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21 Maggio 2024

Farmacista di reparto. Riconciliazione terapeutica, formazione pazienti, appropriatezza prescrizioni. Le mansioni in un progetto pilota

In Umbria nasce il “Farmacista di Reparto” un progetto pilota che prevede l’inserimento della nuova figura professionale nel reparto di oncologia medica dell’ospedale di Città di Castello, in provincia di Perugia.

di Giulia Vismara


Farmacista di reparto. Riconciliazione terapeutica, formazione pazienti, appropriatezza prescrizioni. Le mansioni in un progetto pilota

A Perugia il Farmacista di Reparto diventa parte integrante della catena assistenziale ospedaliera, con mansioni nella ricognizione e riconciliazione terapeutica e nell’educazione e nella formazione del paziente sulle terapie da seguire per aderire correttamente alle indicazioni del medico. Si tratta di un progetto pilota lanciato nel reparto di oncologia medica dell’Ospedale di Città di Castello, in provincia di Perugia e presentato oggi in una conferenza stampa inaugurata da Donatella Tesei, Presidente della Regione Umbria, da Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), e da Arturo Cavaliere, Presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (SIFO) che hanno sottolineato all’unisono l’importanza di questo progetto, evidenziandone il potenziale nel migliorare l’appropriatezza delle terapie e nel promuovere un utilizzo più efficiente delle risorse sanitarie.
Il progetto durerà un anno. prevede che la nuova figura lavorerà in collaborazione con un team multidisciplinare e sarà in grado di supportare i medici nell’affrontare le criticità con particolare riguardo all’appropriatezza prescrittiva e mette al centro un paziente fragile, immuno-compromesso e politrattato che avrà l’opportunità di avere al suo fianco un’ulteriore figura di spessore in grado di aiutarlo nel controllo delle interazioni tra farmaci/cibo e integratori oltre a supportarlo nell’aderenza alla terapia.

Passaggio fondamentale dell’assistenza sanitaria
Per Andrea Mandelli si tratta di “un passaggio fondamentale e non banale dell’assistenza sanitaria, che può essere importante non solo per il paziente, ma anche per i farmacisti. Il riconoscimento del ruolo del farmacista è il segno tangibile di una crescente attenzione e della capacità di comprendere il ruolo straordinario del dispensatore del farmaco, che abbraccia temi di grande rilevanza come le risposte terapeutiche e il risparmio economico”.
“La figura del Farmacista di Reparto - ha detto il presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Perugia Filiberto Orlacchio - si configura come strumento indispensabile nel creare un ambiente che favorisce l’espressione di una eccellenza clinica compatibile con le risorse economiche assegnate. Il ruolo tradizionale del Farmacista Ospedaliero, impegnato nell’approvvigionamento e distribuzione dei farmaci e dei dispositivi medici trasversalmente all’Azienda in cui opera, deve necessariamente cambiare, traendo ispirazione da realtà europee e americane ormai da tempo consolidate. In diversi paesi europei il farmacista ospedaliero è una figura di reparto ed è sentita la necessità di un confronto con tali realtà. Quanto previsto nel progetto è in linea con i più recenti indirizzi di Clinical Pharmacy, che vedono il Farmacista diventare parte integrante di un team multi-disciplinare e rivestire un ruolo più sanitario e aderente a quello che deve essere il suo percorso formativo universitario e professionale. In Umbria la trasformazione è già in atto: il Farmacista è un elemento cardine dell’equipe sanitaria che partecipa alle scelte delle terapie farmacologiche ed è in grado di intervenire in modo più preciso, diretto e immediato su ogni aspetto e problematica legati al farmaco, non solo dal punto di vista gestionale ed economico ma altresì orientato al paziente (Pharmaceutical Care) e al miglioramento del suo percorso clinico all’interno dell’Azienda”.

Nicola Nardella, Direttore Generale dell’Usl Umbria 1 e Giuseppe De Filippis, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, intervenuti all’incontro hanno sottolineato che la “presenza del farmacista all’interno delle unità ospedaliere non solo migliora la qualità delle cure, ma offre anche opportunità di risparmio economico attraverso una gestione più razionale delle risorse farmacologiche e una maggiore efficienza nei protocolli terapeutici”. Alessandro d’Arpino, Direttore di Farmacia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, ha aggiunto: “Un tempo, il medico vedevano i farmacisti come una figura di controllo delle terapie farmacologiche, ma oggi invece riconosce che la loro competenza è fondamentale per l’appropriatezza nell’uso dei farmaci, che ha un impatto non solo economico, ma anche clinico”. Ha lanciato un forte messaggio di collaborazione interdisciplinare, invitando tutti i professionisti sanitari a riconoscere e valorizzare il contributo del farmacista nel team di cura del paziente.
“Anche l’Italia si sta allineando all’orientamento internazionale che vede la presenza sempre più attiva del farmacista nel processo di cura in ospedale – ha affermato Alessandra Mariottini Sarti, la farmacista coinvolta nel progetto pilota. Il progetto pilota del “Farmacista Clinico di Reparto in Oncologia” prevede due programmi finalizzati a offrire strumenti in grado di prevenire gli eventi avversi, promuovere l’educazione del paziente sul corretto uso dei farmaci migliorando la sicurezza e l’efficacia dei trattamenti. “Più farmaci vengono prescritti a un paziente e maggiore è la probabilità di non aderenza terapeutica – ha commentato la farmacista - ciò si verifica soprattutto nel paziente anziano (sopra i 65 anni) con capacità visive ridotte, facile dimenticanza e spesso difficile comprensione del regime farmacologico. Per questo motivo il paziente anziano, per il quale anche una comunicazione corretta ed umana può rappresentare una terapia di supporto, è stato messo al centro del progetto”. 
Il primo step, “si concentra sulla fase di ricognizione e riconciliazione terapeutica, fondamentale nella gestione delle terapie oncologiche. Questa fase, già raccomandata a livello ministeriale, coinvolge medici e infermieri nell’analisi dettagliata delle terapie assunte dal paziente, identificando possibili interazioni tra farmaci e altre sostanze. È stata introdotta una nuova scheda di ricognizione, gestita direttamente dal farmacista, che raccoglie informazioni dettagliate sulle terapie in corso, sullo stile di vita del paziente e su altri aspetti rilevanti”. 
Il secondo step del progetto si concentrerà “sulla formazione e l’informazione dei pazienti riguardo alle nuove terapie. Questa fase mira a fornire ai pazienti tutte le informazioni necessarie per comprendere appieno la loro terapia, identificare eventuali effetti collaterali e aderire correttamente alle indicazioni del medico. La dottoressa Mariottini ha sottolineato l’importanza di valutare l’aderenza del paziente alle terapie prescritte, utilizzando sistemi informativi avanzati per monitorare i ritiri delle prescrizioni e individuare eventuali discrepanze”.

Piero Carsili, Direttore Generale dell’Usl Umbria 2, ha ricordato l’importanza di creare una rete interconnessa tra gli ospedali e le aziende sanitarie della regione: “Il nostro obiettivo principale è quello di promuovere una collaborazione più stretta tra i nostri colleghi e di sviluppare un sistema integrato che possa adattarsi alle esigenze specifiche della nostra comunità. Abbiamo la fortuna di operare in una regione di dimensioni medio-piccole, il che ci consente di mettere in campo strategie innovative e di adattarci rapidamente alle esigenze locali”.

TAG: FARMACIA OSPEDALIERA

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