Farmaci
24 Ottobre 2023 I dati raccolti dallo studio Pearl, a cui partecipa anche l’Italia, sono stati presentati nuovi dati sull’emicrania cronica o ad alta frequenza (oltre 15 giorni al mese di mal di testa)
L'uso di anticorpi monoclonali anti Cgrp si è dimostrato efficace nel ridurre gli episodi di emicrania nei soggetti che ne soffrono in modo cronico o ad alta frequenza (oltre 15 giorni al mese di mal di testa). I dati raccolti dalla seconda fase dello studio pan-europeo Pearl, a cui partecipa anche l’Italia, sono stati presentati dall'azienda farmaceutica Teva, nel corso del 53esimo congresso della Sin, la Società italiana di neurologia, in corso a Napoli.
Testato l’anticorpo monoclonale anti Cgrp in emicrania cronica e ad alta frequenza
Da una survey condotta da Teva, emerge che 41 milioni persone in Europa soffrono di emicrania, patologia che costituisce la seconda causa di disabilità nel mondo e la prima tra le giovani donne. L'emicrania spesso inizia a manifestarsi durante la pubertà e colpisce principalmente la popolazione più produttiva, di età compresa tra i 35 anni e i 45 anni, incidendo sulla capacità di essere partner o genitori o riducendo il rendimento sul luogo di lavoro.
I risultati della seconda analisi ad interim dello studio Pearl, che coinvolge oltre mille pazienti di cui 354 italiani, hanno consentito di verificare che l’anticorpo monoclonale anti Cgrp fremanezumab, sviluppato da Teva, è efficace a 12 mesi "senza grandi fluttuazioni" sia negli emicranici ad alta frequenza che nei cronici, mantenendo per tutta la terapia "una costanza" nella risposta. Lo studio ha rilevato che i pazienti con emicranie croniche ad altissima frequenza (con oltre 15 giorni al mese di mal di testa), durante la terapia vengono "convertiti" in pazienti con emicrania episodica: un 50% di pazienti arriva perfino ad avere una media compresa fra 0 e 7 giorni al mese di mal di testa. Il ricorso alla terapia con fremanezumab inoltre riduce il ricorso agli antidolorifici che spesso i pazienti affetti di emicrania assumono "per paura" che il dolore peggiori.
"Lo studio Pearl ha confermato l'efficacia del fremanezumab nel trattamento di pazienti affetti da emicrania episodica ad alta frequenza e pazienti con emicrania cronica e inoltre conferma anche la sicurezza della terapia che non ha assolutamente dato eventi avversi per cui sia stato necessario interrompere la terapia per problematiche rilevanti" spiega Renata Rao, responsabile del Centro Cefalee dell'Asst Spedali civici di Brescia. - Sono dati importanti e rivoluzionari per chi soffre di mal di testa - sottolinea Rao - perché in passato invece le terapie garantivano effetti momentanei, con fluttuazioni, per cui il paziente era portato a interrompere il trattamento mentre lo studio Pearl evidenzia che con i nuovi farmaci il paziente prosegue la terapia".
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