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10 Novembre 2022

Emicrania. Dai farmaci allo stile di vita, il consiglio del farmacista nel trattamento dei sintomi


Il farmacista può offrire supporto professionale ai pazienti che soffrono di emicrania: su assunzione di farmaci, stili di vita e scelta delle terapie


Limitare il consumo eccessivo di alcuni farmaci, ridurre il consumo di caffeina, consigliare terapie la cui efficacia sull'emicrania è basata su evidenze scientifiche consolidate e dissuadere dal ricorso a quelle su cui non ci sono prove sufficienti sono gli ambiti in cui il farmacista può offrire supporto professionale ai pazienti che soffrono di emicrania. Se ne è parlato durante una sessione all'incontro annuale 2022 dell'American Society of Consultant Pharmacists (ASCP), associazione di categoria internazionale di farmacisti, operatori sanitari e studenti specializzata nel settore geriatrico.

Riconoscere emicrania e cause scatenanti

L'emicrania è dolorosa, debilitante, causa grosse criticità e può compromettere in maniera sensibile la qualità della vita delle persone. Si presenta con un dolore acuto o pulsante che solitamente inizia nella parte anteriore o su un lato della testa. L'attacco può salire di intensità e estendersi anche alla regione frontale, coinvolgendo le tempie. Può durare ore o persino giorni, con sintomi variabili. L'emicrania viene definita cronica quando presenta sintomi per almeno 15 giorni al mese per tre mesi successivi. Le donne hanno tre volte più probabilità di avere questa patologia. Nei casi di maggiore gravità è bene ricorrere alle cure del medico, evitando l'uso di farmaci in maniera incontrollata.
Sharon F. Clackum, PharmD e Presidente del consiglio di amministrazione di ASCP ha sottolineato il costo finanziario significativo per i pazienti con disturbi del mal di testa, non solo per la spesa relativa ai trattamenti, ma anche in termini di produttività lavorativa: "I carichi fisici, emotivi e socioeconomici di questa patologia purtroppo sono scarsamente riconosciuti - ha sottolineato - e non ci sono molti studi ad indicare esattamente quanto sia l'onere finanziario per il paziente con disturbi di cefalea".
Clackum ha osservato che, nel determinare la tipologia di emicrania di un paziente, è necessario escludere potenziali cause comuni, come dolore al collo, ai seni nasali o alle orecchie. Una volta escluse quelle, la diagnosi più probabile è la cefalea primaria. Inoltre, la componente essenziale per una gestione efficace dell'emicrania è diventare consapevoli del problema sottostante, cioè nell'individuare la causa scatenante e quindi comprenderne i sintomi.

Consiglio del farmacista sui farmaci Otc

Clackum ha anche spiegato il ruolo importante del farmacista nell'aderenza alla terapia da parte del paziente, limitando l'uso di farmaci antidolorifici da banco ed in particolare dei decongestionanti: "Le persone che hanno molte allergie in primavera e in autunno tendono a fare un uso eccessivo di decongestionanti ed è possibile che questo possa portare a cefalea di rimbalzo. Limitare l'uso eccessivo di questi farmaci a non più di tre giorni alla settimana può aiutare molto - ha evidenziato Clackum - sia per evitare insorgenza dei sintomi, sia per quei pazienti affetti da patologia cronica".
Inoltre, ha aggiunto, i farmacisti possono consigliare adeguati stili di vita, come ad esempio cercare di limitare l'assunzione di caffeina per ridurre l'insorgenza di mal di testa. In particolare, limitando tutte quelle bevande ricche di questo stimolante naturale, come il caffè o bibite. Anche l'uso di qualsiasi oppioide per il dolore, ha continuato Clackum, andrebbe fortemente limitato se non abolito: "Sono stati condotti studi per valutare l'efficacia degli oppioidi nell'affrontare il dolore correlato al mal di testa e i dati hanno mostrato che questi tipi di farmaci non sono efficaci quanto i non steroidei (FANS)".
Clackum, ha continuato sottolineando che non ci sono prove sufficienti che dimostrino l'efficacia dell'uso di farmaci SSRI (antidepressivi) anche per il trattamento dei disturbi del mal di testa. Il Presidente ha anche evidenziato la mancanza di dati e studi per valutare l'impatto dei farmaci comunemente prescritti per i disturbi dell'emicrania e che dati commisurati alla natura diffusa dell'insorgenza dei sintomi di questa patologia nella popolazione generale potrebbero aiutare molto tutti gli operatori sanitari. "L'emicrania è la terza malattia più comune al mondo - ha concluso Cackum - ed è la principale causa di disabilità neurologica. Esistono pazienti fortemente danneggiati da questa patologia e che spesso non riescono ad occuparsi della normale routine giornaliera, fino ad arrivare a perdere 4 giorni lavorativi alla settimana".

Cristoforo Zervos

TAG: STILE DI VITA, FARMACI, EMICRANIA, FARMACISTA

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