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04 Maggio 2023

Test streptococco: spazi utilizzabili, adempimenti, procedure. Le indicazioni per effettuarli in sicurezza


L'esecuzione del test per lo streptococco in farmacia prevede spazi da dedicare alla prestazione, procedure di esecuzione e misure di sicurezza. Un punto sugli aspetti di cui tenere conto

La richiesta di test per la rilevazione dello streptococco viene segnalata ancora in crescita dalle farmacie e non manca chi si interroga su quali siano le indicazioni per effettuarli al meglio. Dagli spazi da dedicare alla prestazione, alle modalità di esecuzione, sino alle misure di sicurezza, sono diversi gli ambiti di cui tenere conto. A tornare sul tema è un'analisi realizzata dallo studio Bacigalupo Lucidi e pubblicata da Sedivanews.


Test per lo streptococco in crescita: le indicazioni per effettuarli in farmacia

Tra i nuovi servizi che le farmacie possono assicurare, sottolinea l'approfondimento, c'è anche "l'effettuazione di test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo", e tra questi "rientra anche quello per lo streptococco. La disciplina attuativa è contenuta nel Protocollo d'intesa approvato da Governo, Regioni e Province autonome Federfarma, Assofarm e Farmacieunite, relativo all'Esecuzione di test diagnostici, vaccinazioni anti SARS-CoV-2 e antinfluenzali in farmacia, che ne definisce le modalità".
Una prima indicazione riguarda gli spazi: "le attività di somministrazione dei test diagnostici sono eseguibili in area interna alla farmacia, purché separata dagli spazi destinati allo svolgimento delle attività di dispensazione del farmaco in modo tale da garantire la riservatezza degli utenti, nonché in apposite aree, locali o strutture esterne. È comunque possibile somministrare il test diagnostico a farmacia chiusa". In tutti i casi "i locali devono avere i requisiti di idoneità igienico-sanitaria già previsti per l'esercizio farmaceutico". Le aree, i locali o le strutture esterne alla farmacia "devono comunque essere compresi nella circoscrizione farmaceutica prevista nella pianta organica di pertinenza della farmacia stessa". Tra le altre previsioni, c'è poi la possibilità che "due o più farmacie, di proprietà di soggetti differenti, possano esercitare in comune tali servizi sanitari, previa stipula di un contratto di rete". Requisiti e indicazioni restano le stesse. In generale, "in caso di ampliamento dei locali, la farmacia è tenuta, entro il termine di 60 giorni dalla comunicazione dell'intenzione di eseguire test diagnostici, a presentare domanda di autorizzazione. Nelle more del rilascio dell'autorizzazione, l'attività può essere svolta in ragione della comunicazione già inviata".


Gli adempimenti per avviare il servizio e il consenso informato

A essere ripercorsi sono poi gli adempimenti necessari per avviare ed eseguire il servizio: "le farmacie che intendono somministrare i test diagnostici lo comunicano preventivamente alla ASL competente, tenuto conto delle modalità definite dalla Regione/Provincia autonoma di riferimento". Quanto alla fase di somministrazione vera e propria di test diagnostici, "questa è eseguita, previa verifica dell'identità ed esibizione da parte dell'interessato della Tessera Sanitaria e nel rispetto delle modalità riportate nella scheda tecnica del prodotto in uso".
Un aspetto fondamentale è poi il consenso informato: come aveva di recente ricordato Federfarma in una comunicazione, la normativa prevede che "ogni persona abbia il diritto di essere informata, riguardo ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici". Pertanto, "Il farmacista o suo incaricato operatore sanitario, prima dell'esecuzione del test, fornisce informazioni adeguate all'utente, anche in forma orale, sulla tipologia di test da somministrare, su eventuali rischi e sul significato dell'esito positivo o negativo, consegnando un referto o attestato di esito scritto all'assistito, anche in formato digitale". Una indicazione arrivata da Federfarma è poi quella di "munirsi della prova" scritta "dell'espressione del consenso da parte del cittadino", utilizzando il modulo. Per "una massima tutela della farmacia in caso di contenziosi, sarebbe opportuno conservarlo per la durata della prescrizione civilistica (10 anni)".


Privacy e norme di sicurezza per personale e utenti

C'è poi anche il tema della privacy: "La farmacia che somministra test diagnostici in regime privatistico" aveva detto Federfarma "eÌ titolare del trattamento e deve rendere una informativa, che può essere esposta in farmacia o messa a disposizione del paziente. È sufficiente comunque che il paziente, nell'ambito del modulo relativo al consenso informato, dia atto di aver preso visione dell'informativa". La consegna del referto in maniera digitale richiede un ulteriore espressione di consenso, "distinto e specifico" da parte del paziente. In merito, infine, alle norme di sicurezza, "il personale incaricato della somministrazione dei test diagnostici deve utilizzare dispositivi di protezione individuale" e in generale "il titolare di farmacia o il direttore responsabile devono adottare adeguate misure di sicurezza a tutela della salute dei lavoratori e degli utenti, adempiendo agli obblighi previsti dalla legislazione vigente di settore".

Francesca Giani

TAG: INFEZIONI DA STREPTOCOCCUS, FARMACISTI, FARMACIA

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