Vaccini
25 Settembre 2024La campagna vaccinale contro influenza e Covid-19 partirà ad ottobre, coinvolgendo anche i farmacisti di comunità. Il Ministero ha fornito indicazioni, inclusa la gestione della co-somministrazione di vaccini diversi, uno dei temi sollevati dagli operatori sanitari.
È in partenza da ottobre la campagna vaccinale contro l’influenza – anche se la data di inizio può variare a seconda dei territori – e, per quanto riguarda il vaccino contro il Covid-19, si sta mettendo in moto la macchina per la consegna delle dosi. Dal Ministero sono già arrivate le raccomandazioni sulle modalità di conduzione della campagna, che prevede il coinvolgimento attivo anche dei farmacisti di comunità, ma tra i dubbi avanzati dagli operatori sanitari c’è quello della gestione della co-somministrazione di vaccini diversi. Ecco quali sono le indicazioni.
A fornire chiarimenti in merito alla campagna di vaccinazione autunnale e invernale anti Covid-19, per la stagione 2024-25, è l’ultima circolare del Ministero della salute (del 17 settembre), che ribadisce come i vaccini adattati alla variante JN.1, su cui si basa la campagna, sono già nelle disponibilità del Dicastero e vedono l’avvio del processo di consegna alle Regioni/PA. Per garantire una maggiore offerta attiva, in modo particolare alle persone a rischio, e facilitare la tempestiva adesione alle campagne vaccinali, la richiesta alle Regioni è che vengano implementate le misure organizzative necessarie, con particolare riferimento alla collaborazione operativa dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, dei farmacisti delle farmacie di comunità e della rete specialistica ospedaliera e territoriale, incluse le strutture per lungodegenti.
Il vaccino è disponibile in tre formulazioni multidose specifiche per età. La dose di richiamo, viene ricordato, è annuale, ma è previsto un singolo inoculo anche per coloro che non sono mai stati vaccinati (ciclo primario). L’aver contratto una infezione da SARS-CoV- 2, anche recente, dopo il precedente richiamo, non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione. La distanza dalla dose di vaccino anti-COVID-19 più recente deve essere di almeno tre mesi.
Ma come comportarsi in caso di somministrazione simultanea di più vaccini? Per tutti i vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 autorizzati in Italia, è possibile la somministrazione concomitante (o a distanza di tempo, prima o dopo) con altri vaccini, compresi i vaccini basati sull’impiego di patogeni vivi attenuati. Per coloro che accedono sia alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 sia a quella Mpox resta ancora valida l’indicazione di una distanza di almeno 4 settimane (28 giorni) tra un vaccino e l’altro.
Nel caso di somministrazione di due vaccini per via intramuscolare, nella stessa seduta vaccinale, è possibile utilizzare due sedi anatomiche differenti (es. deltoide destro e deltoide sinistro) oppure la stessa sede anatomica (es. entrambi nel deltoide sinistro); in questo caso devono essere iniettati a distanza di almeno 2,5 cm l'uno dall'altro, al fine di ridurre la probabilità di reazioni locali sovrapposte.
Per quanto riguarda la platea dei beneficiari, si ricorda che la vaccinazione è raccomandata a persone di età pari o superiore a 60 anni, ospiti delle strutture per lungodegenti, donne in gravidanza, post partum o allattamento, persone dai 6 mesi ai 59 anni con elevata fragilità. Tra le persone a cui viene in via prioritaria raccomandato il richiamo con il nuovo vaccino aggiornato rientrano gli operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; gli studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione.
In generale, una dose di richiamo è offerta attivamente alle categorie a maggior rischio, ma la vaccinazione è gratuita anche per coloro che non rientrano. La vaccinazione è comunque consigliata anche a familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità. Va detto che in fase di avvio della campagna, la vaccinazione sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario.
Intanto, per quanto riguarda il vaccino contro l’influenza, la determina Aifa che aggiorna i ceppi per la stagione 2024/2025 è orma in vigore, ma saranno comunque le regioni a decidere annualmente, tramite gare, tra i prodotti disponibili in commercio, quelli che verranno utilizzati durante le campagne vaccinali. In precedenza, erano già state diffuse le indicazioni dal Ministero della Salute sulle modalità di somministrazione: le campagne regionali sono fissate a partire dall’inizio di ottobre (40ma settimana dell’anno), ma un punto importante è che la vaccinazione sia offerta alle persone eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo o se riferiscono di aver già avuto uno o più episodi simil-influenzali. Questo può essere particolarmente importante se si tratta di una stagione influenzale tardiva o quando si presentano pazienti a rischio. Occorre poi tenere presente che la risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente. Anche in questo ambito, è raccomandata la realizzazione di iniziative volte a promuovere la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli operatori sanitari, agevolando la somministrazione diretta presso il setting lavorativo e in tutte le occasioni possibili.
In ogni caso, anche la vaccinazione influenzale è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente, tra gli altri, a tutti coloro che hanno compiuto 60 anni, alle donne in gravidanza e nel post-partum, ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, a chi è affetto da malattie croniche che espongono a un maggior rischio di complicanze in caso di influenza, alle persone ricoverate presso strutture di lungodegenza, ai familiari di soggetti ad alto rischio di complicanze, agli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, come medici e personale sanitario e socio-assistenziale, forze di polizia e vigili del fuoco.
Elemento fondamentale della campagna, come era stato messo in luce già nella circolare ministeriale di giugno, è la rete delle farmacie di comunità.
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