dall'uso dei vasocostrittori e betabloccanti, si è passati all'aspetto più molecolare basti pensare ai triptani, cioè al meccanismo d'azione. Possiamo agire, quindi, sia sotto l'aspetto terapeutico che preventivo. Capire il meccanismo d'azione è stato un importante sviluppo della medicina molecolare», dichiara Palù. Il presidente dell'Aifa parla anche dell'importanza, in questo contesto, del Drug delivery. «Stiamo pensando a sviluppare, come per la somministrazione dei vaccini intradermico o sottocutaneo, approcci che ci permettono rilasciare farmaci a rilascio lento, come l'insulina o come i monoclonali per la profilassi dell'emicrania. Quindi un intero sviluppo che vede la politica del farmaco adattarsi sempre di più a questo approccio molecolare ma tenere in stretta considerazione quello che è il determinismo sociale della malattia», spiega. «La medicina moderna deve avanzare su entrambi i campi e anche le istituzioni devono tenere in stretta considerazione queste osservazioni che impattano in maniera importante sulla società». Palù auspica che «si rispenda in considerazione la malattia sociale e che si mettano in atto investimenti in ricerca perché il nostro Paese ha bisogno di rinnovare la sua industria farmaceutica».
A due anni dalla legge (Legge 81 del 14 Luglio 2020) che riconosce la cefalea primaria cronica come malattia sociale, ancora manca manca il decreto attuativo del ministero della Salute che avrebbe dovuto essere implementato entro 180 giorni, identificando progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da diversi forme di cefalea cronica, oltre che regolare l'eventuale esenzione a farmaci e comprendere la possibilità di assentarsi dal posto di lavoro a causa della malattia. L'ex ministro della salute Beatrice Lorenzin, che in qualità di persona con emicrania ha voluto testimoniare in prima persona il suo vissuto legato alla patologia, ha sostenuto, infatti, che bisogna continuare a lavorare su due fronti: «Togliere lo stigma a questa patologia e non far sentire le persone in difficoltà o in difetto perché soffrono di cefalea a grappolo o emicrania. Bisogna indirizzarle verso un percorso terapeutico corretto perché troppe persone ancora di curano male». Il secondo fronte riguarda la legge 81 del 2020, «bisogna reclamare le cose per cui abbiamo dato la legge. Portare l'attuazione di tutti gli aspetti della norma nella vita dei cittadini. Questo sarà il nostro compito nella prossima legislatura».
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A cura di Redazione Farmacista33
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