Sanità
26 Settembre 2023 Il documento dell’Iss rivolto a tutti gli operatori sanitari spiega come migliorare la comunicazione con i pazienti Lgbt+ su farmaci, prevenzione e diagnosi. Ecco le raccomandazioni

Come comunicare con i pazienti appartenenti alla comunità Lgbt+, quali sono gli ostacoli a livello sanitario che affrontano, quali sono le pratiche inclusive che possono essere messe in atto negli ambienti sanitari, sono alcuni degli argomenti contenuti all’interno del documento “Linee di indirizzo per la comunicazione del personale sanitario con i/le pazienti Lgbt+”. Il documento è stato condiviso dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e redatto da del Gruppo di Lavoro “Diseguaglianze di salute legate al genere” e approvato dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere.
Ostacoli sanitari: persone Lgbt+ possono avere ritardo nella diagnosi di patologie croniche
All’interno del documento si parla in particolare della comunicazione con persone con orientamento sessuale non etero, transgender, gender diverse e intersex. Infatti, i pazienti Lgbt+ presentano le stesse esigenze di salute della popolazione generale, sebbene, almeno in alcuni casi (le persone transgender e gender diverse e le persone intersex) possano avere specifici bisogni di salute. Inoltre, per le persone Lgbt+ si presentano spesso diversi ostacoli nell’accesso e nell’utilizzo dei servizi sanitari classificabili come barriere individuali, interpersonali, organizzative e istituzionali, con effetti negativi sulla salute mentale e/o fisica.
Nonostante l’interesse e l’impegno crescente delle istituzioni internazionali le persone Lgbt+ tuttora subiscono forti discriminazioni in ogni aspetto della vita quotidiana incluso l’accesso e l’utilizzo dei servizi sanitari. Questa fascia di popolazione può ritardare l’accesso ai servizi sanitari (o allontanarsene dopo un primo accesso) con conseguenze allarmanti in termini di salute, ad esempio un ritardo nella diagnosi di patologie croniche e auto-somministrazione di farmaci. Gli atteggiamenti discriminatori, che si manifestano anche mediante una serie di più o meno inconsapevoli micro-aggressioni, nei riguardi della popolazione Lgbt+ nella pratica medica sono una realtà anche in Italia, per cui è necessario che il personale sanitario venga messo a conoscenza di alcune questioni che riguardano la presa in carico delle persone Lgbt+ al fine di fornire servizi sufficientemente inclusivi, erogati sulla base dell'equità e della non discriminazione
Una comunicazione più inclusiva
Lo svolgimento di una pratica sanitaria sufficientemente inclusiva, implica che il personale sanitario sia formato e sia in grado di comprendere che le espressioni più sottili, indirette ed eventualmente involontarie di pregiudizio possono avere un effetto negativo sulla relazione personale sanitario-paziente. Nel documento vengono incluse le raccomandazioni per impostare una migliore comunicazione sanitario-paziente e includono:
● Utilizzare un linguaggio neutro. Il nome sui documenti può non corrispondere al nome scelto dalla persona. Il sesso assegnato alla nascita può non corrispondere all’identità di genere. Quando non si è sicuri, è meglio chiedere con rispetto e delicatezza alla persona come preferisca essere chiamata;
● Mantenere un atteggiamento non giudicante sia nel linguaggio verbale che in quello non verbale. Stabilire un contatto visivo con l’utente e mantenere un’espressione accogliente;
● Acquisire familiarità con i termini comunemente utilizzati da e in riferimento alla popolazione Lgbt+. Chiedere al paziente di chiarire il significato di eventuali termini con i quali non si ha familiarità, oppure ripetere il termine utilizzato dal paziente aggiungendo la propria comprensione del suo significato; questo può essere utile a non incorrere in problemi di comunicazione;
● Evitare di desumere l’orientamento sessuale di una persona in base al suo aspetto, al sesso assegnato alla nascita o alla sua identità di genere;
● Adottare una prospettiva aperta sull’identità di genere, riconoscendo che può essere vissuta ed espressa in differenti modi che possono andare al di là della dicotomia maschio/femmina. È importante che l’operatore prenda consapevolezza dei propri possibili pregiudizi, anche con l’aiuto di colleghi e/o esperti del settore;
● Porre esclusivamente domande pertinenti al motivo della visita del paziente evitando di chiedere informazioni non necessarie;
● Partecipare a percorsi formativi sulle specifiche esigenze sanitarie.
Come comunicare i temi di prevenzione
Nel caso in cui ci si trovi nell’ambito di fare prevenzione su tematiche delicati come infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) o in generale salute sessuale, il documento riporta alcune raccomandazioni utili dal punto di vista della comunicazione di cui bisogna tener conto al fine di promuovere una pratica sanitaria inclusiva. Ecco alcuni esempi:
● Quando si parla di rapporti e comportamenti sessuali, utilizzare un linguaggio neutro ed evitare di dare per scontato che i comportamenti sessuali siano svolti tra persone eterosessuali, o che siano finalizzati alla procreazione e non al raggiungimento del piacere sessuale. A tal fine può essere anche utile utilizzare un linguaggio neutro e non caratterizzato dal genere. Ad esempio, può essere utile usare l'espressione “partner sessuale” invece di “uomo”, “donna”, “marito” e “moglie”;
● Quando si raccoglie la storia sessuale, è molto importante utilizzare il linguaggio del paziente e la terminologia a cui fa ricorso per descrivere sé stesso, i partner sessuali e la relazione che ha in corso;
● Nell’ambito della prevenzione delle Ist è importante discutere in modo aperto delle pratiche e dei comportamenti sessuali. Riuscire ad approfondire tali questioni non è sempre facile, perché talvolta il personale sanitario, nel timore di assumere un atteggiamento voyeuristico, può essere titubante o imbarazzato nel raccogliere tali informazioni;
● I comportamenti sessuali, poi, di una persona che si definisce e si riconosce come bisessuale non sono significativamente differenti da quelli di una persona eterosessuale o lesbica/gay. Può essere utile, quindi, porre domande dirette e che comprendono tutte le identità sessuali, come ad esempio: “I tuoi partner sessuali sono uomini, donne o entrambi?”.
Per saperne di più: https://www.iss.it/documents/d/guest/linee-di-indirizzo-per-la-comunicazione-del-personale-sanitario-con-i-pazienti-lgbt-pdf
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