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02 Dicembre 2024

Pazienti oncologici, a Cremona al via progetto pilota di Pdta con farmaci anticancro in Dpc nelle farmacie

Presentato in Lombardia nuovo Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) di integrazione ospedale-territorio per ridisegnare l'assistenza oncologica puntando ad un forte livello di integrazione tra ospedale e territorio. A Cremona progetto pilota con farmaci anticancro in Dpc nelle farmacie

di Redazione Farmacista33


Pazienti oncologici, a Cremona al via progetto pilota di Pdta con farmaci anticancro in Dpc nelle farmacie

In Regione Lombardia è stato presentato un nuovo Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) per i pazienti oncologici. Il progetto pilota è stato avviato dall'ASST di Cremona all'interno del percorso Smart Care (Soluzioni e metodi avanzati di riorganizzazione territoriale in sanità) in cui sono state coinvolte delle donne con tumore mammario ed è stata prevista la somministrazione di trattamenti al di fuori dall'ospedale. La progettualità è stata resa possibile anche grazie al via libera di Regione Lombardia alla dispensazione in Dpc nelle farmacie territoriali di alcune terapie croniche anticancro. Il progetto è stato presentato durante un convegno organizzato dal Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell'Università statale di Milano in collaborazione con l'Associazione Periplo.

Più integrazione ospedale territorio 

 ''Dobbiamo ripensare la nostra sanità e 'sintonizzarla' verso i nuovi bisogni di cure e di assistenza dei cittadini - afferma Daniele Generali, responsabile dell'Unità multidisciplinare di Patologia mammaria dell'Asst di Cremona e principale autore del nuovo Pdta - Bisogna partire dal presupposto che il cancro per molte forme diventa una patologia cronica e talvolta guaribile. Al tempo stesso l'incidenza risulta in crescita e si registrano più di 1.000 nuovi casi ogni giorno. Le neoplasie del sangue invece colpiscono ogni anno più di 35mila persone, e molte volte la malattia può essere tenuta sotto controllo. Questo fenomeno rappresenta una grande ed inevitabile sfida per il sistema sanitario nazionale''.

''I primi dati hanno permesso di riscontrare un ottimo livello di soddisfazione - spiega il professor Generali - Abbiamo ottenuto una riduzione di richieste di legge 104 da parte di caregiver-parenti e si registra un miglioramento degli indicatori di qualità di vita delle pazienti. Questo di Cremona penso possa essere un buon esempio di come sia possibile ricollocare con i servizi sanitari''. 

L'obiettivo strategico finale secondo Ezio Belleri, direttore generale Asst di Cremona, sarà dunque quello di creare un modello organizzativo capace di garantire la migliore assistenza per il paziente oncologico anche sul territorio, ricollocando i servizi sanitari in maniera più appropriata e coordinando tutti i soggetti coinvolti. Con l'idea di individuare il miglior setting di cura che garantisca la massima qualità dell'assistenza, l'ottimizzazione delle risorse con una maggiore sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e l'appropriatezza organizzativa. ''Siamo convinti - conclude Belleri - che in alcune situazioni il paziente oncologico trovi più corretta attenzione alle sue esigenze in un setting assistenziale territoriale, che può essere quello di letti di cure intermedie o delle strutture dedicate. Riteniamo inoltre necessario riscrivere i Pdta del paziente oncologico che delinei in maniera chiara l'integrazione tra ospedale e territorio ove vengano evidenziate queste necessità assistenziali. I pazienti che potranno effettuare le terapie oncologiche ed onco-ematologiche in setting extra-ospedaliero dovranno essere selezionati in base a criteri specifici. La presa in carico dei malati sul territorio avverrà anche attraverso lo scambio di informazioni cliniche con il personale ospedaliero''.

Come osserva il direttore del dipartimento di Oncologia e Onco-ematologia dell'università degli Studi di Milano, Gianluca Vago: ''Sia il Dm 77 che il Pnrr hanno sottolineato l'assoluta necessità di rimodulare la nostra sanità. L'integrazione tra i servizi dell'ospedale e quelli della medicina territoriale è un tema centrale e strategico per la sostenibilità del sistema sanitario, e l'urgenza di intervenire con modelli operativi è ormai ampiamente condivisa, almeno sul piano teorico. Questo presentato oggi è uno dei progetti che in Regione si stanno sviluppando per definire un quadro di riferimento che consenta al decisore politico di assumere le iniziative necessarie per la sua implementazione. Naturalmente, il tema del potenziamento della sanità territoriale - aggiunge - non è limitato alla sola tematica oncologica; ma è pur vero che proprio gli straordinari progressi nella diagnosi e cura dei tumori hanno permesso un radicale cambiamento nelle prospettive di guarigione della malattia, o almeno nella sua cronicizzazione. Per questo, pensiamo che il progetto pilota avviato a Cremona, che si avvale anche della collaborazione con altri grandi ospedali metropolitani, possa fornire un contributo importante in questa direzione, esportabile ad altre realtà territoriali della Regione e del Paese. L'obiettivo finale rimane sempre la definizione di un modello organizzativo capace di integrare l'eccellenza di cura in fase acuta, al percorso di monitoraggio e sostegno del paziente al di fuori del contesto ospedaliero, garantendo - conclude Vago - continuità nel percorso di cura''.

TAG: PIANO TERAPEUTICO, FARMACIE

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