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Farmacisti

31 Gennaio 2022

Industria farmaceutica nel 2022: incrementi di fatturato globale. Ecco le previsioni


Nel 2022 le vendite farmaceutiche aumenteranno quest'anno di circa il 4,6% in dollari, portando un fatturato complessivo di circa 1,5 trilioni

L'industria farmaceutica è in buona salute: si stima che le vendite farmaceutiche, nei 60 maggiori mercati mondiali, aumenteranno quest'anno di circa il 4,6% in dollari, portando un fatturato complessivo di circa 1,5 trilioni. Il dato fotografa un tasso di crescita che è di circa la metà rispetto al 2021, ma che risulta comunque molto alto rispetto allo stesso periodo nella maggior parte del decennio appena passato. Questo, in sintesi, il dato più significativo che affiora dal report pubblicato dall'Economist Intelligence Unit (EIU), parte dell'Economist group che impiega oltre cento esperti ed economisti nei settori chiave dei mercati internazionali.

Impatto a lungo termine della pandemia

È indubbio che la pandemia continuerà ancora a far da padrone sui risultati e sulle strategie industriali e dopo lo sviluppo a tempi record dei vaccini, l'industria farmaceutica è di nuovo sotto la lente d'ingrandimento. La produzione e le catene di approvvigionamento hanno finora fornito 7,5 miliardi di dosi di vaccino e hanno anche mantenuto le forniture della maggior parte degli altri medicinali e, nonostante le proteste dei mercati emergenti per la distribuzione irregolare dei vaccini, il sistema dei brevetti sembra rimanere intatto. L'industria sta entrando nel 2022 in buona forma: oltre ad aumentare la sua autorevolezza è diventata più centrale nelle politiche dei vari governi nazionali sparsi per il globo e con meno pressione sui propri bilanci rispetto agli anni passati. Per quel che riguarda la fornitura dei vaccini i problemi nel 2022 dovrebbero attenuarsi. L'Unicef, che sta monitorando gli accordi di fornitura come parte del suo programma COVAX, stima che la capacità di produzione globale passerà da 8,5 miliardi di dosi di quest'anno a oltre 40 miliardi di dosi il prossimo. Parte di quella capacità extra arriverà dall'India, dove il divieto di esportazione di vaccini è stato finalmente revocato nonostante il carico di lavoro persistente. L'India, per il momento, ha già accordi in atto per produrre 2,8 miliardi di dosi. Oltre all'India, un impatto ancora maggiore dall'espansione della produzione di vaccini in Africa. Dalla fine del 2022 l'istituto Pasteur di Dakar in Senegal inizierà a produrre 25 milioni di dosi di vaccini al mese, grazie anche al sostegno internazionale. La capacità di produzione aumenterà anche in Egitto, Sud Africa e Marocco con l'espansione degli impianti esistenti.

Criticità nella catena di approvvigionamento

Di contro, altri medicinali vedranno alcuni problemi nella catena di approvvigionamento, anche se le criticità non si ipotizzano così estreme rispetto agli altri mercati. L'interruzione subita nel 2020 - con la stragrande maggioranza dei Paesi alla ricerca di forniture mediche - si è attenuata, ma l'industria farmaceutica sta ancora soffrendo per il rapido aumento dei costi di logistica, in particolare nelle rotte marittime asiatiche. Ad esempio, in Cina, i casi di coronavirus e le interruzioni di energia elettrica stanno causando criticità della produzione, con ripercussioni sulle forniture. È probabile che l'effetto durerà fino al 2022 e spingerà l'UE e gli Stati Uniti, tra gli altri, a portare avanti le iniziative di reshoring avviate lo scorso anno, quando l'interruzione della catena di approvvigionamento ha sottolineato la loro dipendenza dalla regione asiatica.

Revisione del quadro normativo

Inoltre, nel 2022 occorrerà attenzione anche per la parte burocratica. Ad esempio, in Ue, le nuove normative comporteranno dei rischi. Si prevede, infatti, una revisione completa del quadro normativo per i prodotti farmaceutici, che comprende tutto: dall'incentivazione, all'innovazione, alla sicurezza degli approvvigionamenti e alla garanzia di parità di accesso dei vari Paesi dell'Unione. Come sempre, la Commissione dovrà procedere con cautela tra innovazione e accessibilità economica. Ma anche altri paesi attueranno nuove normative: nel 2022, in Giappone, inizierà la fase finale delle nuove regole sui codici a barre sugli imballaggi farmaceutici, un tipo di riforma che sembra modesta, ma che invece può essere sorprendentemente difficile da attuare; Taiwan sta introducendo regole per migliorare la tracciabilità, anche se queste non entreranno in vigore fino a gennaio 2023. Invece, in Cina, i produttori di farmaci continuano a crescere, mentre la Commissione sanitaria nazionale cerca di centralizzare e semplificare i processi di approvvigionamento dei farmaci, comprese le regole progettate per garantire un "uso più razionale dei medicinali". Dato che anche il governo cinese si sta muovendo per estendere la copertura assicurativa nell'ambito dei suoi progetti di salute pubblica, ci si aspetta un controllo molto più rigoroso sulle spese e su come vengono impiegati gli investimenti. Oltre alla telemedicina integrata al sistema sanitario nazionale, la Cina sta progressivamente migliorando i sistemi per l'innovazione, con regolamenti di brevetto più rigide, ma con processi di approvazione più rapidi. In questo momento le aziende biotecnologiche cinesi stanno crescendo rapidamente, aiutate soprattutto da finanziamenti pubblici e privati. Invece, dal punto di vista fiscale, alcune modifiche richiederanno cambiamenti nella strategia industriale. Non sarà immediato ma l'industria dovrà prepararsi alla possibile attuazione di una tassa minima globale per le multinazionali, a seguito del recente accordo che riguarda circa 136 paesi. L'obiettivo della normativa, che, se approvata, dovrebbe entrare in vigore nel 2023, sarà quello di eliminare i tentativi di elusione fiscale. Tutte queste criticità, però, non impediranno gli investimenti e lo sviluppo innovativo: non solo la spesa globale per la ricerca è in buone condizioni, ma la pandemia ha accelerato diversi percorsi verso l'innovazione. Uno di questi è l'accesso e l'uso dei dati digitali per guidare la ricerca. Le aziende farmaceutiche potrebbero non voler più condividere i dati per sviluppare vaccini COVID, ma gli strumenti di analisi dei dati sono ancora attivi e vengono tuttora utilizzati. Il passaggio improvviso da studi clinici in loco a studi virtuali durante i lockdown, sebbene all'epoca sia stato un evento doloroso, ha aperto nuovi modi per portare a termine gli studi molto più rapidamente che in passato.

Cristoforo Zervos

TAG: FARMACI, FATTURATO, MERCATO FARMACEUTICO

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