Covid 19, vaccino in spray nasale: buoni risultati preclinici. Lo studio francese
Un nuovo vaccino che prevede la somministrazione per inalazione ha dato buoni risultati in test preclinici. Sviluppato in Francia è composto dalla proteina Spike
Un nuovo vaccino in studio ha dato buoni risultati in test preclinici. Completamente sviluppato in Francia, potrebbe essere già commercializzato nel 2023. La sua particolarità è che la somministrazione avviene per inalazione e non per inoculazione. Al momento è stato testato solo su animali (topi e criceti dorati) ed è sviluppato dalla Biomap - dell'Istituto nazionale di ricerca per l'agricoltura, l'alimentazione e l'ambiente (INRAE) - insieme all'Università di Tours. Il vaccino è composto dalla proteina Spike e dalle proteine virali non soggette a mutazione e dovrebbe risultare protettivo indipendentemente dalle mutazioni virali e dal ceppo circolante di coronavirus.
Forte risposta immunitaria con due somministrazioni
I ricercatori hanno comunicato buoni risultati nei test preclinici: "Due somministrazioni nasali, a distanza di tre settimane, inducono una forte risposta immunitaria anticorpale - in particolare nelle Immunoglobuline A della mucosa che sono efficaci sulle diverse varianti di Sars-CoV-2 - e cellulare, nelle cavità nasali e nei polmoni". L'efficacia protettiva è stata testata anche in termini di sopravvivenza e assenza di segni clinici. Infatti, dopo la vaccinazione, il 100% degli animali a cui è stato somministrato è sopravvissuto senza aver sviluppato alcun segnale clinico come problemi respiratori, perdita di peso, etc., a differenza del gruppo di animali non vaccinato. Infine, il vaccino è stato testato anche in termini di contagiosità sul criceto siriano che riproduce la fisiopatologia umana del Covid-19, con risultati, secondo i ricercatori, chiari: "gli animali infetti vaccinati non hanno mostrato alcuna carica virale polmonare e nasale rilevabile a differenza degli infetti non vaccinati. Questi risultati indicano una totale eliminazione della contagiosità tra individui". I ricercatori aggiungono che questo vaccino potrebbe servire anche da richiamo nella popolazione già vaccinata "al fine di evitare la trasmissione della malattia". Biomap spera di avviare la fase di produzione in autunno, in vista di una fase clinica nella seconda metà del 2022.
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A cura di Paolo Levantino - Farmacista clinico
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