Salute benessere
24 Giugno 2024Claudio Mencacci, presidente Sinpf, a pochi giorni dalla chiusura dell’evento Sleeping light, fa il punto sui recenti studi sull’insonnia cronica, in particolare su diagnosi e trattamento
Orari sfalsati, luci artificiali, uso di schermi e tablet prima di addormentarsi e crescenti condizioni di stress: sono tanti i motivi che determinano un sonno disturbato che a sua volta può portare, nel lungo periodo, a problemi di salute generale. A parlarne a Sanità33 è Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia, a pochi giorni dalla chiusura dell’evento Sleeping light, che si è tenuto l’11 giugno a Milano e che è stato l’occasione per fare il punto sui recenti studi sull’insonnia cronica, in particolare su diagnosi e trattamento.
Mencacci sottolinea che dal momento che i disturbi del sonno sono una minaccia per la salute, “i medici, dagli specialisti al medico di base, devono esplorare quest’area fondamentale, che è spesso associata ad comorbilità non solo di natura psichica, ma anche cardiologica, metabolica e neurologica, come il declino cognitivo”. L’insonnia, dunque, “non ha un impatto solo nelle 24 ore, ma anche a medio e a lungo termine prosegue l’esperto basti pensare all’allarme lanciato dai cardiologi secondo i quali chi soffre di disturbi del sonno ha un rischio di infarto del 69% più alto, nei nove anni a seguire”.
Un altro luogo comune da superare è che gli uomini siano più colpiti dall’insonnia. In realtà, come spiega Mencacci, “le donne sono più sensibili e più esposte a questo tipo di disturbi, che sono anche un fattore predittivo per l’insorgenza della depressione, che nel genere femminile ha una prevalenza doppia, se non tripla, in alcuni periodi”. E a dimostrare il ruolo che riveste il sonno a livello di riduzione del rischio di depressione “c’è un recentissimo lavoro su Nature Mental Health ricorda Mencacci che inserisce un sonno adeguato tra i sette fattori di stile di vita da seguire, in grado di ridurre il rischio di depressione del 22%”.
La diagnosi dei disturbi del sonno diventa, quindi, un passaggio chiave. “La cosa più semplice consiglia l’esperto rivolgendosi ai medici è domandare come dorme una persona ed entrare nel merito se riferisce difficoltà nell’addormentamento, se ha un sonno frammentato o un risveglio precoce e come gestisce i ritmi sonno/veglia. È vero che vi sono aspetti che non dipendono dalla persona, legati ai cronotipi conclude Mencacci ma in molti casi conta l’attenzione al sonno: tante piccole accortezze che dicono che il sonno è fondamentale per la nostra salute”.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
11/09/2025
In Italia oltre la metà delle donne non riceve alcuna proposta terapeutica per la gestione dei sintomi, mentre la TOS resta poco utilizzata. Vampate, insonnia e disturbi del sonno compromettono la...
A cura di Redazione Farmacista33
09/09/2025
Dal 1° settembre stop all’uso di TPO e DMTA nei gel e smalti semipermanenti: produttori, distributori e centri estetici devono adeguarsi, senza possibilità di indennizzi, per garantire la...
A cura di Redazione Farmacista33
04/08/2025
Un nuovo studio italiano, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha evidenziato che un’elevata aderenza alla dieta mediterranea, insieme a un consumo ridotto di alimenti ultra-processati, si associa a...
A cura di Paolo Levantino - Farmacista clinico
29/07/2025
Una survey promossa da Theramex Italia mostra l’impatto profondo sulla qualità di vita delle donne che soffrono di fibromi uterini: la maggior parte si sente sola e costretta a modificare...
A cura di Redazione Farmacista33
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)