Ricerca scientifica e innovazione, Lorenzin: volàno economia italiana e sviluppo del Paese
La ricerca e l'innovazione scientifica e tecnologica rappresentano una sfida essenziale dei prossimi anni che, utilizzate nel modo corretto, possono rilanciare lo sviluppo economico, sociale e culturale del nostro Paese
La ricerca e l'innovazione scientifica e tecnologica rappresentano una sfida essenziale dei prossimi anni che, utilizzate nel modo corretto, possono rilanciare lo sviluppo economico, sociale e culturale del nostro Paese. Questo il messaggio che arriva dal secondo seminario del ciclo di Conferenze, ideato da Beatrice Lorenzin, deputata del Pd ed ex ministro della Salute, dal titolo "La sfida: 2025-2050: un rinascimento scientifico a prova di sostenibilità per far vincere il paziente", promosso a Roma dal Centro studi americani, a cui hanno partecipato esperti nazionali e internazionali, politici e rappresentanti delle professioni sanitarie e dei cittadini. «Dobbiamo capire, da un lato dove sta andando la ricerca biomedica e come può essere un volano di sviluppo per l'economia italiana, perché questo è il nostro petrolio, e dall'altro lato come garantire queste scoperte straordinarie contro il cancro, contro le malattie degenerative, le nuove frontiere della genomica ai pazienti italiani».
Ricciardi: accelerare con finanziamenti e leggi
L'obiettivo che si pone il ciclo di seminari è quello di costruire un ponte tra sapere scientifico e istituzioni, creando l'occasione affinché questi ultimi possano affrontare in modo positivo e proattivo le numerose sfide che il prossimo futuro proporrà. La recente epidemia del nuovo coronavirus, ad esempio, dimostrato l'influenza e la rilevanza che ha la ricerca. Ad evidenziarlo è Walter Ricciardi, presidente Mission Board for Cancer EU, che in un'intervista rilascia a Doctor33spiega: «La ricerca è stata evocata come importantissima nell'occasione di questa epidemia, ma per farla diventare un reale momento di sviluppo del Paese bisogna darle le gambe. Bisogna accelerare con i finanziamenti e con le leggi perché - precisa - in questo momento l'Italia è in enorme ritardo su due leggi: la prima è il recepimento del regolamento sulla privacy dei dati. Siamo l'unico Paese tra i 27 che non l'ha ancora recepito, un regolamento che è stato varato nel 2014 e che doveva essere recepito nel 2019. La seconda legge è quella sulla sperimentazione animale. Mi risulta che in questo momento in Parlamento è in discussione un provvedimento per recepire, anche in questo caso, il regolamento comunitario. Si parla di un rinvio di una proroga di un anno, non serve a niente perché per portare investimenti e per far lavorare tranquillamente i ricercatori, ce ne vogliono perlomeno tre. Se non si fanno queste cose la ricerca resta soltanto una parola. Con la ricerca invece finanziata, strutturata, normata e con i grandi ricercatori italiani che abbiamo, dobbiamo fare i fatti».
Valorizzare economicamente i nostri ricercatori
Per risolvere l'annosa condizione di precarietà dei ricercatori è stata pensata una riforma, la "Piramide del ricercatore". L'iter normativo è stato avviato agli Stati Generali della Ricerca Sanitaria del 2016 dall'allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin e la prima fase di applicazione è partita lo scorso dicembre. Lorenzin fa riferimento, per l'appunto, a tale provvedimento, «bisogna valorizzare lo status del ricercatore - sottolinea - e anche riuscire a valorizzarlo economicamente perché altrimenti i nostri ricercatori andranno a lavorare in altri Paesi dove vengono pagati molto di più. Questo è un lavoro che riguarda pochi dal punto di vista personale, ma tutti dal punto di vista dell'interesse collettivo. Dobbiamo capire che nei prossimi anni saremo di fronte a un bivio, conclude Lorenzin - cioè o riusciamo a valorizzare al massimo questo grande patrimonio della conoscenza che abbiamo, facendolo diventare un'industria della conoscenza, oppure rischiamo di retrocedere».
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