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13 Novembre 2024Un nuovo studio, pubblicato su JAMA Neurology, ha evidenziato che il 69,1% dei pazienti con emicrania cronica trattati con Erenumab, un anticorpo che blocca il recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), ha ottenuto la remissione della cefalea da abuso di farmaci entro sei mesi
L'emicrania cronica è una condizione debilitante, caratterizzata da cefalee che si manifestano per più di 15 giorni al mese. Molti pazienti, nel tentativo di trovare sollievo immediato, fanno spesso un uso eccessivo di farmaci, come triptani, analgesici e antiinfiammatori non steroidei. Questo comportamento porta però a una complicazione nota come cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH, Medication Overuse Headache), in cui l'abuso aggrava la cefalea preesistente o induce un nuovo tipo di mal di testa. La gestione di questa condizione rappresenta una notevole sfida clinica, in quanto ostacola l'efficacia dei trattamenti preventivi e si associa a comorbilità psichiatriche, come ansia e depressione, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita e sull'utilizzo delle risorse sanitarie. Un recente studio ha esaminato l'efficacia di Erenumab nel trattamento di pazienti con emicrania cronica e cefalea da abuso di farmaci non oppioidi, aprendo a nuove possibilità nella gestione terapeutica.
Lo studio clinico di fase 4, randomizzato, controllato con placebo, ha coinvolto 620 partecipanti, arruolati tra il 2019 e il 2022, in 67 centri di Nord America, Europa e Australia. Di questi, 584 partecipanti hanno ricevuto Erenumab (70 mg o 140 mg) o placebo, somministrato una volta al mese per 24 settimane. Al basale, i pazienti riportavano in media 20,8 giorni di cefalea al mese e utilizzavano farmaci per il mal di testa acuto per 18,9 giorni al mese, evidenziando la gravità della condizione.
I risultati hanno mostrato che il 69,1% dei pazienti trattati con Erenumab 140 mg e il 60,3% di quelli trattati con 70 mg hanno raggiunto la remissione della cefalea da abuso di farmaci entro sei mesi, rispetto al 52,6% dei pazienti nel gruppo placebo. Inoltre, i pazienti trattati con Erenumab hanno mostrato una significativa riduzione del numero di giorni di utilizzo di farmaci per la cefalea acuta. Nel gruppo Erenumab 140 mg, i pazienti hanno ridotto in media di 9,4 giorni l'uso di farmaci acuti rispetto a una riduzione di 6,6 giorni nel gruppo placebo.
Infine, la remissione della cefalea da abuso di farmaci è stata mantenuta nel 49,5% dei pazienti trattati con 140 mg di Erenumab rispetto al 37,6% di quelli trattati con placebo. Ciò indica che l’anticorpo monoclonale non offre solo un sollievo temporaneo, ma garantisce anche un miglioramento a lungo termine. Lo studio ha, inoltre, confermato che tale farmaco ha un profilo di sicurezza rassicurante. Gli effetti collaterali segnalati erano generalmente lievi o moderati e comprendevano stitichezza, dolore al sito di iniezione, naso faringite e insonnia. Solo sei pazienti hanno riportato eventi avversi gravi, ma il tasso complessivo di sicurezza rimane in linea con gli studi precedenti sull'emicrania cronica.
Nonostante i risultati incoraggianti, lo studio presenta alcune limitazioni. Non è stato ideato per valutare la sicurezza e l'efficacia di Erenumab al di fuori del contesto dell'emicrania cronica, e tutti i partecipanti erano pazienti con abuso di farmaci per il mal di testa acuto, il che riduce la possibilità di estendere i risultati ad altre forme di cefalea.
Nonostante questi limiti, lo studio segna una svolta importante. Fornisce le prime prove di classe I, secondo l'American Academy of Neurology, sull'efficacia di un trattamento preventivo per questa popolazione di pazienti. I risultati ottenuti con erenumab hanno il potenziale di rivoluzionare l'approccio alla gestione dell'emicrania cronica, offrendo una soluzione per interrompere il ciclo di abuso di farmaci e migliorare significativamente la qualità della terapia.
Fonte:
https://jamanetwork.com/journals/jamaneurology/fullarticle/2823594
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