Farmaci
11 Ottobre 2023 L’uso intermittente di benzodiazepine degli anziani limita i rischi, come le fratture e cadute, rispetto ad un uso cronico. Lo studio presentato all’Ecnp
L’utilizzo intermittente di benzodiazepine negli anziani risulta associato a meno rischi di complicanze come le fratture rispetto all’uso cronico di questi farmaci. È quanto osserva un team guidato da Simon Davies, dell’Università di Toronto, in un lavoro presentato al Congresso 2023 dell’European College of Neuropsychopharmacology (Ecnp), che si è tenuto a Barcellona dal 7 al 10 ottobre scorsi. Il lavoro era stato precedentemente pubblicato sul Journal of Psychopharmacology.
Cadute, fratture e alterazione cognitiva, i rischi nell’uso di benzodiazepine tra gli anziani
Le benzodiazepine sono utilizzate contro i disturbi d’ansia e l’insonnia e la loro assunzione resta diffusa, specialmente tra gli anziani. Secondo Davies e colleghi, una ricerca condotta nel 2016 in Ontario ha mostrato che l’11% degli anziani assume benzodiazepine, di cui il 60% utilizza bassi dosaggi, il 25% ne fa un utilizzo moderato e il 15% assume alti dosaggi. L’utilizzo regolare di benzodiazepine è controverso a causa di problematiche legate a tolleranza, dipendenza, rischio di difficoltà a sospendere la terapia e altri eventi avversi. Le potenziali conseguenze associate all’utilizzo di benzodiazepine sembrano essere maggiori, in frequenza, rispetto alla popolazione più giovane e includono rischio di cadute, fratture, alterazione cognitiva e aumentato rischio mortalità. Inoltre, gli anziani sono più propensi ad adottare regimi cronici di utilizzo di questi farmaci.
Lo studio: l’uso intermittente di benzodiazepine riduce del 20% fratture d’anca
Nell’indagine presentata a Barcellona, sono state incluse 57.041 persone over 65 anni che utilizzavano le benzodiazepine in modo cronico e 113.839 che le assumevano in modo intermittente. I ricoveri o la necessità di rivolgersi al pronto soccorso per cadute si sono verificate nel 4,6% tra chi assumeva le benzodiazepine in modo cronico rispetto al 3,2% tra quelli che le utilizzavano in modo intermittente (HR =1,13; IC 95%, 1,08 – 1,19; p <0,0001). Dall’analisi, dunque, è emerso che c’è un significativo eccesso di rischio per gli utilizzatori cronici di benzodiazepine, per la gran parte degli outcome secondari come fratture d’anca, ricoveri/visite al pronto soccorso, cure a lungo degenza e morte, ma non fratture al polso. I risultati, dunque, mostrano che passare ad assumere in modo intermittente le benzodiazepine potrebbe portare, in un anno, al 20% in meno di fratture dell’anca, al 7,5% in meno di cadute che richiedono ricoveri o accessi al pronto soccorso e ad un 24% in meno di rischio di dover essere ricoverati in strutture a lungo degenza.
Fonte:
Davies S. J. C., et al., Comparative safety of chronic versus intermittent benzodiazepine prescribing in older adults: A population-based cohort study. Journal of Psychopharmacology (2022) – doi: 10.1177/02698811211069096
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