Politica e Sanità
25 Febbraio 2025In Italia, oltre dieci milioni di persone ne soffrono, con un impatto devastante sulla qualità della vita e sul sistema sanitario. Per affrontare questa emergenza sanitaria, oggi è stato presentato alla Camera dei deputati il “Nuovo Manifesto sul Dolore”
A 15 anni dall'approvazione della Legge 38 del 2010, che sancisce il diritto a non soffrire, il dolore cronico rimane una condizione clinica sottovalutata e spesso mal gestita. In Italia, oltre 10 milioni di persone ne soffrono, con un impatto sulla qualità della vita e sul sistema sanitario. Per affrontare questa emergenza sanitaria, oggi è stato presentato alla Camera dei deputati il "Nuovo Manifesto sul Dolore", un'iniziativa promossa da un'Alleanza di esperti, pazienti e cittadini con l'obiettivo di migliorare la consapevolezza, la formazione e la rete di assistenza per chi convive con questa patologia. Tra i protagonisti di questo cambiamento emergono le farmacie, che rappresentano il punto di contatto più immediato tra il paziente e il sistema sanitario e i farmacisti, possono svolgere un'importante funzione di counseling, orientando le persone verso percorsi di cura adeguati e promuovendo l'uso corretto dei farmaci analgesici.
Il Manifesto è sostenuto da importanti enti come l'Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD), FederDolore, Fondazione ISAL, la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), Federfarma, Cittadinanzattiva e Fondazione ONDA ETS, e propone tre direttrici fondamentali: diffondere una cultura del dolore cronico per favorirne il riconoscimento e la diagnosi precoce, potenziare la formazione del personale socio-sanitario e rafforzare le reti di terapia del dolore, integrandole meglio con la medicina territoriale.
Per dolore cronico si intende un dolore che perdura da più di tre mesi, in modo persistente, continuo o ricorrente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta di uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello globale, per il peso epidemiologico e per l’impatto multidimensionale: chi ne soffre, è meno produttivo sul lavoro, meno efficiente all’interno della rete familiare, e può sviluppare problematiche di tipo ansioso o depressivo, autoimponendosi limiti nella vita quotidiana per paura di provare dolore. Complice la scarsa consapevolezza, in molti casi i pazienti vivono con rassegnazione la propria condizione dolorosa, accedendo con notevole ritardo a cure specifiche.
Di questi temi gli attori dell’Allenza hanno discusso insieme ai rappresentanti del mondo della politica e delle Istituzioni, evidenziando come identificare e trattare efficacemente il dolore è una priorità di salute e un indicatore della qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai cittadini.
“Dobbiamo lavorare affinché la Legge 38/2010 venga attuata in maniera uniforme, intensificando la collaborazione tra istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti per superare le criticità esistenti e assicurare risposte efficaci a chi soffre, e il Manifesto presentato oggi contiene interessanti proposte in tal senso. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo trasformare il dolore cronico da una condizione di sofferenza e isolamento a un problema gestito con competenza, empatia e dignità”, ha dichiarato Luciano Ciocchetti, Vicepresidente Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati.
La Legge 38, che ha sancito il diritto all’accesso alla terapia del dolore, prevede una rete assistenziale dedicata alla terapia del dolore, multidisciplinare e integrata, in grado di garantire una diagnosi tempestiva e tempi adeguati di accesso alle cure, riducendo il numero di interventi inappropriati, effetti indesiderati e complicanze. Ad oggi, tuttavia, la rete non trova ancora un’applicazione omogenea sul territorio nazionale.
“È quantomai necessario sostenere e rafforzare l’informazione per far conoscere e riconoscere il dolore cronico come patologia a sé – e non come sintomo – ad alto impatto impatto esistenziale e in termini di qualità della vita. Promuovere consapevolezza intorno a questi aspetti può contribuire a un’appropriata e tempestiva presa in carico e a tutelare il diritto a non soffrire, dando risposta ai bisogni specifici di cura” ha dichiarato Nicoletta Orthmann, Direttrice medico-scientifica di Fondazione Onda ETS.
