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07 Giugno 2022

Ccnl farmacie comunali, delegati Filcams: non paragonabile a quello delle private. Ecco perché


Il rinnovo contrattuale delle farmacie comunali deve riconoscere il lavoro svolto dai dipendenti con mansioni e compiti non paragonabili a quello delle farmacie private

C'è bisogno ora di un rinnovo contrattuale delle farmacie comunali che riconosca il lavoro dei dipendenti che svolgono mansioni e compiti non paragonabili a quello delle farmacie private, e che tenga conto delle dinamiche occupazionali e della diversa struttura aziendale e dei diversi piani industriali: il futuro delle farmacie pubbliche e della farmacia dei servizi non può che passare dall'investimento nel personale che ci lavora dentro. Così i delegati Filcams CGIL delle farmacie della provincia di Firenze intervengono sullo stato di agitazione, gli scioperi e l'incontro di trattativa che abbiamo visto poi svolgersi il 31 maggio a Bologna in cui il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi invitava i sindacati alla "maturità del compromesso", e quindi alla moderazione nelle richieste.


Nuove mansioni elemento forte del futuro professionale

"Sentiamo il bisogno - scrivono i delegati sindacali Filcams in un comunicato - di esprimere il nostro punto di vista sul contesto attuale e sulla visione del futuro espressa da Assofarm con le sue proposte al tavolo e con le comunicazioni inviate nelle farmacie, come già hanno fatto in questi mesi colleghi di altri territori". Il sindacato ricorda l'impegno dei dipendenti delle farmacie comunali sui servizi ai cittadini, ordinario e durante la pandemia, anche quelli "affidati da Regioni e ASL alle farmacie ma senza remunerazione".
E sottolinea l'importanza delle "nuove mansioni come elemento forte del nostro futuro professionale" e la valorizzazione da parte del Ministero della Salute del "rinnovato ruolo delle farmacie sul territorio come presidio sanitario di prossimità" e del fatto che "dopo vent'anni di tagli la farmacia è stata rifinanziata per la prima volta dal decisore politico, anche se per ora sperimentalmente".


Stesso stipendio delle farmacie private ma aspetti economici accessori peggiorativi

I delegati Filcams richiamano quanto affermato dal Presidente Gizzi a primavera 2021, quando parlava di un contratto "che possa finalmente nei numeri economici riconoscere il valore sanitario dei nostri professionisti". E lamentano il fatto che sia tornato sul tema affermando che il contratto "costa il 30% in più del contratto delle farmacie private, mentre il lavoro che fanno i dipendenti è esattamente lo stesso".
Secondo la sigla questa affermazione è inaccettabile: "Il nostro stipendio tabellare è quasi uguale a quello dei colleghi che lavorano in farmacia privata, e negli elementi economici accessori tipo l'indennità speciale ha anche qualche elemento peggiorativo, anche se è vero che è più solido nel garantire diritti in situazioni particolari come la maternità o la malattia. Ma se il costo del lavoro nelle farmacie comunali è più alto che in una farmacia privata la maggior parte del differenziale dipende dalle strutture aziendali diverse, gli uffici centrali, le dirigenze, non certo dagli stipendi di chi lavora in farmacia. Proprio per le strutture aziendali diverse sarebbe interessante comparare altrettanto i margini di acquisto di un gruppo di farmacie comunali con quelli di una singola farmacia privata, perché di un bilancio non si può guardare solo l'incidenza del costo del lavoro. Le aziende in cui lavoriamo sono tutte in attivo, e quando vediamo accadere qualche incidente in un bilancio di solito non è il costo del nostro lavoro a determinarlo. Le scelte sui piani industriali e d'investimento non competono a chi sta in farmacia, e anche se qualche volta ne intravediamo i limiti non siamo noi che le prendiamo".


