Doppia contribuzione, torna la proposta di legge che punta a eliminarla. Il testo in Commissione
È stata nuovamente presentata e assegnata in commissione Lavoro della Camera la proposta di legge Pd che mira ad abolire la doppia contribuzione per i farmacisti dipendenti
È stata nuovamente presentata e assegnata in commissione Lavoro della Camera la proposta di legge Pd che mira ad abolire la doppia contribuzione per i farmacisti dipendenti. Il testo, a firma dei deputati Chiara Gribaudo e Marco Sarracino, propone di limitare l'obbligatorietà dell'iscrizione all'Enpaf ai farmacisti che esercitano la libera professione, offrendo invece a chi è iscritto ad altre forme di previdenza obbligatorie la possibilità di annullarla.
Torna in Commissione Lavoro la proposta per abolire doppia contribuzione
La proposta - A.C. n. 595 -, presentata il 17 novembre 2022, è stata assegnata a inizio settimana alla Commissione Lavoro della Camera in sede Referente, ma l'iniziativa non è nuova: nella passata legislatura, la stessa firmataria Chiara Gribaudo aveva presentato ad aprile 2021 una analoga Pdl - i cui lavori erano stati abbinati ad altre proposte in tema di previdenza professionale -, assegnata poi alla Commissione Lavoro della Camera. Il tema, a ogni modo, è da tempo dibattuto all'interno della categoria. Per quanto riguarda i contenuti del testo, a essere sottolineato nella relazione è "il principio dell'unicità della contribuzione previdenziale obbligatoria" da applicare anche "per la categoria dei farmacisti dipendenti", che "pagano invece i contributi a due enti previdenziali, Inps e Enpaf". Il "doppio obbligo contributivo per i professionisti, che svolgono da dipendenti un unico lavoro, riguarda oggi soltanto i medici e i farmacisti". D'altra parte, "la retribuzione del farmacista dipendente già di per sé non è elevata". In "Italia, due terzi dei circa 100.000 iscritti agli albi dei farmacisti sono lavoratori dipendenti e di questi la maggioranza sono donne. Si tratta di una categoria professionale con un reddito medio-basso, soprattutto per quello che riguarda il farmacista dipendente di una farmacia privata, una categoria" che soprattutto prima del Covid è stata "colpita dai fenomeni della disoccupazione e del precariato", e che è attraversata anche "dall'abbandono della professione in seguito alla cancellazione dall'albo. Per fare un esempio, solo nel 2018 si sono cancellati dall'albo ben 2.467 farmacisti di età inferiore ai 60 anni".
Carriere discontinue non garantiscono fruizione dei versamenti
La "quota dovuta all'ENPAF da parte del farmacista dipendente" si legge nel testo "può variare, in base alla data della prima iscrizione all'albo e ai requisiti di lavoro dipendente e disoccupazione, andando "da un minimo di 69 euro a un massimo di 4.565" con un sistema che è "a quota fissa e a prestazione definita". Dall'altro lato, continua il testo, "i requisiti chiesti dall'Ente per erogare la pensione a 68 anni e 9 mesi di età, cioè trenta anni di versamenti e venti anni di esercizio della professione, sono difficili da raggiungere da parte delle nuove generazioni di laureati in farmacia, soprattutto dei farmacisti dipendenti, considerato che le carriere lavorative sono sempre più discontinue ed eterogenee". Mentre i "contributi versati all'ENPAF dai farmacisti che svolgono una carriera lavorativa interamente da dipendenti, essendo versati in periodi coincidenti con quelli INPS, sono non cumulabili e non totalizzabili". L'Istituto "della restituzione a partire dall'anno 2004 risulta abolito, comportando che chi non raggiunga i requisiti per il trattamento pensionistico con l'ENPAF ha la possibilità di richiedere, dopo la cancellazione dall'albo, la restituzione dei contributi previdenziali versati fino all'anno 2003".
Obbligo di iscrizione per i soli liberi professionisti
Da qui la proposta che consta di cinque articoli in cui il primo limita l'obbligatorietà dell'iscrizione all'ENPAF ai soli farmacisti che esercitano la libera professione mentre "possono optare per l'annullamento dell'iscrizione coloro che si trovano in determinate condizioni: sono iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie; sono disoccupati o inoccupati, anche in assenza di iscrizione a un centro per l'impiego; stanno svolgendo attività di tirocinio". Tra gli altri contenuti, all'articolo 4 si prevede "il cumulo di periodi contributivi coincidenti, ai fini del solo montante contributivo" e all'articolo 3 "vengono introdotte deroghe all'istituto del cumulo contributivo al fine di consentirne un utilizzo più semplice da parte degli ex iscritti all'Enpaf". L'articolo 2 indica l'obbligo per "l'Enpaf di adottare il criterio della proporzionalità dei contributi previdenziali ed esclude alcune categorie dal versamento del contributo di solidarietà" e l'articolo 5 "individua i costi derivanti dall'attuazione della legge e ne prevede la copertura".
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A cura di Simona Zazzetta
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