“Il paziente con dolore cronico è spesso disorientato nel percorso diagnostico-terapeutico e si trova a dover consultare numerosi specialisti prima di arrivare a un centro specialistico di terapia del dolore, anche con gravi conseguenze psicofisiche oltre che economiche.”, ha dichiarato Gabriele Finco, Past President AISD. “Per questo, è fondamentale rafforzare e diffondere la ‘cultura del dolore’ partendo dai giovani medici e coinvolgendo tutti i professionisti socio-sanitari. È urgente investire nella formazione sugli aspetti fisiopatologici, sociali e psicologici del dolore cronico, essenziali per una corretta gestione del paziente”.
Nel Manifesto, dunque, emerge la necessità di maggiori investimenti in formazione e informazione per favorire la crescita culturale delle persone, ma soprattutto dei diversi professionisti coinvolti nella terapia del dolore, a partire dal medico di medicina generale, passando per le diverse specialità coinvolte (ortopedici, reumatologi, fisiatri, neurologi), fino ad arrivare agli psicologi, essenziali per offrire un supporto a 360° ai pazienti, e ai farmacisti e alla rete delle farmacie di prossimità, nel loro ruolo di counselor sul territorio per il corretto utilizzo dei farmaci.
“Le farmacie, in quanto presidio di prossimità del SSN, possono supportare i pazienti affetti da dolore cronico sul fronte dell’informazione e del corretto uso dei farmaci”, ha detto Paolo Betto, Vicedirettore di Federfarma. “I farmacisti possono contribuire a veicolare efficacemente informazioni e messaggi di sensibilizzazione, ma anche ad orientare i pazienti verso i servizi territoriali più adeguati, fornire indicazioni sul corretto uso dei medicinali, monitorare l’andamento delle cure, trasferendo ai medici curanti informazioni utili per calibrare al meglio le terapie. A questo proposito, le farmacie possono anche realizzare preparazioni galeniche con dosaggi mirati per dare risposte personalizzate al paziente, elemento particolarmente rilevante nel trattamento del dolore".
“Il dolore cronico interessa ogni anno milioni di persone in Italia con un costo medio di oltre 4.500 euro all’anno, senza contare la spesa a carico del privato cittadino e l’impatto invalidante sulla sua vita. Regione Lombardia già nel 2019 ha approcciato la materia come riferimento nazionale, riconoscendone la natura di disciplina ospedaliera specialistica, con il codice di riferimento n 96, quindi tracciabile. Nel corso del 2025 sarà progressivamente attuata e consolidata la Rete di Terapia del Dolore, in linea con l'Accordo n. 119/2020 CSR, attraverso l’identificazione e il rafforzamento delle Reti Ospedaliere e Locali di Terapia del Dolore e la definizione di un Coordinamento regionale. Considerando che i pazienti con dolore cronico hanno una dimensione epidemiologica e bisogni assistenziali peculiari e richiedono competenze professionali dedicate, l’obiettivo è favorire un appropriato governo della presa in carico, talvolta in un contesto di fragilità, delle loro necessità multidimensionali e delle loro caratteristiche biopsicosociali, stratificando gli interventi secondo bisogni”, ha evidenziato Marco Alparone, Vicepresidente e Assessore al Bilancio Regione Lombardia e Presidente Comitato di settore Regioni-Sanità Conferenza delle Regioni.
In tale contesto, le principali Associazioni di pazienti, Enti di Ricerca, Organizzazioni civiche e Società Scientifiche maggiormente attive sul tema, si sono riunite ed attivate, su iniziativa promossa da Sandoz, per intraprendere tale nuovo percorso di awareness e sensibilizzazione volto a colmare i gap che ancora oggi esistono nell’applicazione della Legge 38 pervenendo alla redazione di un nuovo Manifesto sul dolore.
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