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28 Novembre 2022

Sanità territoriale, Gemmato: Case di comunità non bastano, puntare su farmacie e Mmg


Gemmato: Le Case di comunità non soddisfano l'esigenza di sanità territoriale. Esistono già due reti importanti: quelle dei MMG e le farmacie, strutturate e disponibili per i cittadini

Le esigenze di sanità territoriale di cui oggi c'è bisogno non si possono coprire con le Case di comunità che nel tempo presenteranno anche un tema di finanziamento, mentre sul territorio esistono già la rete dei medici di medicina generale e delle farmacie, già strutturate e disponibili per il Ssn e per i cittadini. Questa la posizione del ministro della Salute riportata dal sottosegretario Marcello Gemmato, intervenuto al 39/mo congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), a Firenze. Le Case della Comunità ha detto "tradiscono idea di sanità di prossimità. Non possiamo stravolgere Pnrr ma col Ministro Schillaci possiamo migliorarlo puntando su medici di famiglia e farmacie".


Sul territorio esistono già due reti importanti: MMG e farmacie

"Le Case di Comunità così come sono state immaginate, secondo me e secondo il Ministro, non vanno a soddisfare l'esigenza di sanità territoriale di cui noi abbiamo bisogno - ha dichiarato Gemmato e ha ricordato come la pandemia abbia dimostrato quanto la medicina di prossimità si "fondamentale nel fronteggiare le patologie ordinarie, croniche, ma anche le emergenze come la pandemia. La mancanza di un territorio attrezzato è stata una delle cause delle quasi 180mila vittime che ha sofferto il nostro Paese. Dagli errori dobbiamo imparare e ripartire". Per rilanciare la sanità del territorio, secondo il sottosegretario, la rete delle Case di comunità su cui punta il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, così come è stata progettata, non basta: "Le 1.350 Case di comunità insieme alle 605 Centrali Operative Territoriali - COT, che si insediano con la misura 6 del PNRR a nostro avviso non rendono: anzitutto, il rapporto con la popolazione sarebbe di una casa di comunità ogni 40-50mila abitanti, con alcune aree più isolate come le comunità montane che rimarrebbero penalizzate". C'è poi un tema di "mancanza di personale sanitario" e "in terzo luogo, vi è un problema di finanziamento per i prossimi anni. Non si capisce - ha sottolineato Gemmato - con quali fondi verranno finanziate negli anni successivi quando finiranno i soldi del Pnrr. Come verranno mantenute? Sul territorio esistono invece già due reti importanti quali quelle dei MMG e le farmacie, reti che sono strutturate e disponibili per i cittadini. Non si capisce perché bisogna creare dei duplicati come le Case della Comunità con tutte le criticità che hanno". Gemmato ha quindi richiamato le intenzioni del Governo Meloni: "Opereremo nel segno della continuità degli impegni assunti con il PNRR correggendo le storture. Il PNRR va ripensato migliorandolo, senza stravolgimenti ma ottimizzando la rete delle Case di comunità e dei COT avendo come orizzonte la salute del cittadino e la sanità pubblica". E ha dichiarato che "dopo l'incremento di risorse avvenuto durante il COVID, l'attuale governo conferma e aumenta da 126 a 128 miliardi di euro le risorse destinate alla sanità pubblica, con una proiezione di 130 miliardi per il prossimo anno. Un trend in crescita dopo un decennio precedente di tagli". Su questi temi il Sottosegretario Gemmato ha invitato il Presidente Cricelli al Ministero della Salute per avviare una fase di confronto che migliori ciò che oggi è già stato impostato.


Fimmg: mantenere prossimità con evoluzione del rapporto tra farmacisti e Mmg

"Abbiamo ascoltato con attenzione le sue parole e le dichiarazioni che aprono una stagione di chiarezza sui temi della riforma della Medicina Generale - ha commentato il Presidente SIMG Claudio Cricelli. - Siamo pronti a collaborare e a dare il nostro contributo".

"Condivisibili" per Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, "le posizioni di critica e scetticismo" espresse da Gemmato su una sanità che punti esclusivamente sulle Case della Salute. "La possibilità che la prossimità si mantenga attraverso l'evoluzione del rapporto tra farmacisti e medici di medicina generale, già prevista da norme di legge - ha affermato Scotti - è il primo mattone per costruire la riforma della medicina territoriale. Su questo nucleo si devono poi edificare modelli a crescente intensità assistenziale che devono essere modulati sui bisogni dei pazienti e dei territori. Ma il modello deve essere chiaro nell'attribuzione delle funzioni dei professionisti, che non possono trovare queste funzioni sostituite dallo schema delle Case di Comunità". "L'offerta assistenziale - ha precisato - che deve ricomprendere anche le Case di Comunità, deve integrare l'assistenza territoriale che i medici di medicina generale già realizzano attraverso la rete dei propri studi. Tutto questo, anche attraverso la collaborazione con le farmacie individuando modelli di connessione".

TAG: FARMACISTI, FARMACIE, MEDICI, MEDICI DI FAMIGLIA, MEDICI DI MEDICINA GENERALE, FEDERAZIONE ITALIANA DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE (FIMMG), CASE DI COMUNITà

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