Ricetta dem, promemoria solo a cittadino. Con invio in farmacia si profila reato
Sulle misure di dematerializzazione delle ricette adottate per contrastare il contagio da Covid-19, l'invio del promemoria direttamente alla farmacia può configurarsi come un reato
Nel ricordare le misure adottate per ridurre gli spostamenti dei cittadini negli studi medici per il ritiro delle prescrizioni, invio telematico del promemoria cartaceo, prescrizione telematica dei farmaci a ricetta limitativa e A/Pht, è bene ricordare che nel caso di invio direttamente a una farmacia, si può ravvisare per prescrittore e farmacista, "un comportamento rilevante dal punto di vista disciplinare, civile, ed eventualmente anche penale". A dare alcuni chiarimenti, compreso questo monito, è la Regione Sardegna in una comunicazione dell'Assessorato alla sanità.
Le misure di dematerializzazione e l'invio del promemoria
La Regione ricorda le misure di dematerializzazione adottate nell'ambito delle strategie di contrasto e di gestione dell'emergenza sanitaria da Covid-19, per ridurre la circolazione dei cittadini presso strutture ospedaliere, ambulatori degli specialistici, dei medici di medicina generale (Mmg) e dei pediatri di libera scelta (Pls). In particolare, è stato predisposto: • Invio in modalità telematica al cittadino del promemoria cartaceo della prescrizione dematerializzata del Ssn o del numero univoco (prot. n. 5717 del 10.03.2020); • prescrizione farmaci in modalità telematica anche dei medicinali soggetti a ricetta limitativa (prot. n. 5812 del 11.03.2020); • prescrizione in modalità telematica anche dei medicinali A/Pht in distribuzione in nome e per conto (prot. n. 7176 del 24.03.2020) tramite le farmacie convenzionate. La Regione, precisa che in merito alla trasmissione per via telematica del promemoria, questo "deve essere inviato esclusivamente al cittadino e non alla farmacia, la vigente normativa garantisce il principio di libera scelta del cittadino e vieta la trasmissione dei dati della ricetta dematerializzata direttamente alla farmacia. Come già sottolineato nella circolare Ras prot. n. 17255/2015, nel caso in cui il medico prescrittore procedesse alla trasmissione via mail dei dati della ricetta dematerializzata direttamente ad una farmacia, non è escluso che possa ravvisarsi, per entrambe le figure professionali, medico e farmacista, un comportamento rilevante dal punto di vista disciplinare, civile, ed eventualmente anche penale".
Fascia C e farmaci stupefacenti
Si comunica ancora che non è consentita la prescrizione tramite ricetta dematerializzata dei farmaci di fascia C, che possono essere prescritti, a seconda del regime di fornitura stabilito dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sulla base delle caratteristiche del medicinale tramite ricetta ripetibile (Rr) e non ripetibile (Rnr). La ricetta ripetibile è valida per 6 mesi e il paziente, se non indicato diversamente dal medico, può ritirare fino a dieci confezioni, pertanto il paziente ha la garanzia di un periodo sufficiente lungo di autonomia per l'accesso al trattamento farmacologico. Anche la ricetta non ripetibile consente al fine di limitare l'accesso all'ambulatorio del paziente, qualora il medico non ritenga necessario un controllo continuo/ravvicinato degli effetti del trattamento prescritto, l'accesso alla terapia per periodi prolungati con la prescrizione di più confezioni del farmaco. Nel caso dei farmaci stupefacenti, anche quelli di cui alla Legge n. 38 del 15 marzo 2010, non è consentita la prescrizione dematerializzata. La prescrizione originale (o nel caso di farmaci rimborsati dal Ssr copia della ricetta rosa, in quanto l'originale è trasmesso alla Ats), è l'atto che consente al farmacista di giustificare l'uscita dello stupefacente dalla farmacia e lo scarico dal Registro. È del tutto evidente che non può essere utilizzato un documento facilmente riproducibile come un promemoria, al momento non sono stati disposti dal Ministero della Salute sistemi informatizzati per la prescrizione in sicurezza dei medicinali a base di principi attivi stupefacenti.
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A cura di Simona Zazzetta
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