Nasce la Consulta permanente delle professioni sanitarie e sociosanitarie, un luogo di dialogo, ascolto e confronto tra medici, infermieri, farmacisti e professionisti della salute
Nasce la Consulta permanente delle professioni sanitarie e sociosanitarie, un luogo di dialogo, ascolto e confronto tra medici, infermieri, farmacisti e professionisti della salute. Con queste parole, affidate a un breve post su Facebook, il ministro della Salute, Roberto Speranza ha annunciato di aver firmato il decreto che la istituisce. "Ho appena firmato il decreto che istituisce la consulta permanente delle professioni sanitarie e sociosanitarie. Un luogo di dialogo, ascolto e confronto tra medici, infermieri, farmacisti e professionisti della salute. È anche così che si migliora il Servizio sanitario nazionale" scrive il ministro della Salute Speranza. Soddisfazione dalle categorie professionali.
La voce dei farmacisti
«È un passo importante per aprire una nuova fase della governance dell'assistenza sanitaria, che si allontani dalla logica economicista e si basi sulla ricognizione effettiva dei bisogni e delle criticità del Servizio sanitario, confrontandosi con i professionisti della salute che ogni giorno cercano di rispondere nel modo migliore alla domanda di cure e assistenza dei cittadini - commenta il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani, Andrea Mandelli -. La Federazione rivolge un plauso al Ministro della Salute, onorevole Roberto Speranza, per la sua politica volta al massimo coinvolgimento di tutti gli attori della tutela della salute, così come era stato richiesto anche nel corso dell'Assemblea nazionale delle professioni sanitarie il 23 febbraio 2019. La Federazione, i farmacisti italiani, offrono fin d'ora la massima collaborazione al Ministro per quella che ci auguriamo sia una stagione di rinascita del nostro Servizio sanitario».
I medici: assicurare l'integrazione e l'interdipendenza
«È giunto il momento di lasciarci alle spalle un periodo di conflittualità fra le professioni, per affrontare una modalità nuova e costruttiva che trovi nel team, nella sinergia, la maniera più efficace di tutelare il diritto alla salute dei cittadini - commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli -. È necessario assicurare l'integrazione e l'interdipendenza virtuosa dei diversi profili e delle peculiari competenze professionali che concorrono all'ottimale organizzazione dei servizi assistenziali da garantire ai cittadini in maniera uniforme e omogenea sul territorio nazionale. Salutiamo con estrema soddisfazione e orgoglio - conclude - la firma del Ministro del Decreto che istituisce la Consulta delle professioni sanitarie e sociosanitarie. Oggi si apre una nuova stagione, che vede nel dialogo tra le Professioni il reticolato su cui far prosperare e fiorire il nostro Servizio sanitario nazionale, e nell'espressione della sussidiarietà degli Ordini la piena garanzia dei diritti dei cittadini».
Gli infermieri: tutti protagonisti, senza professioni di serie A e B
«Apprezzabile, condivisibile e necessario lo sprint del ministro che passando dalle parole ai fatti ha dato gambe alla Consulta delle Federazioni degli ordini professionali", è il commento di Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) -. L'idea conferma l'attenzione del ministro al tema delle professioni sanitarie e ci trova naturalmente e inequivocabilmente d'accordo. Quello che ci aspettiamo ora da questa Consulta è la sua capacità di permettere finalmente l'innovazione che serve nelle politiche professionali sanitarie, con la valorizzazione e il rafforzamento delle competenze di ciascuno, acquisite ormai da oltre un quarto di secolo nelle università, con le lauree, i master e i dottorati di ricerca, i ruoli di docenza, con una formazione capillare insomma, ognuno nel suo ruolo, per far crescere davvero il Servizio sanitario nazionale. Ci aspettiamo però - conclude - una Consulta che veda tutti protagonisti e allo stesso modo senza professioni di serie A e serie B, con un ministero e il suo ministro a garanzia di tutto questo».
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A cura di Simona Zazzetta
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