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20 Febbraio 2025L’Iss ha pubblicato i dati di monitoraggio delle prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico nel periodo 2019-2024, evidenziando un quadro sulla diffusione e sulle modalità di utilizzo di queste preparazioni

Negli ultimi cinque anni sono state prescritte circa 100 mila prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico per circa 28 mila pazienti, con un’età media di 60 anni in prevalenza donne, per il trattamento del dolore cronico o legato a patologie come la sclerosi multipla. Il dato emerge dal monitoraggio delle prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico nel periodo 2019-2024 pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Sono state registrate circa 100 mila prescrizioni, coinvolgendo circa 28 mila pazienti, con un’età media di 60 anni e una prevalenza del sesso femminile. La cannabis viene impiegata prevalentemente nel trattamento del dolore cronico, che rappresenta il 78% delle prescrizioni, mentre il 20% è riferito all’analgesia in patologie caratterizzate da spasticità, come la sclerosi multipla.
Per quanto riguarda i prescrittori, la maggioranza sono medici specialisti, tra cui anestesisti, terapisti del dolore, reumatologi, neurologi e oncologi, in linea con le indicazioni del decreto ministeriale del 2015. Più del 60% delle prescrizioni si concentra su due prodotti contenenti diverse percentuali di THC e CBD. Dallo studio emerge una significativa variabilità nei dosaggi prescritti, sia all’inizio del trattamento che nella sua prosecuzione. Inoltre, nella maggior parte dei casi, la cannabis viene utilizzata in associazione con terapie tradizionali.
Un altro aspetto rilevante riguarda la sicurezza del trattamento. La relazione semestrale sulle sospette reazioni avverse legate all’uso medico della cannabis, che copre il periodo luglio-dicembre 2024, conferma un trend in calo delle segnalazioni. Nel semestre sono stati riportati solo un caso di sospetta reazione avversa, rispetto ai due segnalati nel periodo precedente. La segnalazione, esaminata nell’ambito del Sistema di sorveglianza delle sospette reazioni avverse a prodotti di origine naturale coordinato dall’Iss, è stata classificata come “non classificabile” per mancanza di elementi certi che ne confermassero la correlazione con l’uso della cannabis.
Questi dati contribuiscono a delineare un quadro più chiaro sull’utilizzo della cannabis a fini terapeutici in Italia, evidenziando il ruolo crescente delle prescrizioni magistrali e la necessità di un monitoraggio costante per garantire sicurezza ed efficacia nel trattamento delle patologie per cui viene impiegata.
Fonte:
https://www.epicentro.iss.it/cannabis-uso-medico/aggiornamenti
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