Industria farmaceutica
08 Ottobre 2025Egualia chiede la sospensione e revisione della normativa fondata su uno studio di fattibilità largamente lacunoso e propone alternative a livello nazionale. Queste le criticità emerse nell’audizione in Commissione Politiche UE alla Camera

Sospendere l’attuazione della Direttiva sulle acque reflue urbane (UWWTD) e del relativo sistema di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), in attesa di una nuova valutazione d’impatto a livello comunitario e valutare misure a livello nazionale che consentano di ripartire i costi su tutte le fonti di microinquinanti, introdurre un tetto agli oneri a carico delle imprese, definire criteri condivisi di calcolo dei contributi e istituire un tavolo tecnico con istituzioni e industria. È la proposta avanzata da Egualia nel corso dell’audizione alla Commissione Politiche UE della Camera, dove è in corso l’esame della Legge di delegazione europea 2025 (AC 2574) che reca al suo interno anche la direttiva sulle acque reflue urbane.
“Condividiamo senza esitazioni l’obiettivo di fondo: ridurre la presenza di microinquinanti nelle acque ma le modalità proposte dalla Direttiva rischiano di generare conseguenze non volute e sproporzionate in particolare per il comparto dei farmaci equivalenti, che fornisce ogni giorno milioni di trattamenti essenziali a prezzi accessibili e che verrebbe colpito in modo eccessivo e ingiustificato”, ha spiegato il DG di Egualia, Michele Uda.
In alternativa, Egualia propone di adottare a livello di implementazione nazionale tutte le cautele per ammortizzare gli effetti di una normativa che imporrebbe solo ai settori farmaceutico e cosmetico di finanziare l’adeguamento di diverse centinaia di impianti di trattamento delle acque reflue in tutta Europa e i relativi costi di gestione, con lo scopo di depurare gli scarichi “domestici” inquinati dalle deiezioni dei pazienti. Una misura destinata a generare uno tsunami di carenze di farmaci essenziali e critici in tutta Europa.
L’approccio EPR che estende la responsabilità di un produttore alla gestione dei propri prodotti al termine del loro ciclo di vita, includendo la fase post-assunzione (nel caso dei farmaci) e trasferendo i costi della gestione dei rifiuti ai produttori stessi non può applicarsi in automatico ai medicinali.
“Il farmaceutico – ha proseguito il DG di Egualia - non ha oggi la possibilità di sviluppare farmaci “più ecologici”, modificando a piacere la struttura chimica delle molecole. La priorità assoluta di un medicinale è l’efficacia clinica e la sicurezza per il paziente. Qualsiasi cambiamento nella molecola attiva altererebbe il profilo terapeutico, richiedendo nuovi lunghi percorsi autorizzativi e, nella maggior parte dei casi, rendendo impossibile mantenere l’indicazione clinica originaria. Questo significa che i medicinali non sono sostituibili sulla base di criteri ambientali, come accade invece in altri settori merceologic”
Dato il termine del 31 dicembre 2028, è essenziale - secondo Egualia - che la Commissione svolga una nuova valutazione di impatto quanto prima, per apportare le modifiche necessarie al sistema senza dover aspettare la revisione del 2033 e i Governi europei sospendano, nel mentre, l’implementazione della Direttiva.
In alternativa, la strategia proposta da Egualia prevede quattro passaggi fondamentali a tutela della sostenibilità del comparto:
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