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19 Giugno 2024

Insonnia, tempi e dosaggio della melatonina. Lo studio dell’Università di Pisa

Uno studio condotto dall’Università di Pisa ha studiato modalità e dosaggi più efficaci per favorire il sonno in soggetti che soffrono di insonnia

di Giulia Vismara


Insonnia, tempi e dosaggio della melatonina. Lo studio dell’Università di Pisa

Uno studio condotto dall’Università di Pisa e recentemente pubblicato sul Journal of Pineal Research, ha rivelato il modo più efficace di utilizzare la melatonina per combattere l’insonnia: assumere 4 mg di melatonina tre ore prima di coricarsi è la modalità più efficace per favorire il sonno. L’analisi ha esaminato 26 studi randomizzati pubblicati tra il 1987 e il 2020, coinvolgendo un totale di 1689 osservazioni su pazienti con insonnia e volontari sani. Gli studi hanno valutato l’effetto della somministrazione di melatonina sul sonno, evidenziando che l’orario e la dose di somministrazione sono cruciali per la sua efficacia.

Insonnia, le opzioni terapeutiche disponibili
L’insonnia è un disturbo del sonno molto comune che colpisce circa un terzo degli adulti, causando difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno. Questo problema non è solo diffuso, ma ha anche gravi implicazioni per la salute, tra cui malattie cardiovascolari, metaboliche, alterazioni della funzione immunitaria, problemi cognitivi e disturbi mentali. È il disturbo del sonno più frequente secondo la Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno (ICSD).

Circa il 60% degli adulti che cercano aiuto per l’insonnia riceve prescrizioni di farmaci sedativi o ipnotici. Negli ultimi dieci anni, c’è stato un significativo aumento dei casi di insonnia e delle diagnosi correlate, accompagnato da un incremento delle prescrizioni di sedativi-ipnotici, come benzodiazepine e farmaci non benzodiazepinici. Tuttavia, gli effetti collaterali e i rischi associati a questi farmaci hanno sollevato preoccupazioni, portando alla promozione di interventi per ridurre la loro prescrizione.

L’insonnia continua ad essere un significativo problema di salute pubblica, e nonostante la diminuzione delle prescrizioni di sedativi-ipnotici approvati dalla FDA tra il 2008 e il 2015, rimane la necessità di ottimizzare i trattamenti disponibili per i disturbi del sonno. Le attuali opzioni di trattamento includono benzodiazepine, agonisti dei recettori delle benzodiazepine, antidepressivi, antipsicotici, antistaminici, sostanze fitoterapiche e melatonina. La sfida è identificare il trattamento più efficace e sicuro per ogni paziente, considerando i potenziali rischi e benefici di ciascuna opzione.

Una delle opzioni per trattare l’insonnia è la melatonina esogena, sostanza, riconosciuta come un cronobiotico (un agente che sincronizza il ritmo circadiano), è stata studiata per la sua capacità di migliorare il sonno.

I risultati dello studio: dosaggi e timing
“Rispetto alle indicazioni più utilizzate nella pratica clinica, 2 mg 30 minuti prima di coricarsi - afferma Ugo Faraguna dell’Ateneo pisano, che ha coordinato lo studio - i nostri risultati suggeriscono che per ottimizzare l’effetto della melatonina sia importante anticipare i tempi di somministrazione a 3 ore prima di coricarsi e aumentare la dose a 4 mg al giorno. Oltre ad essere anticipato, l’orario di somministrazione dovrebbe essere personalizzato sulla base del ritmo sonno-veglia di ogni paziente, in modo da riprodurre la naturale produzione di melatonina nell’essere umano. Infatti, quando la melatonina viene somministrata secondo lo schema di trattamento da noi proposto, ottiene la sua massima efficacia esattamente quando la melatonina normalmente prodotta dal corpo umano viene rilasciata nel sangue”.

Secondo lo studio, il regime di somministrazione più comunemente consigliato per la melatonina esogena potrebbe non essere il più efficace in pratica clinica. I modelli suggeriscono che somministrare 2 mg di melatonina esogena 30 minuti prima di coricarsi alle 22:30 risulta quasi inefficace. Tuttavia, somministrando 4 mg di melatonina esogena 3 ore prima dell’episodio di sonno, si ottiene una riduzione clinicamente significativa della latenza di insorgenza del sonno rispetto al placebo quasi equivalente all’effetto medio dell’melatonina esogena.

Riconoscendo l’importanza di minimizzare gli effetti collaterali, i ricercatori hanno valutato anche la riduzione della latenza di insorgenza del sonno con 2 mg di melatonina esogena somministrati 3 ore prima del sonno. Questo regime prevede una riduzione della latenza di insorgenza del sonno di 7,79 minuti rispetto al placebo, suggerendo che l’orario di somministrazione sia più cruciale della dose per potenziare l’effetto dell’melatonina esogena nel favorire il sonno. Considerando la variabilità della sensibilità dei recettori della melatonina, dosi più elevate (fino a 4 mg) potrebbero essere una valida opzione terapeutica, soprattutto quando dosi inferiori risultano inefficaci.

L’ottimizzazione del regime di somministrazione dell’melatonina esogena potrebbe rivoluzionare il suo ruolo nel trattamento dell’insonnia primaria. Attualmente, le linee guida europee non ne raccomandano l’uso, e l’American Academy of Sleep Medicine (AASM) ritiene deboli le evidenze a supporto dell’melatonina esogena per l’insonnia primaria. Nonostante l’efficacia minore nei pazienti con insonnia rispetto ai volontari sani, l’ottimizzazione della somministrazione migliorarne i risultati.

I risultati dello studio indicano che l’efficacia dell’melatonina esogena nell’aumentare il tempo totale di sonno dipende dall’ora del giorno in cui viene somministrata. La sua capacità di aumentare la durata del sonno è maggiore quando viene somministrata lontano dall’ora di andare a letto. Questo è coerente con studi che dimostrano l’effetto acuto della melatonina quando somministrata durante il giorno, periodo in cui i livelli endogeni di melatonina sono bassi. Infatti, i recettori della melatonina ro essere più sensibili all’melatonina esogena in assenza di melatonina endogena.

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jpi.12985 

TAG: RICERCA, INSONNIA, MELATONINA, FARMACI

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