microbiota
12 Dicembre 2024Una recente revisione sistematica, pubblicata sull'InternationalJournal of Molecular Sciences, mostra che uno squilibrio nella composizione del microbiota intestinale può avere un impatto significativo nello sviluppo di patologie articolari infiammatorie come osteoartrosi, artrite reumatoide e spondiloartriti
Una recente revisione sistematica, pubblicata sull'InternationalJournal of Molecular Sciences, mostra che uno squilibrio nella composizione del microbiota intestinale può avere un impatto significativo nello sviluppo di patologie articolari infiammatorie come osteoartrosi, artrite reumatoide e spondiloartriti.
Nei pazienti affetti da osteoartrosi, lo squilibrio del microbiota intestinale è caratterizzato da un aumento significativo di Actinobacteria e Proteobacteria e da una riduzione dei Firmicutes . Questo cambiamento nella composizione microbica è associato al rilascio di metaboliti pro-infiammatori, come i lipopolisaccaridi (LPS), che intensificano lo stato di infiammazione cronica di basso grado , contribuendo alla degradazione progressiva della cartilagine.
Nelle spondiloartriti (SpA), la disbiosi intestinale altera invece profondamente l'equilibrio tra le popolazioni di cellule T-helper 17 e cellule T regolatorie, promuovendo un ambiente immunitario sregolato. In particolare, i patogeni come Salmonella e Shigella , spesso rilevati nei pazienti con SpA, compromettono la funzione della barriera intestinale e favoriscono il rilascio di antigeni batterici che stimolano la produzione di citochine pro-infiammatorie come IL-17 e IL-23. L'infiammazione cronica si concentra principalmente a livello delle entesi , i punti di inserimento di legamenti, tendini e capsule articolari sull'osso, contribuendo al dolore e alla rigidità articolare caratteristiche di questa patologia.
Nel contesto dell'artrite reumatoide, il microbiota intestinale gioca un ruolo chiave nell'innescare risposte autoimmuni attraverso fenomeni di mimica molecolare. Specie come Prevotella copri e Fusobacterium nucleatum sono frequentemente associate ai primi stadi della malattia, contribuendo sia all'infiammazione intestinale che a quella sistemica. Questo meccanismo porta alla produzione di autoanticorpi, come i fattori reumatoidi e gli anti-CCP, responsabili del danno articolare.
Le terapie focalizzate sulla modulazione del microbiota stanno acquisendo un ruolo sempre più rilevante nella gestione delle malattie articolari infiammatorie, grazie a risultati promettenti basati su dati concreti. L'uso di probiotici contenenti ceppi come Bifidobacterium e Lactobacillus ha dimostrato di ridurre i marcatori infiammatori, tra cui la proteina C-reattiva, migliorando anche la composizione e la funzione del microbiota intestinale. Parallelamente, un altro intervento innovativo è legato al trapianto di microbiota fecale (FMT), in grado di ripristinare un microbiota sano nei pazienti con disbiosi grave. Infine, l'attività fisica regolare si distingue come un coadiuvante efficace: gli studi hanno evidenziato che essa può aumentare la diversità batterica, migliorare la permeabilità intestinale e ridurre i livelli di citochine proinfiammatorie.
La ricerca sul microbiota sta aprendo prospettive promettenti per la prevenzione e il trattamento delle malattie infiammatorie articolari, spostando l'attenzione verso approcci sempre più mirati e personalizzati. L'integrazione di protocolli basati sull'analisi del microbiota intestinale potrebbe permettere non solo di identificare precocemente stati di disbiosi associati al rischio di malattia, ma anche di prevederne l'insorgenza, consentendo interventi preventivi più efficaci.
Questi protocolli, combinati con strategie terapeutiche innovative, come la manipolazione di specifici ceppi batterici e l'integrazione con terapie di regolazione genetica dell'ospite, hanno il potenziale di trasformare radicalmente il trattamento delle patologie articolari.
Fonte:
https://www.mdpi.com/1422-0067/25/6/3242
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