FARMACIE
04 Settembre 2023 Alcune malattie infettive presentano la caratteristica di poter essere prevenute e uno degli interventi più efficaci e sicuri è rappresentato dalla vaccinazione. L'utilità dei vaccini, inoltre, è riconosciuta anche come strumento per combattere la resistenza agli antibiotici. È questo uno dei principi alla base del Piano vaccinale 2023-2025, che a inizio agosto ha ricevuto il via libera definitivo e che fa riferimento a farmacie e farmacisti.
Approvato il nuovo Piano vaccini dopo via libera delle Regioni
L’approvazione è arrivata a inizio agosto, superando lo stallo che si era determinato dopo che le Regioni avevano posto all’attenzione il nodo delle risorse. “Abbiamo dato il via libera al nuovo Piano” hanno fatto sapere le Regioni, “con le risorse disponibili a legislazione vigente, insieme alla richiesta di avviare un monitoraggio della spesa sulla loro congruità e per valutare la possibilità di reperirne di ulteriori in caso di eventuali maggiori costi sostenuti dalle regioni. È stato poi chiesto che alla ripartizione del finanziamento di eventuali maggiori costi vaccinali accedano tutte le Regioni e le Province autonome, in deroga alle disposizioni legislative che stabiliscono per le Autonomie speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento sanitario corrente”.
Tra le novità, possibilità di adattare il Calendario vaccinale
Una delle novità del Piano, a ogni modo, come sottolineato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, è il fatto che il Calendario vaccinale costituisca un documento distinto e, pertanto, facilmente aggiornabile in base ai futuri scenari epidemiologici, alle evidenze scientifiche e alle innovazioni in campo biomedico. “In questo modo sarà possibile introdurre e valutare eventuali innovazioni in tempi più rapidi, rendendo di fatto il Piano più flessibile e aperto”. Il Nuovo Calendario, “oltre a presentare l'offerta vaccinale attivamente e gratuitamente prevista per fascia d'età, contiene anche le vaccinazioni raccomandate a particolari categorie a rischio (per condizione medica, per esposizione professionale, per eventi occasionali, per vulnerabilità sociali ed economiche)”.
Disomogeneità regionali da superare grazie a capillarità punti vaccinali e più proattività
Nel complesso, il Piano dovrebbe porre le basi verso “l’armonizzazione delle strategie vaccinali tra le regioni, la promozione di una diffusa capillarità dei punti vaccinali e una maggiore proattività per raggiungere gruppi di popolazione ad alto rischio o difficilmente raggiungibili”. Tra gli aspetti evidenziati dal Ministero, infatti, c’è “la promozione, sotto il coordinamento dei dipartimenti di prevenzione e dei centri vaccinali territoriali, della vaccinazione attraverso reti professionali di medici di medicina generale e specialisti, assicurando in tal modo la presa in carico vaccinale dei pazienti cronici e/o fragili da parte dei centri specialistici che li hanno in cura per la malattia di base”. Il documento comunque “individua, tra le finalità da raggiungere nel triennio, azioni concrete e strategie al fine di incrementare le coperture vaccinali soprattutto nei soggetti ad alto rischio di patologia, rafforzando Governance, Reti e percorsi di prevenzione vaccinale, nonché attraverso l’adozione di una visione proattiva e di un approccio centrato sulle esigenze del cittadino”.
Farmacisti e farmacie nelle reti di erogazione e promozione vaccinale
C’è poi un aspetto che viene evidenziato: "durante la pandemia, che ha segnato uno spartiacque nelle politiche di prevenzione” ha spiegato Carlo Signorelli, presidente del Nitag, l’organo che supporta il Ministero della Salute sul tema “abbiamo vaccinato 50 milioni di persone in 6 mesi, mostrando che abbiamo strumenti da utilizzare meglio e il Piano fa tesoro di questa lezione”. Non a caso, si legge nel testo, “nell'ambito della campagna vaccinale per l'emergenza COVID-19, sono stati coinvolti ulteriori attori - tra i quali medici specialisti di altre branche, medici competenti -, sono stati attivati gli hub vaccinali, è stata rafforzata l'offerta vaccinale in ambito ospedaliero, nonché individuati contesti nuovi di erogazione, come le farmacie. La sinergia tra tutte le professionalità e le diverse Strutture coinvolte nella rete territoriale di offerta gioca un ruolo strategico nella protezione della popolazione ed è necessario trarre esperienza dalle soluzioni attuate in via emergenziale per definire nuovi percorsi estendibili, dove opportuno, alle altre malattie prevenibili da vaccino oltre a valutare i migliori modelli organizzativi. Per questo, alla luce dei nuovi LEA che garantiscono la gratuità delle vaccinazioni per i soggetti a rischio di tutte le età previste, è auspicabile valutare il mantenimento e il potenziamento di questi nuovi percorsi per l'offerta vaccinale individuale”.
Anche in riferimento alle reti di promozione vaccinali, “attori fondamentali sono i MMG e i PLS”, ma “l'esperienza COVID-19 ha portato a piena maturazione il coinvolgimento nella rete della prevenzione vaccinale dei farmacisti e delle farmacie”.
Tra le strategie open day per recuperare le vaccinazioni non fatte. Focus su HPV
Interessante poi il focus relativo “all'eliminazione e la riduzione del carico delle malattie infettive prevenibili da vaccino che rappresenta una priorità per il nostro Paese, da realizzare attraverso strategie efficaci e applicate nella maniera più omogenea possibile su tutto il territorio nazionale”. In questa direzione, tra gli obiettivi riportati dal Piano c’è anche quello di “rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate e migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino”: in questa direzione l’indicazione è di “favorire la vaccinazione attraverso l'ampliamento dell'accesso ai servizi vaccinali, l'organizzazione di open day e attività di catch up”, ma anche “mantenere la gratuità nel tempo per le coorti beneficiarie e l'adozione di strumenti e tecnologie informatiche flessibili per supportare la chiamata attiva e la gestione della prenotazione per ridurre le probabilità di non presentazione”. Mentre tra gli altri obiettivi c’è poi quello di “rafforzare la comunicazione in campo vaccinale, promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia, completare l'informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali e mettere a regime l'anagrafe vaccinale nazionale”.
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