veterinaria
17 Aprile 2025L’ANMVI ha chiesto al Ministero della Salute una consultazione urgente con industria e rappresentanze veterinarie per affrontare le gravi carenze di medicinali. Propone anche una lista trasparente dei farmaci mancanti e una comunicazione più efficace ai professionisti
La carenza di farmaci veterinari in Italia non è più un problema sporadico: è una crisi strutturale che mette a rischio la salute e il benessere animale, compromettendo l’attività quotidiana dei Medici Veterinari. A lanciare l’allarme è Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), che in una lettera indirizzata al Ministero della Salute chiede l’attivazione urgente di una consultazione con l’industria e le rappresentanze professionali per delineare un quadro chiaro delle criticità e delle possibili soluzioni.
“Una consultazione urgente al Ministero della Salute e all’Industria sul perdurante problema delle carenze, parziali o totali, di medicinali nel settore veterinario” chiede la lettera inviata al Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, al Capo Dipartimento One Health Giovanni Leonardi e al Direttore Generale della Sanità Animale Giovanni Filippini. Da tempo, i Medici Veterinari si confrontano con l'assenza di prodotti autorizzati, oppure l'interruzione di commercializzazione di medicinali autorizzati, o ancora con una insufficiente disponibilità con rapido esaurimento di stock. "Si tratta di carenze che interessano prodotti di fondamentale importanza per il regolare esercizio professionale"- afferma Melosi.
Le difficoltà di approvvigionamento riguardano medicinali di uso quotidiano e fondamentale per la pratica clinica, come amoxicillina e acido clavulanico, la cui indisponibilità è stata segnalata da tempo. Ma l’allarme diventa drammatico con la recente scomparsa dai canali di distribuzione dell’unico farmaco eutanasico autorizzato, il Tanax, che pone i veterinari davanti a gravi dilemmi etici nel fine vita degli animali sofferenti.
"È un disagio professionale ed etico – scrive Melosi – aggravato dalla totale assenza di informazioni ufficiali sulle cause delle carenze, le possibili alternative terapeutiche e i tempi di ripristino". I veterinari si trovano spesso a dover spiegare ai proprietari degli animali perché non possono somministrare un farmaco salvavita, senza alcun supporto informativo né indicazioni operative da parte delle autorità sanitarie.
La situazione, inoltre, è aggravata dalla mancata autorizzazione di molecole salvavita come la GS-441524 (parente del Remdesivir), impiegata con successo in altri Paesi per salvare i gatti affetti da Peritonite Infettiva Felina (FIP). In Italia il suo utilizzo resta precluso, nonostante siano in corso iniziative parlamentari per sbloccarne l’uso veterinario. Inoltre ci sono costanti difficoltà di approvvigionamento e disponibilità di farmaci per uso minore ( MUMS - Minor Uses Minor Species).
L’ANMVI propone alcune misure concrete per affrontare l’emergenza:
Una priorità condivisa anche a livello europeo. Nella nuova strategia dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), le carenze in medicina veterinaria sono indicate come una criticità strategica nell’ottica One Health, riconoscendo che la salute degli animali è strettamente interconnessa con quella umana. La speranza dell’ANMVI è che il Ministero della Salute non resti in silenzio. Servono risposte rapide, coordinate e strutturate. La salute animale non può più attendere.
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