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18 Maggio 2023

Funghi velenosi potenzialmente terapeutici: sperimentazioni con Amanita muscaria


L'ovolo malefico (Amanita muscaria) è un fungo simbionte (ossia instaura un rapporto di convivenza e di mutuo vantaggio con un altro organismo), velenoso. La muscarina, l'alcaloide minore del fungo, se ingerita o fumata provoca dispnea, convulsioni, stato confusionale e anche la morte.

Tuttavia, esistono altre sostanze neuroattive nel fungo, isolate solo negli anni '60, fra cui si annoverano l'acido ibotenico, il muscazolo e il muscazone: tutti e tre sembrano agire a livello cerebrale come agonisti del recettore GABA e capaci di indurre stupore seguito da frenesia. L'acido ibotenico sembra essere il principale alcaloide (concentrazioni di 0,3-1,0 g per kg di peso secco) che, una volta attraversate le vie urinarie, forma il muscimolo, ossia quella sostanza che passa nelle urine e di cui vanno ghiotte le renne e da cui deriva la storia che lega l'manita muscaria alla figura di Babbo Natale nei racconti nordici.

Sul muscimolo si è orientata la ricerca, per verificarne le possibili potenzialità terapeutiche: in particolare, nel 2019 è stato pubblicato uno studio su una terapia minimamente invasiva per l'epilessia farmacoresistente, consistente nella somministrazione di micro-iniezioni intracraniche di muscimolo. Tre pazienti sono stati sottoposti al trattamento e l'epilessia è scomparsa, ma tre pazienti non sono sufficienti per dimostrare l'efficacia del trattamento.

Il muscimolo, inoltre, è attualmente in sperimentazione per la cura del morbo di Parkinson: in studi su primati affetti da Parkinson, l'infusione di muscimolo in una parte del cervello ha prodotto un miglioramento dei movimenti rallentati tipici delle persone malate di Parkinson. Analoghe infusioni fatte su pazienti parkinsoniani durante la stimolazione cerebrale hanno prodotto miglioramenti clinici. Le diverse tipologie di amanita presentano una attività allucinogena variabile nelle diverse stagioni dell'anno. Questa potrebbe essere una conseguenza delle fluttuazioni del rapporto tra acido ibotenico e muscimolo.

Tornando alla muscarina, è stato grazie agli studi sui suoi effetti che si è scoperta l'acetilcolina, responsabile della trasmissione nervosa tanto nel sistema nervoso centrale quanto nel sistema nervoso periferico, sia nell'uomo che in altri organismi. Ad aprire la via a questa scoperta fu Oswald Schmiedeberg (1838-1921), grande farmacologo di Strasburgo, che isolò la muscarina e che scrisse nel 1869 di una monografia sulla muscarina insieme a Richard Kloppe. I due notarono che stimolando elettricamente il ramo sinistro del nervo vago (praticato per curare l'epilessia farmaco-resistente e la depressione), il cuore rallentava, mentre l'effetto della elettrostimolazione poteva essere bloccato con l'atropina, ancora oggi usata per contrastare l'avvelenamento da amanita muscaria. Siccome la muscarina pareva produrre lo stesso effetto di quella stimolazione elettrica, ne dedussero che il vago, stimolato elettricamente, doveva produrre il rilascio di una qualche sostanza simile alla muscarina. Come a dire che l'elettrostimolazione era in grado di rilasciare un trasmettitore chimico. Ovviamente non si trattava di muscarina, ma l'identità di questo trasmettitore chimico rimase in sospeso fino ai lavori di Loewi e Dale che nel 1936 ricevettero il Premio Nobel per la medicina per la scoperta dell'acetilcolina, un neurotrasmettitore che Loewi aveva inizialmente chiamato vagus-stoff, perché secreta dal nervo vago.

Dai culti sciamanici della Siberia orientale dove questo fungo è conosciuto da migliaia di anni, arriviamo alla moderna medicina, ai laboratori farmaceutici dell'Europa del XIX secolo e all'incredibile intuizione di Dale, che arriva a pensare che l'acetilcolina sia un composto simile alla muscarina, rilasciato dal parasimpatico. Una visione che culmina nella produzione di farmaci utili, pur illustrando quanto sia complesso identificare il fungo, isolarne i principi attivi, e determinarne l'eventuale utilità terapeutica. L'Amanita muscaria, considerata dalle autorità russe tanto pericolosa da essere oggetto di anatema da parte della chiesa ortodossa, diventa la chiave essenziale per comprendere il comportamento del parasimpatico e isolare, in un secondo tempo, l'acetilcolina, svelando contemporaneamente il funzionamento di altri alcaloidi naturali analoghi alla muscarina: pilocarpina, fisostigmina e tiotropium, oggi usati nella cura del glaucoma, dell'asma e della malattia polmonare ostruttiva cronica. I recettori muscarinici sono localizzati nel cervello, nelle ghiandole, nei gangli simpatici, nel cuore, nel cervello, nella muscolatura liscia e nell'occhio, e le azioni muscariniche corrispondono a quelle indotte dall'acetilcolina rilasciata dalle terminazioni nervose parasimpatiche post-gangliari: essa provoca una vasodilatazione generalizzata e secrezione da parte delle ghiandole sudoripare. In Italia, come in molti paesi europei (Svezia, Norvegia, Olanda, Finlandia, Danimarca, Inghilterra), l'Amanita muscaria può essere legalmente comprata, venduta e posseduta; L'articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modifiche, che regola quali sostanze stupefacenti o psicotrope sono sottoposte a vigilanza e controllo, non menziona né il fungo nella sua interezza né parti di esso.

Bibliografía
Heiss, J. D., Argersinger, D. P., Theodore, W. H., Butman, J. A., Sato, S., & Khan, O. I. (2019). Convection-enhanced delivery of muscimol in patients with drug-resistant epilepsy. Neurosurgery, 85(1), E4.
Levy, R., Lang, A. E., Dostrovsky, J. O., Pahapill, P., Romas, J., Saint-Cyr, J., ... & Lozano, A. M. (2001). Lidocaine and muscimol microinjections in subthalamic nucleus reverse Parkinsonian symptoms. Brain, 124(10), 2105-2118.


Tania Re e Nicola Bragazzi
Cattedra Unesco "Antropologia della salute, biosfera e sistemi di cura"
Università degli studi di Genova

TAG: FUNGHI, AMANITA MUSCARIA, FUNGHI MEDICINALI

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