Governo
04 Giugno 2024Sono due i provvedimenti del Consiglio dei ministri per ridurre e governare le liste d’attesa - un decreto legislativo, che contiene misure più urgenti, e un disegno di legge. Tra le misure previste anche disposizioni inerenti le farmacie, relative in particolare a vaccini e test per rilevare le infezioni batteriche
Sono due i provvedimenti del Consiglio dei ministri per ridurre e governare le liste d’attesa - un decreto legislativo, che contiene misure più urgenti, e un disegno di legge -, entrambi «frutto di un lavoro di confronto tra Governo, Regioni, Ordini e associazioni dei cittadini» ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in conferenza stampa. Tra le misure previste, vengono richiamate dal Ministro anche le disposizioni inerenti le farmacie, relative in particolare a vaccini e test per rilevare le infezioni batteriche e favorire il contrasto all’antibiotico resistenza.
Contrasto alle liste di attesa: tra le misure anche spinta ai servizi in farmacia
Gli interventi sulla farmacia, secondo quanto ha spiegato il Ministro al termine del Cdm, confluiranno nel Disegno di legge, che consterà di 14 articoli. La prima formulazione dell’ulteriore potenziamento della farmacia dei servizi e del ruolo della farmacia sul territorio risale in realtà a circa due mesi fa ed era parte di un Ddl semplificazioni, che poi è confluito nelle bozze circolate nei giorni scorsi del Decreto liste d’attesa. Tra le proposte che erano state elaborate c’era la possibilità di somministrare in farmacia, da parte di farmacisti formati con corso abilitante e successivi aggiornamenti annuali organizzati dall’Istituto superiore di sanità, vaccini contro il Covid-19 e l’influenza, ma soprattutto anche i vaccini individuati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale nei confronti dei soggetti di età non inferiore a dodici anni, oltre all’effettuazione di tamponi nasali, salivari od orofaringei, in aree, locali o strutture, anche esterne alla farmacia, dotate di apprestamenti idonei sotto il profilo igienico-sanitario, atti a garantire la tutela della riservatezza e ricomprese nella circoscrizione farmaceutica prevista nella pianta organica di pertinenza e segnalati da una insegna. Al farmacista era data poi la possibilità di effettuare test diagnostici per il contrasto all’antibiotico-resistenza, a supporto del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta ai fini dell’appropriatezza prescrittiva, oltre che, nei limiti delle proprie competenze, eseguire servizi di telemedicina nel rispetto dei requisiti funzionali e dei livelli di servizio indicati nelle linee guida nazionali. Ancora non è disponibile la bozza del Cdm, ma dal Ministro, in conferenza stampa, è stato ricordato proprio l’obiettivo di «promuovere l’erogazione dei servizi in farmacia, con la possibilità di effettuare sia i vaccini sia i test finalizzati alla rilevazione delle infezioni batteriche, anche per combattere antimicotico resistenza». Accanto a queste, il focus va poi alle «prestazioni di telemedicina».
I provvedimenti: un decreto legge con misure urgenti e un Disegno di legge
Il contrasto alle liste d’attesa, a ogni modo, vede sostanzialmente due step. Il Decreto legge che contiene le misure più urgenti, nello specifico, si struttura in 7 articoli, dove un primo punto riguarda l’istituzione presso Agenas di una Piattaforma nazionale per le liste d’attesa, di cui si avvale il Ministero della Salute. «Un provvedimento fondamentale perché consente di avere un monitoraggio dei tempi di erogazione dei servizi, prestazione per prestazione e regione per regione». Accanto a questo, è poi previsto «un organismo di controllo sull’assistenza che dipende del Ministero della Salute e verifica, presso le aziende sanitarie e ospedaliere, il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste e dei piani operativi per il recupero delle stesse». Un ulteriore passaggio riguarda «l’implementazione di un sistema unico di prenotazione delle prestazioni sanitarie, a cui afferiranno i Cup regionali o infra-regionali, in cui vi siano le disponibilità delle strutture pubbliche e del privato accreditato». Quello che si intende strutturare è «un sistema per garantire ai cittadini l’erogazione delle prestazioni nei tempi di attesa previsti dalle classi di priorità, anche quindi mediante il ricorso all’intramoenia e al privato accreditato». Con un limite: «le singole aziende o il singolo professionista non farà in attività intramuraria un numero di prestazioni superiori a quelle in regime di Ssn. Da rilevazioni a campione risulta che ci sono presidi sanitari dove in Ssn vengono eseguite 9 prestazioni a fronte di 90 in intramuraria e questo non è più accettabile». Previsto poi un «potenziamento dell’offerta assistenziale anche in riferimento alle visite diagnostiche e specialistiche, con disponibilità anche di sabato e domenica e una più ampia fascia oraria». Così come il superamento del «concetto di tetto di spesa per le assunzioni di personale sanitario», che si vuole vedere sostituito da un approccio per «fabbisogno». In particolare, «per il 2024 il tetto di spesa per il personale sanitario dovrebbe passare, per le regioni che ne facciano richiesta, dal 10 al 15%, mentre a partire dal 1° gennaio 2025 l’intenzione è di abolirlo», in base alle risorse disponibili.
Si intende andare verso il rispetto della classe di priorità delle prestazioni
Il decreto con carattere di urgenza, a ogni modo, presenta uno stampo più organizzativo, mentre, come sottolineato, è soprattutto il Ddl – nel quale ci sono le misure sulle farmacie - che contiene misure di spesa. Tra queste, per esempio, si prevede un aumento della tariffa oraria del personale medico fino al 20% per le prestazioni aggiuntive e l’introduzione di una decurtazione delle tasse del 15%. Per aumentare poi a 100 euro l’ora la tariffa oraria degli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d’attesa si stimano fondi per 100 milioni di fondi di euro. A essere evidenziato è anche l‘ulteriore innalzamento per il tetto di spesa dei privati accreditati di un altro +1% per anno. Ma, come già indicato, ci dovrà essere la piena integrazione delle agende di prenotazione, da parte dei privati convenzionati, con i Cup unici che ogni regione dovrà istituire. Una misura importante è anche la previsione della creazione di un sistema nazionale di governo delle liste di attesa, presso il ministero, una cabina di regia, a cui partecipano anche associazioni di cittadini e ordini, che sovrintende l’elaborazione di un piano nazionale ad hoc e vigila sulla sua attuazione. Richiamata dal Ministro anche l’istituzione di un registro per le segnalazioni sulle liste attesa». In merito all’appropriatezza prescrittiva, infine, viene ricordato al medico di indicare la classe di priorità e il sospetto diagnostico e vengono anche previsti incarichi libero professionali per gli specializzandi fino a 10 ore settimanali (non più 8).
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