Fitoterapia
22 Aprile 2025La proteina Klotho, scoperta nel 1997 è considerata un importante biomarcatore della longevità e della salute, influenzabile dallo stile di vita, in particolare da alimentazione e fitoterapia
Quando si parla di longevità è comune associarla a una questione di genetica o di fortuna, ma la scienza dice sempre più chiaramente che lo stile di vita gioca un ruolo centrale nel determinare non solo quanto si vie e in quali condizioni di salute. Una nuova protagonista si sta facendo strada nella medicina della prevenzione: la proteina Klotho, considerata un biomarcatore promettente della salute e della longevità. I suoi livelli nel sangue possono aumentare o diminuire in risposta a nutrimento, attività motoria, e persino alle scelte fitoterapiche.
La proteina Klotho è stata scoperta nel 1997 e prende il nome da Cloto, una delle tre Moire della mitologia greca, colei che filava il filo della vita. Si tratta di una proteina con attività ormonale, coinvolta in meccanismi antinfiammatori, antiossidanti e regolatori del metabolismo.
In modelli animali, la sua assenza accelera l’invecchiamento, mentre l’aumento dell’espressione genica di Klotho prolunga la durata e la qualità della vita. E la buona notizia è che questa proteina è sensibile alle abitudini quotidiane, in particolare alla dieta e all’uso di sostanze naturali.
Un’alimentazione sana, ricca di vegetali freschi, fibre e micronutrienti antiossidanti, non solo previene le malattie croniche, ma può aumentare direttamente i livelli di Klotho. In uno studio pubblicato su Nutrients nel 2022, Wu e colleghi (1) hanno evidenziato che l’adesione alla dieta mediterranea era significativamente associata a valori più alti di Klotho plasmatico. Questo effetto non è stato osservato con le diete low-carb o low-fat, suggerendo che non basta contare i macronutrienti: conta la qualità e la sinergia degli alimenti.
Anche il punteggio nel Healthy Eating Index (uno strumento che misura la qualità di una dieta in base a quanto si allinea con le linee guida alimentari statunitensi) si è dimostrato positivamente correlato con Klotho, come riportato in uno studio del 2023 condotto da Ma et al. (2) che ha coinvolto una coorte di 8456 adulti di età compresa tra 40 e i 79 anni.
Anche alcuni rimedi naturali e principi attivi vegetali mostrano la capacità di stimolare l’attività della proteina Klotho.
Un lavoro pubblicato su Molecular Medicine Reports ha dimostrato che la curcumina, componente attiva della Curcuma longa, aumenta l’espressione genica di Klotho, sia in colture cellulari umane che in modelli murini, probabilmente attraverso l’inibizione della via TGF-β (3).
Inoltre, una review recente ha approfondito il ruolo terapeutico e diagnostico della proteina Klotho, indicando tra le molecole promettenti anche resveratrolo e ginseng (4).
La misurazione della proteina Klotho potrebbe diventare, in un futuro non troppo lontano, uno strumento clinico per valutare l’efficacia di programmi alimentari e protocolli fitoterapici. A differenza di glicemia o colesterolo, che spesso forniscono informazioni solo in presenza di patologia, Klotho riflette il potenziale biologico di salute e longevità.
Uno studio molto recente, pubblicato su Metabolites, propone proprio Klotho come biomarcatore integrativo nella medicina dello stile di vita, evidenziandone il legame con tutti e sei i pilastri: alimentazione, esercizio, sonno, gestione dello stress, connessioni sociali e astensione da sostanze tossiche (5).
Il futuro della medicina passa da una visione preventiva, integrata e misurabile. Klotho rappresenta un ponte tra la ricerca molecolare e la medicina naturale, confermando che le scelte quotidiane hanno il potere di “parlare” al DNA. Con la dieta giusta e i rimedi fitoterapici più adatti, si possono non solo vivere più a lungo, ma farlo con energia, lucidità e vitalità.
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