Mansioni, orari e mercato del lavoro

E aggiungono: "Nelle farmacie private l'attività gestionale, la responsabilità di fronte agli organi di controllo e qualunque decisione sono in prima persona del titolare, mentre nelle farmacie comunali sono responsabilità personale del direttore o del facente funzione, e spesso l'organizzazione interna della farmacia prevede anche ulteriori deleghe organizzative assai poco comuni nelle farmacie private. Nelle vostre farmacie noi dipendenti siamo responsabili di ogni attività vi si svolga, e ne rispondiamo in prima persona. E poi citano gli aspetti legati agli orari di apertura, che dal 2012 in poi "hanno perso qualunque relazione coi turni di guardia farmaceutica perché le aperture domenicali fanno fatturato e le farmacie sono anche negozi? Dell'uso della flessibilità e della banca ore che rendono già ora "desueto" come le piace dire il pagamento degli straordinari? Pesa anche il cambiamento del mercato del lavoro dei farmacisti, "completamente diverso da quello di pochi anni fa".

"Vediamo le nostre aziende fare ricerche di personale che vanno diserte, non solo per le sostituzioni a tempo determinato. Qualche volta anche i bandi per i tempi indeterminati selezionano colleghi che poi rifiutano di venire alle condizioni contrattuali proposte. Questo ci preoccupa, come ci preoccupa vedere colleghi che vanno via durante il periodo di prova perché gli orari di apertura e quindi i nostri turni di lavoro sono peggiori che nelle farmacie private da cui provengono e a cui tornano. Le farmacie private inoltre per tenersi i collaboratori esperti hanno la leva della contrattazione individuale, che nelle aziende strutturate e a capitale pubblico come quelle in cui lavoriamo noi giustamente non esiste". Secondo il sindacato nel rinnovo proposto da Assofarm c'è "una sottovalutazione grave di questa dinamica occupazionale, che potrebbe mettere a rischio il futuro delle aziende depauperandone gli organici sia per numeri che per competenze. Ci fa paura, sul serio, la mancanza di consapevolezza del contesto occupazionale".


Distanza sulle proposte economiche

Secondo la sigla sindacale gli 84 euro proposti "sono estremamente distanti dalla richiesta di 130 che abbiamo fatto in piattaforma nel lontano 2016 alla scadenza del contratto". E aggiunge: "Anche peggio, se possibile, è stato rendersi conto che per 20 euro ci stavate davvero chiedendo di fare tutta la farmacia dei servizi anche futura, e non solo quella che siamo già abilitati a fare. Nel momento in cui le nostre delegazioni nazionali vi hanno chiesto di restringere la declaratoria di quell'articolo al presente, da holter, autoanalisi ed ecg a comprendere tutte le vaccinazioni, avete tolto dal tavolo anche quei miserrimi 20 euro lordi dicendo esplicitamente che non vi interessa pagarci quello che facciamo già. Nella discussione professionale ci era parso di capire che le vaccinazioni prima Covid e poi antinfluenzale in farmacia fossero un obiettivo importante raggiunto, i Protocolli col Governo parlano per la prima volta di remunerazione dell'atto professionale, e nel contratto Federfarma è stata prevista la remunerazione dell'atto vaccinale. Quando ve l'abbiamo chiesta anche per noi, l'avete chiamata "cottimo". Ci risulta che parecchi atti sanitari siano remunerati a prestazione ai professionisti anche dipendenti, e che nessun altro abbia mai parlato di cottimo in proposito. Comunque, se nelle farmacie comunali non vi interessa che facciamo le vaccinazioni questa è una delle scelte gestionali che a voi competono, ricordiamo che nei Protocolli è una mansione ad adesione volontaria per le farmacie come per i farmacisti".

"C'è bisogno - concludono i delegati - di un rinnovo contrattuale che riconosca il lavoro che facciamo, perché al posto del riconoscimento anche economico della professionalità che spendiamo tutti i giorni avere pacche sulle spalle e nient'altro dopo un po' sembra una beffa, e il futuro delle farmacie pubbliche e della farmacia dei servizi non può che passare dall'investimento nel personale che ci lavora dentro".

TAG: FARMACIE COMUNALI, CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO (CCNL), RINNOVO DEL CONTRATTO

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