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05 Luglio 2022

Farmaci generici, nel 2021 mercato stagnante. I nuovi dati di Egualia


Nel 2021, nel canale farmacia, i generici-equivalenti sono quasi alla pari con i brand a brevetto scaduto, solo nelle regioni del Nord Italia la scelta privilegia di più gli equivalente


Nel 2021, nel canale farmacia, i generici-equivalenti sono quasi alla pari con i brand a brevetto scaduto, mentre i farmaci ancora sotto brevetto o senza generico corrispondente mantengono oltre il 50% del mercato complessivo, è solo nelle regioni del Nord Italia che la scelta privilegia di più gli equivalenti. Questi il quadro dello stato di salute del comparto dei farmaci equivalenti in Italia che emerge dall'analisi dei macro-dati dell'ultimo report dell'Ufficio studi di Egualia che lo definisce "sospeso tra crescita lenta e stagnazione".

Stagnazione in farmacia: equivalenti solo il 14,81% del mercato

Nel 2021, nel canale farmacia i generici-equivalenti hanno assorbito il 22,6% del totale del mercato nazionale a volumi, quasi alla pari con i brand a brevetto scaduto (24,65%), mentre ai farmaci protetti da brevetto o senza generico corrispondente, è andato il restante 53,76% del mercato complessivo.
A valori i generici equivalenti hanno quotato "solo il 14,81% totale del mercato, per complessivi 1,5 miliardi di euro - l'82% fatturato in classe A - contro il 36,76% assorbito dai brand a brevetto scaduto e il 48,43% assorbito dai farmaci esclusivi". Nel solo segmento complessivo dei farmaci fuori brevetto i generici-equivalenti hanno assorbito il 30% mercato a volumi (23% a valori) contro il 70% detenuto dai brand a brevetto scaduto (77% a valori).
"Dati non esaltanti - scrive Egualia in una nota - da inquadrare tuttavia nella generale stagnazione del mercato in farmacia, che nel 2021 ha registrato una flessione dello 0,6% del totale delle confezioni rimborsate e dello 0,7% della spesa rimborsata rispetto al 2020".
Su un totale di 1,7 miliardi di confezioni di farmaci venduti in farmacia i generici-equivalenti hanno rappresentato il 20,1% delle vendite in classe A (il 12,1% a valori), il 2,2% in classe C (2,5% a valori) e appena lo 0,3% nell'area dell'automedicazione (0,2%), con una crescita complessiva dello 0,1% a volumi e dello 0,3% a valori.
In particolare, si registra una flessione delle confezioni relative ai prodotti esclusivi (protetti o senza generico corrispondente) dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2020 (- 4,8% a valori).
In crescita invece il segmento relativo ai farmaci a brevetto scaduto in particolare quello dei generici-equivalenti che fa registrare una crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Principi attivi e categorie terapeutiche più vendute

La categoria in cui i generici-equivalenti primeggiano è quella dei prodotti per la disfunzione erettile: assorbono il 74,80% del mercato a volumi e il 63,70% della relativa spesa.
In classe A resta regina la categoria terapeutica degli inibitori di pompa protonica - l'unica in cui i generici-equivalenti concentrano il 51,40% dei consumi, seguita a stretto giro da ipoglicemizzanti orali (48,50%), ACE inibitori (45,90%), statine (44,70%) e beta-bloccanti (42,90%).
Star della classe C, infine, la categoria dei tranquillanti, dove i generici-equivalenti assorbono il 37,10% del mercato. Per quanto riguarda la classifica per molecole, primo in classifica il pantoprazolo, che assorbe il 7% a volumi sui consumi in classe A. Seguono due molecole di uso consolidato per il trattamento delle patologie cardiovascolari - il beta bloccante bisoprololo (6%) e l'ACE inibitore ramipril (5%) - e la metformina, storico farmaco di prima linea per il diabete di Tipo 2 (5%).

Al Nord più consumi e meno spesa per i cittadini

Oltre il 60% della spesa farmaceutica in fascia A del SSN - con punte del 69,6% a Trento e del 71,9% in Emilia-Romagna - afferisce all'area dei farmaci off patent, ma resta profondamente diversificata, l'incidenza dei generici-equivalenti, che rappresentano il 25,3% della spesa totalmente rimborsata. A livello di macro aree geografiche il ricorso ai generici-equivalenti risulta decisamente privilegiato al Nord (38,2% a unità e 37,7% a valori), rispetto al Centro (27,2% a unità e 23,5% a valori) e al Sud (22,5% a unità e 19,2% a valori), a fronte di una media Italia del 30,5% a confezioni e del 25,3% a valori.
L'incidenza maggiore dei generici-equivalenti nel rimborsato farmaceutico pubblico si registra nella P.A. di Trento (43,4%), in Lombardia (40,5%), in Friuli Venezia Giulia (38,2%). In coda invece per consumi di generici-equivalenti Basilicata (21%), Calabria (21,2%), Campania (21,5%).
Nel 2021 i cittadini hanno versato di tasca propria 1.051 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il brand off patent - più costoso - invece che il generico-equivalente - a minor costo - interamente rimborsato dal SSN. L'incidenza maggiore a livello regionale si registra in Molise (16,0% della spesa regionale SSN nel canale retail) e nel Lazio (16,1%). Quella più bassa si registra invece ancora una volta in Lombardia, dove il differenziale versato di tasca propria dai cittadini quota il 10,8% della spesa regionale SSN in farmacia.

I consumi in ospedale

Anche il trend dei consumi nel canale ospedaliero risulta stagnante: i generici-equivalenti hanno assorbito il 30,1% del mercato a volumi (contro il 30% del 2020, +0,1%) e appena e appena il 2,4% del mercato a valori. La quota più rilevante del mercato del canale è rimasta nelle mani dei brand a brevetto scaduto che hanno concentrato il 35,9% dei consumi in corsia (5,9% a valori). Con un 34% del mercato in corsia assorbito sono comunque farmaci esclusivi (sotto brevetto o privi di generico corrispondente) a dominare la spesa concentrando il 91,7% del giro d'affari farmaceutico nel canale ospedaliero.

TAG: FARMACI GENERICI, MERCATO FARMACEUTICO

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