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02 Marzo 2023

Mal di testa, bloccare il dolore ai primi sintomi. Ecco come


Il mal di testa va bloccato ai primi sintomi e i farmaci di automedicazione possono rappresentare uno strumento fondamentale per alleviare i sintomi

Esistono oltre 230 tipi di mal di testa, nell'80% dei casi si tratta di forme che non hanno una causa dimostrabile, tra queste forme vi è la cefalea di tipo tensivo, che è il disturbo meno grave ma il più diffuso ma anche l'emicrania e la cefalea a grappolo. Stress, variazioni ormonali, alcool, carenza di sonno e digiuno sono i principali fattori scatenanti. L'attacco va sempre bloccato, possibilmente ai primi sintomi e i farmaci di automedicazione possono rappresentare uno strumento fondamentale per alleviare i sintomi. Lo spiega Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l'Università IRCCS San Raffaele di Roma in una nota stampa di Assosalute, Associazione di settore di Federchimica che rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione.


Falsi miti sul mal di testa

Il mal di testa è a tutti gli effetti un disturbo di genere, tanto che è più diffuso nel sesso femminile rispetto a quello maschile. "Prima della pubertà - spiega Barbanti - ne soffrono in larga parte i bambini maschi, ma con l'adolescenza accade l'inverso e il rapporto di prevalenza delle cefalee tra femmina e maschio arriva a 3 a 1. Nelle forme croniche tale rapporto arriva fino a 6 a 1. La cefalea segue il periodo riproduttivo della donna, acquietandosi durante le eventuali gravidanze e - nel 65% dei casi - migliorando con la menopausa. Il motivo è duplice. Essendo le cefalee primarie, e in particolare l'emicrania, una iperfunzione del cervello, il disturbo si manifesta maggiormente nel sesso caratterizzato da un cervello più veloce, cioè in quello femminile". Inoltre, continua il Professore, "la donna è soggetta alle variazioni ormonali, un fattore scatenante in più rispetto al sesso maschile". "I miti da sfatare sono tanti", rivela il Professore. "Ad esempio, il mal di testa da cervicale e quello da sinusite non esistono, e la dimostrazione indiretta è che le cefalee colpiscono prevalentemente i giovani che hanno una cervicale in buone condizioni, mentre le cefalee sono meno diffuse tra gli anziani che hanno una colonna più compromessa". Mentre "è vero che l'emicrania mestruale, un tempo chiamata anche catameniale, è un caso a sé stante perché proprio gli ormoni giocano un ruolo chiave nello scatenare il disturbo. Infatti, gli attacchi di cefalea durante la fase mestruale sono in genere più lunghi rispetto a quelli ordinari, più severi e meno sensibili alla terapia acuta".


Prevenire il mal di testa: le regole da seguire

Quando si presentano i sintomi, il Professore raccomanda di monitorarne l'andamento. Ogni tipologia di mal di testa ha una durata differente, spiega Barbanti: "Se il dolore nelle forme primarie di cefalea tensiva dura tra i 30 minuti e i 7 giorni, l'emicrania da 4 ore a 72 ore, mentre la cefalea a grappolo dai 10-15 minuti fino a 180 minuti. Il mal di testa può presentarsi in maniera esplosiva, raggiungendo in pochi minuti la sua massima severità; in altri casi l'intensità cambia in maniera graduale, presentandosi talvolta con deficit neurologici. In questi casi non bisogna mai eseguire diagnosi senza il consulto di uno specialista. I mal di testa sono curabili, e le regole da tenere a mente sono semplici ma efficaci. In primis, secondo il Professore possono giocare un ruolo fondamentale "il rispetto del cervello e l'osservanza dei relativi bioritmi", ad esempio: assicurandosi di dormire almeno 7 ore a notte, mangiando 3 volte al giorno, bevendo almeno 1,5 litri di acqua, non superando i 3 caffè al giorno e limitando gli alcolici. Anche uno stile di vita attivo può prevenire la comparsa del mal di testa. Per il Professor Barbanti è infatti importante "fare sport almeno tre volte a settimana e cercare di gestire lo stress con delle pause idonee". Tuttavia, specifica Barbanti, "queste accortezze non sono sufficienti nei casi più severi, quando cioè il mal di testa non è un disturbo occasionale ma ricorrente o cronico, con manifestazioni cliniche ingravescenti. In questi casi servono terapie mirate con cure farmacologiche preventive (cioè mirate a ridurre la comparsa dei mal di testa) e non solo sintomatiche".


Bloccare il mal di testa ai primi sintomi: i farmaci di automedicazione

L'attacco di mal di testa va sempre bloccato, possibilmente ai primi sintomi. Non soltanto per evitare la sofferenza derivante dal dolore, ma anche per impedire che l'attacco possa evolvere, quando il soggetto è affetto da forme severe come l'emicrania o la cefalea a grappolo, con la comparsa di nausea, vomito e intolleranza per luci e rumori. I farmaci di automedicazione, contraddistinti dal bollino rosso che sorride sulla confezione, possono rappresentare un alleato fondamentale per alleviare i sintomi. Tra questi, il Professore consiglia medicinali da banco ad azione antinfiammatoria e antidolorifica. Inoltre, continua il Professore, "non dimentichiamoci che a differenza di alcuni analgesici specifici (quali i triptani), i farmaci analgesici da banco possono essere impiegati anche al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 65 anni, mentre il paracetamolo è l'unico presidio per la terapia dell'attacco acuto nella donna in gravidanza". Un'ultima raccomandazione: "il paziente affetto da forme severe deve esigere che il medico o il terapeuta scriva la diagnosi e certifichi nel dettaglio la cura, aderendo alle linee guida nazionali. Di fronte a chi promette miracoli con cure bizzarre e spesso costose, bisogna farsi lasciare la ricetta scritta", conclude Barbanti.


Cinque consigli contro le cefalee

1. I mal di testa sono curabili e le forme refrattarie sono rarissime;
2. Un buon esercizio è contare quanti mal di testa si hanno in un mese e quanto tempo impiega l'analgesico a funzionare;
3. Non eseguire mai esami diagnostici autonomamente: sarà solo il medico o lo specialista a prescriverli in casi selezionati;
4. Spegnere sempre l'attacco di mal di testa ai primi sintomi;
5. Se però gli episodi fossero almeno 8 al mese, attendere prima di difendersi dal dolore con l'assunzione del consueto analgesico per non correre il rischio di sconfinare nella cefalea da iper-uso di analgesici. Se i giorni di cefalea sono più di 4-5 al mese è giunto il momento di consultare lo specialista per valutare di associare anche una cura preventiva.

TAG: CEFALEA, AUTOMEDICAZIONE, ASSOSALUTE

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