Fine stato emergenza Covid. Le prime indicazioni su gestione passaggio per ffp2, vaccini e forniture
Lo stato di emergenza è in scadenza a fine marzo. Molte le ricadute su vaccini, tamponi, dispositivi di protezioni individuali. Quali sono le indicazioni per gestire il passaggio?
Lo stato di emergenza è in scadenza a fine marzo e l'orientamento, salvo nuove recrudescenze del virus, è, per ora, quello di non prorogarlo. Molte saranno le ricadute: i poteri straordinari del Governo e della Protezione civile verranno meno, cesseranno le attività del Commissario straordinario, del Comitato Tecnico Scientifico, le cabine di Regia tra Governo e Regioni. Ma anche la campagna vaccinale verrà impattata, con un ruolo più attivo delle Regioni e del territorio, così come ricadute ci saranno anche su tutti quei provvedimenti che hanno interessato la fornitura di dispositivi di protezioni individuali. Quali sono le indicazioni per gestire il passaggio? E, in caso di recrudescenza pandemica, in che maniera si potrà essere di nuovo pronti?
Cessazione dello stato di emergenza: le ricadute su campagna vaccinale e forniture
Il percorso per superare lo stato di emergenza è ancora da costruire ma sono già in arrivo le prime indicazioni sulla gestione per le prossime settimane. Di recente, il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, in una lettera indirizzata a Ministero e Regioni, ha fornito chiarimenti in merito alla campagna vaccinale e alle forniture, anche perché centrale, nella gestione di queste ultime fasi, è stato proprio il tema della pianificazione, afflusso, stoccaggio e distribuzione dei vaccini. Quanto "attuato finora si è rivelato fondamentale per garantire la disponibilità di vaccini, un numero di somministrazioni adeguato e per procedere rapidamente anche all'inoculo della dose addizionale/booster". In particolare, la chiave è stata la "gestione centralizzata, che ha visto nel bilanciamento tra i quantitativi a scorta, afflussi dalle aziende produttrici e quantitativi per donazioni, i suoi fattori chiave". Ma quale è la situazione attuale? "Delle oltre 37 milioni di dosi booster a oggi effettuate, quasi 27 milioni sono state somministrate tra dicembre e gennaio. Se si aggiungono le prime e le seconde dosi - oltre 2 milioni - il totale di dosi somministrate in questo arco temporale ristretto arriva a toccare i 29 milioni". Lo scenario di cui sarà necessario tenere conto vede "avviata la somministrazione della quarta dose agli immunocompromessi, anche se la situazione sarà oggetto di monitoraggio per valutare un eventuale allargamento della platea". Poi c'è il tema della terza dose: compreso marzo, "nella platea, ci sono 8 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto il booster e, di queste, circa 4,5 milioni sono guarite da al massimo 4 mesi, con un dato in crescita. Si tratta di persone che potrebbero ricevere la somministrazione successivamente".
La gestione passa a Regioni e territorio
Al riguardo va considerato che "buona parte dei vaccini mRNA in arrivo nella seconda metà di marzo e ad aprile sono stati resi disponibili per la donazione verso paesi in difficoltà. Le donazioni, tuttavia, richiedono una pianificazione con almeno un mese di anticipo: laddove, quindi, dovesse emergere la necessità di riorientare le consegne verso le esigenze nazionali, sarà necessario operare la scelta con un mese di anticipo. Il quantitativo in arrivo, che è quello previsto dai contratti, non è generalmente sufficiente a consentire tutte le somministrazioni auspicate in un ristretto periodo di tempo". Quanto alle forniture, è la rassicurazione, "è stato dato alle Regioni un quantitativo tale da permettere, insieme ai quantitativi mantenuti a livello centrale - per i quali è in atto un potenziamento dell'hub di Pratica di Mare - una prima risposta a un eventuale allargamento della platea della quarta dose".
FFP2: attenzione alle deroghe legate allo stato di emergenza
Tra le altre questioni legate alla eventuale cessazione dello stato di emergenza, c'è anche il sistema di deroghe che erano state decise per facilitare l'approvvigionamento di forniture connesse alla pandemia. Tra queste, da Federfarma, arrivano indicazioni relative alle FFP2 e FFP3: "con l'Ordinanza del Ministero della Salute del 26 aprile 2020 è stato previsto che, fino alla fine dello stato di emergenza, per l'importazione di mascherine chirurgiche e facciali filtranti FFP2 e FFP3, non costituisce impedimento al rilascio del nulla osta sanitario, neì all'immissione in commercio, la circostanza che l'etichetta sia scritta in una delle lingue dell'Unione Europea diversa rispetto alla lingua italiana. In base a tale disposizione è pertanto attualmente possibile vendere al pubblico le mascherine sopra indicate anche qualora l'etichetta non sia scritta in italiano, ma riporti la lingua di un altro Stato dell'Unione Europea. Ma con la cessazione dello stato di emergenza tale previsione, salvo diverse indicazioni, è destinata a decadere. L'invito è allora quello di "porre attenzione in fase di acquisto di tali dispositivi che gli stessi rechino la corretta etichettatura redatta in lingua italiana, utilizzando le prossime settimane per procedere all'esaurimento delle eventuali scorte di mascherine con etichette in una lingua UE diversa dall'italiano".
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