Politica e Sanità
30 Novembre 2023 Pubblicato l’aggiornamento Iss della sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS al 31 dicembre 2022, in vista della Giornata Mondiale del 1° dicembre
Dopo oltre 10 anni di dati in calo, nella fase post-Covid, si registra un nuovo aumento di casi di infezione da HIV: nel 2022 ci sono state 1.888 nuove diagnosi segnalate, +32% rispetto al 2020. In Italia l’incidenza, comunque, è inferiore rispetto alla media osservata tra gli Stati dell’Unione Europea (3,2 vs 5,1 nuovi casi per 100.000). È questo il quadro che viene fuori dall’aggiornamento della sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS al 31 dicembre 2022, curato dall’ISS e pubblicato in vista della Giornata Mondiale del 1° dicembre.
Nuove diagnosi con test HIV eseguito in presenza di sintomi o patologie correlate
L’84% dei casi scoperti nel 2022 è ascrivibile a rapporti sessuali, in particolare, i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) che costituiscono il 40,9, gli eterosessuali maschi il 25,1% e le eterosessuali femmine il 17,9%. La quota di nuove diagnosi in persone con più di 50 anni è in continuo aumento, dal 20% del 2015 al 31% del 2022.
Oltre la metà (58%) delle persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2022 erano in fase avanzata di malattia, cioè con una situazione immunitaria seriamente compromessa o addirittura già in AIDS, in cui l’infezione è rimasta misconosciuta per anni. Inevitabili i riflessi sull’efficacia della terapia antiretrovirale che risulta inferiore in caso di diagnosi tardiva, e sulla probabilità di trasmettere involontariamente l’HIV non usando le protezioni adeguate.
Negli over 50 la quota di diagnosi tardive arriva all’80%. Diminuisce l’attitudine a fare il test HIV in seguito ad un contatto sessuale non protetto, mentre aumentano i test eseguiti perché già presenti sintomi legati all’HIV in persone che si sono pertanto infettate vari anni prima. Nel 2022, quasi la metà delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per sospetta patologia HIV o presenza di sintomi HIV correlati (41,2%). Altri principali motivi di esecuzione del test sono stati: comportamenti sessuali a rischio (24,3%), controlli di routine o iniziative di screening a seguito di campagne informative (8,9%) e accertamenti per altra patologia (4,5%).
Aggiornamento sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS https://www.iss.it/documents/20126/6683812/Volume+36%2C+n.+11%2C+2023.pdf/efd27d2a-9bc3-229d-7351-675ae903cb8a?t=1701336755881
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