Politica sanitaria
28 Agosto 2024Nuove raccomandazioni dell’European centre for disease prevention and control per la gestione dei casi importati di mpox (“vaiolo delle scimmie”) ceppo clade I
L’European centre for disease prevention and control ha pubblicato un report che prevede un aumento dei casi importati di mpox (monkeypox, vaiolo delle scimmie) causati dal ceppo più critico, il clade I, attualmente in circolazione in Africa. Sebbene la probabilità di una trasmissione sostenuta in Europa sia bassa, il rischio aumenta per coloro che viaggiano nelle aree colpite. L’Ecdc consiglia agli Stati membri dell’UE/SEE di rafforzare la sorveglianza e le attività di preparazione e prevenzione per rilevare e gestire tempestivamente eventuali nuovi casi.
Il legame stretto e frequente tra l’Europa e l’Africa, dovuto ai viaggi, espone l’UE/SEE a un alto rischio di importazione del virus. Per questo motivo, l'ECDC raccomanda di fornire ai viaggiatori informazioni aggiornate sulle aree colpite e di considerare la possibilità di vaccinazione contro il mpox. Il rischio di infezione è elevato per coloro che entrano in contatto stretto con le comunità colpite nei Paesi africani, mentre il rischio è moderato per i contatti stretti dei casi importati in Europa.
La necessità di una risposta rapida
La direttrice dell’Ecdc, Pamela Rendi-Wagner, ha sottolineato l’importanza di preparati ad affrontare i potenziali casi importati, evidenziando la necessità di una rapida diagnosi e l’implementazione di misure di controllo per prevenire la trasmissione.
Per affrontare questo rischio, l’Ecdc raccomanda alle autorità sanitarie pubbliche dell’UE/SEE un elevato livello di preparazione, con piani di sensibilizzazione verso la popolazione e attività di sorveglianza intensificate. È essenziale, spiega il report, disporre di capacità efficaci di monitoraggio, test di laboratorio, indagine epidemiologica e tracciamento dei contatti per rilevare eventuali casi di mpox da clade I sul continente europeo e attivare una risposta rapida. Un altro aspetto cruciale sarà la sensibilizzazione dei clinici e l’implementazione di processi di gestione dei casi una volta identificato un sospetto caso di infezione. Qualsiasi infezione da clade I deve essere comunicata rapidamente a livello europeo tramite piattaforme come EpiPulse (portale online europeo di dati sulle malattie infettive) o Ewrs (strumento di segnalazione fra Stati membri in caso di criticità sanitarie globali). Inoltre, i viaggiatori diretti nelle aree epidemiche sono incoraggiati a consultare il proprio medico o servizi di igiene e sanità pubblica riguardo all'idoneità per la vaccinazione contro il mpox.
Questa nuova valutazione del rischio segue la dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità e dal report di allerta del Center disease control and prevention africano per la sicurezza sanitaria continentale. L’Ecdc continua a collaborare con partner locali e internazionali per contribuire al controllo della diffusione del mpox nel continente africano. L’epidemia in atto Africa è distinta dall'epidemia globale di MPXV clade IIb che si è verificata nel 2022 e che continua a circolare a bassi livelli in Europa e a livello globale.
Esperti dell’Ecdc stanno lavorando a stretto contatto con i partner del Ccdc africano per sostenere la risposta all’epidemia. Attraverso il progetto di partenariato tra Ecdc e Cdc, gli esperti stanno contribuendo a una revisione rapida della letteratura scientifica sanitaria per identificare le lacune delle conoscenze sul clade I del mpox e guidare la ricerca futura. Inoltre, stanno supportando una revisione in corso della risposta all’epidemia di mpox nella Repubblica Democratica del Congo per aggiungere informazioni sulle attività di preparazione, prevenzione e risposta al virus.
Anche l’Eu health task force (Euhtf) ha inviato un epidemiologo nella Rdc per contribuire alla sorveglianza del mpox, alle indagini sul campo e ai progetti di ricerca, dimostrando l’impegno dell’Unione Europea nel fronteggiare questa emergenza sanitaria. Questi sforzi congiunti sono essenziali per ridurre l’impatto del virus e per garantire che i Paesi dell’UE/SEE siano preparati a gestire efficacemente i casi importati, proteggendo così la salute pubblica a livello continentale e globale.
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