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09 Dicembre 2022

Covid-19, da vecchio farmaco orale fuori brevetto possibile prevenzione dell’infezione


Un farmaco economico e fuori brevetto, l'acido ursodesossicolico per trattare la colangite biliare primitiva, potrebbe prevenire Covid-19 perché blocca l'ingresso del virus nella cellula

Un farmaco economico, già disponibile e fuori brevetto, l'acido ursodesossicolico (Udca), usato per trattare colangite biliare primitiva (malattia del fegato), potrebbe prevenire Covid-19 e tutte le varianti del virus Sars-CoV-2 - presenti e future: il farmaco blocca l'ingresso alle cellule degli organi bersaglio. A proporre una nuova possibilità d'impiego è uno studio pubblicato su Nature da un team di scienziati coordinati da Fotios Sampaziotis del Wellcome-Mrc Cambridge Stem Cell Institute dell'Università di Cambridge e dell'Ospedale di Addenbrooke (Uk), in collaborazione con Ludovic Vallier del Berlin Institute of Health at Charité (Germania).


Gli step della ricerca dai modelli di laboratorio e test sull'uomo

"Abbiamo trovato un modo per chiudere la porta al virus, impedendogli di entrare nelle nostre cellule e proteggendoci dal contagio", spiega Sampaziotis precisando che Udca agisce non sul virus ma sul recettore cellulare Ace2 che Sars-CoV-2 sfrutta per introdursi nelle cellule target. Quindi il farmaco potrebbe essere efficace indipendentemente dalla variante del coronavirus. La sperimentazione, spiegano gli autori, è stata condotta su diversi modelli (organoidi, animali, organi umani, gruppo di volontari sani) e se i risultati già osservati saranno confermati in studi clinici più ampi, l'Udca potrebbe affiancare i vaccini offrendo una alternativa ai pazienti per i quali la vaccinazione non funziona o è inaccessibile, nonché alle persone a maggior rischio di infezione.
La ricerca è iniziata con gli studi delle patologie dei dotti biliari durante la quale l'équipe ha scoperto in maniera quasi fortuita che una molecola nota come Fxr, presente in grandi quantità negli organoidi di dotto biliare, regola direttamente lo stato di apertura o chiusura di Ace2. Gli scienziati hanno quindi dimostrato che l'Udca blocca Fxr trasformando Ace2 in una "porta blindata". Nel nuovo lavoro, Sampaziotis e colleghi hanno utilizzato lo stesso approccio per bloccare Ace2 in modelli miniaturizzati di polmone o intestino (due tra bersagli preferiti di Sars-CoV-2) e prevenire l'infezione virale. L'esperimento ha avuto successo e i ricercatori hanno affrontato gli step successivi e dagli organoidi gli studiosi sono passati ai modelli animali. Insieme ad Andrew Owen dell'Università di Liverpool (Uk) hanno confermato che Udca può prevenire l'infezione nei criceti esposti a Sars-CoV-2. I ricercatori hanno poi verificato i loro risultati su due polmoni umani in vitro, osservando che il polmone non trattato si infettava mentre quello trattato con Udca no. Poi si è passati ai test su volontari umani, svolti in collaborazione con Ansgar Lohse del Centro medico universitario Hamburg-Eppendorf, in Germania: l'Udca è stato somministrato a 8 persone sane, nei cui tamponi nasali sono stati effettivamente trovati livelli più bassi di Ace2, a suggerire che il virus avrebbe meno probabilità di infettarli. Sebbene non fosse possibile condurre un trial clinico su vasta scala, i ricercatori hanno indagato sullo "stato Covid" di due gruppi di pazienti: uno riceveva il farmaco perché affetto da colangite biliare primitiva, l'altro non lo assumeva. È così emerso che i pazienti del "gruppo Udca" avevano meno probabilità di sviluppare Covid-19 grave e di essere ricoverati in ospedale.


Farmaco a basso costo, prodotto velocemente e conservato facilmente

Secondo Sampaziotis, questo vecchio farmaco potrebbe dunque offrire in futuro una strategia efficace e low cost per proteggere dall'infezione da Sars-CoV-2 le persone nelle quali il vaccino non funziona o che non possono riceverlo. "Utilizziamo l'Udca in clinica da molti anni - rimarca l'autore del lavoro, finanziato in gran parte da Uk Research & Innovation, European Association for the Study of the Liver, Nihr Cambridge Biomedical Research Centre ed Evelyn Trust - quindi sappiamo che è sicuro e molto ben tollerato, cosa che rende semplice la somministrazione a pazienti ad alto rischio Covid".

"È un farmaco a basso costo - aggiunge Sampaziotis - può essere prodotto velocemente in grandi quantità e conservato facilmente, il che lo rende facile da distribuire rapidamente in caso di pandemia soprattutto contro varianti virali resistenti ai vaccini, quando potrebbe essere l'unica linea di protezione in attesa che vengano sviluppati nuovi vaccini. Siamo ottimisti - conclude lo scienziato - sul fatto che questo farmaco possa diventare un'arma importante nella nostra lotta contro Covid-19".

TAG: MALATTIE DEL FEGATO, COVID-19, COLANGITE BILIARE

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