Post-Covid, Gaudioso: cambio di passo e novità culturali. Ricetta dem e ruolo farmacie
Il Covid ci ha fatto riscoprire l'importanza, l'attualità e la necessità del Servizio sanitario nazionale e ci ha fatto assistere a un cambio di passo e novità culturali
Il Covid ci ha fatto riscoprire l'importanza, l'attualità e la necessità del Servizio sanitario nazionale e ci ha fatto assistere a un cambio di passo e novità culturali senza precedenti dell'intero Sistema: dall'aumento delle borse di studio per i medici alla ricetta dematerializzata, alla valorizzazione del ruolo della farmacia di comunità, che offre ed offrirà sempre di più, servizi qualificati ai cittadini, allargando di fatto i punti territoriali di accesso alla cura. Sono le riflessioni di Antonio Gaudioso già Capo della segreteria tecnica del Ministero della salute durante il Governo Draghi, pubblicate sul L'Osservatore Romano.
"Quando si parla di salute - scrive Gaudioso - si può ormai affermare che esiste un "prima" e "dopo", o almeno così dovrebbe essere. Mi riferisco naturalmente alla pandemia da Covid 19 e all'impatto che questa ha avuto, non solo sulla vita di tutti noi, ma anche sul Servizio sanitario nazionale. È come se avessimo riscoperto l'importanza, l'attualità e la necessità di quella che resta la più importante infrastruttura dello Stato sociale in Italia".
Gaudioso ricorda che nell'era pre-Covid c'è stata una "progressiva riduzione degli investimenti pubblici su questo capitolo di spesa con la conseguenza di un sostanziale blocco delle assunzioni che aveva reso progressivamente sempre più inadeguato il personale medico, infermieristico e delle professioni sanitarie". Poi la riforma del Titolo V che nel 2001 ha trasferito i poteri alle Regioni e che intendeva "avvicinare l'organizzazione e la gestione dei servizi sanitari alle comunità locali, al fine di "personalizzarli" in base ai loro bisogni specifici" ma si "è poi scontrato con la realtà di un percorso di riforma mai concluso, che ha relegato lo Stato centrale ad un ruolo residuale nel quale, ad esempio, è venuta meno la possibilità di garantire adeguati ed omogenei livelli di servizio ai cittadini di tutti i territori. L'effetto di questa situazione è stato un progressivo allargarsi e consolidarsi di storiche disuguaglianze tra le varie aree del Paese". "E forse è proprio alla luce di queste condizioni di riferimento -commenta Gaudioso - che si possono apprezzare la tenuta e il successo di un Servizio sanitario nazionale le cui caratteristiche sono davvero uniche a livello internazionale".
Cambio di passo: finanziamento fondo sanitario e PON equità e Pnrr
Con il Covid del 2020, sottolinea Gaudioso, si scatena "una vera e propria rivoluzione" con "quattro impellenti bisogni: la necessità di ripensare l'erogazione dei servizi; l'urgenza di riorganizzare e finanziare una sanità territoriale trascurata per decenni; l'esigenza di innovazione tecnologica e di sanità digitale; l'improvvisa necessità di personale adeguato". Da qui il "cambio di passo senza precedenti dell'intero Sistema". "Il fondo sanitario nazionale è passato da 114 a 128 miliardi di euro, con un ulteriore aumento già previsto che farà superare la quota di 130 miliardi. A questi si aggiungono circa 20 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che consentiranno entro il 2026 — scadenza per altro perentoria — di riqualificare l'intero Sistema sanitario nazionale attraverso: la riorganizzazione della sanità territoriale; importanti investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico; l'accessibilità di tutti i cittadini alla telemedicina e al fascicolo sanitario elettronico; l'interoperabilità delle banche dati regionali, che favoriranno l'accesso alla cura quando ci si sposta da una regione all'altra. Ulteriori 600 milioni di euro sono poi stati previsti nel Piano operativo nazione (PON equità)".
Novità culturali: ricetta dem e valorizzazione farmacie
L'evento Covid secondo Gaudioso ha portato "molte novità culturali e di approccio alla soluzione dei problemi, che sono andate nella direzione della semplificazione". Tra gli esempi più significativi vanno ricordati: l'aumento delle borse di studio per i medici, la ricetta dematerializzata, "che ha permesso ai cittadini di avere un rapporto sia con il medico di famiglia che con il farmacista per una più semplice gestione della prescrizione e dell'accesso al farmaco"; la valorizzazione del "ruolo della farmacia di comunità, che offre ed offrirà sempre di più, servizi qualificati ai cittadini, allargando di fatto i punti territoriali di accesso alla cura".
Nodi da sciogliere: Mmg e formazione di figure professionali
A fronte di tante innovazioni positive restano ancora molti nodi da sciogliere. "Abbiamo da sciogliere il nodo del "medico di famiglia" che può e deve garantire percorsi di cura adeguati per i cittadini, dall'assistenza domiciliare fino a quella ospedaliera. Va affrontato il tema dell'emergenza/urgenza, che pone ancora gli operatori in condizioni di estrema difficoltà". "Dobbiamo fare una riflessione importante sulla capacità di formare figure professionali in un contesto nel quale i bisogni di cura evolvono continuamente. Il Parlamento italiano sta attualmente discutendo la legge delega sulla condizione degli anziani autosufficienti e non, che contiene delle grandi opportunità di riforma strutturale a fronte però di robusti investimenti". Il nodo più importante secondo Gaudioso è "quello del rapporto tra Stato e Regioni che ha ormai mostrato i suoi limiti. Le Regioni hanno grande autonomia per essere vicino ai territori, ma lo Stato è spesso privo dei mezzi necessari a garantire omogenei livelli essenziali di assistenza. Un diritto questo che è caposaldo del Servizio Sanitario Nazionale e della splendida Costituzione italiana, e che merita per tanto sforzi sempre maggiori affinché siano scongiurati diritti a due velocità".
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