Europa
09 Dicembre 2024Padraic Ward, Head of Pharma International di Roche sottolinea come l’attuale proposta legislativa potrebbe compromettere la capacità dell’Europa di competere sul mercato globale senza adeguati aggiustamenti
La proposta di riforma farmaceutica dell’UE deve essere inquadrata alla luce del rinnovato focus sulla competitività europea: senza adeguati aggiustamenti potrebbe compromettere la capacità dell’Europa di competere sul mercato globale. Ne parla Padraic Ward, Head of Pharma International di Roche. In un’intervista con Euractiv.
Ward ha espresso preoccupazione per il declino della quota europea nella ricerca globale, che dovrebbe scendere al 25% entro il 2030 rispetto al 37% del 2010. Analogamente, l’Europa sta perdendo terreno nei trial clinici, con circa 60.000 posti in meno disponibili per i pazienti europei, nonostante l’aumento globale dei progetti di ricerca.
Secondo Ward, le raccomandazioni contenute nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi dovrebbero essere integrate nella legislazione, con un focus su incentivi e politiche che stimolino l’innovazione e la competitività. Ha evidenziato il bisogno di migliorare la prevedibilità normativa e proteggere i diritti di proprietà intellettuale, indicando che la frammentazione degli investimenti in ricerca e sviluppo è una delle maggiori criticità individuate dal rapporto Draghi.
Ward ha sottolineato che l’integrazione rapida di strumenti come l’EU Health Data Space e la regolamentazione sulla valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA) potrebbe aiutare l’Europa a differenziarsi come leader nell’innovazione sanitaria. L’intelligenza artificiale (AI) è indicata come uno dei principali fattori di trasformazione, capace di accelerare lo sviluppo di trattamenti personalizzati.
Nonostante le sfide, Ward ha ribadito l’impegno della sua azienda per l’Europa, dove oltre metà dei centri di ricerca e sviluppo dell’azienda è basata. Ha elogiato i valori di equità e solidarietà che caratterizzano i sistemi sanitari europei, ma ha avvertito che percepire l’innovazione sanitaria come una spesa piuttosto che un investimento potrebbe scoraggiare le aziende del settore dal realizzare progetti significativi. Ward ha concluso evidenziando l’urgenza di agire: “L’Europa non può permettersi di aspettare, il momento di intervenire è ora".
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