farmacisti
10 Maggio 2024Ridurre i carichi di lavoro del farmacista, introducendo la figura dell’Assistente, un tecnico adeguatamente formato, e rendere la carriera di farmacista dipendente un lavoro professionalmente interessante ed economicamente gratificante. Le proposte condivise da Assofarm per mitigare la carenza di farmacisti nelle farmacie di comunità

La mancanza di farmacisti nell’organico delle farmacie di comunità è un segnale di allarme che arriva dal territorio sempre più di frequente e i casi di riduzioni degli orari di apertura non sono casi isolati, ma, anzi, in aumento. Per sanare l’emorragia di personale bisogna agire da una parte sui carichi di lavoro, introducendo la figura dell’Assistente del Farmacista e sgravando, così, il farmacista di mansioni che può fare un tecnico adeguatamente formato. Dall’altra, rendere la carriera di farmacista dipendente un lavoro professionalmente interessante ed economicamente gratificante per attrarre non solo neolaureati ma anche per incentivare la formazione universitaria. Queste, in sintesi, le riflessioni condivise da Assofarm a proposito della carenza di farmacisti.
Riduzione orari di apertura farmacie: aumentano i casi
Il problema è “complesso, si è generato nel tempo, da più fattori e per il quale serve una risposta di sistema e in tempi rapidi” sostiene Assofarm che, nel corso della Giunta Federale che si è svolta nei giorni scorsi, ha affrontato il tema e proposto alcune strategie per mitigarlo.
“Le riduzioni degli orari di apertura per mancanza di personale non sono più casi isolati, ma addirittura in aumento – ha riportato il presidente di Assofarm Luca Pieri. - E i numeri sui nuovi iscritti alle facoltà di farmacia profilano un’ombra allarmante sul futuro prossimo. I grandi sforzi fatti per rilanciare la farmacia territoriale, dotandola di nuovi servizi e di una più organica integrazione con il SSN, rischiano di essere vanificati per la progressiva mancanza di materia prima professionale di cui abbisogna per funzionare e per crescere”.
Alzare livelli retributivi, sivluppare welfare, introdurre Assistente del Farmacista
Di fronte a tale situazione per le Farmacie Comunali italiane ci sono almeno tre concrete vie da percorrere. Una è “sicuramente l’innalzamento dei livelli retributivi dei farmacisti dipendenti, l’elemento che più di ogni altro potrebbe spingere i giovani ad immaginare il proprio futuro professionale nelle farmacie private e pubbliche. Obiettivo raggiungibile - secondo Pieri - solo con misure che rilancino la redditività delle nostre aziende, prima fra tutte la Farmacia dei Servizi”.
La seconda strada, che le Farmacie Comunali “come già dichiarato in altre sedi” intendono sviluppare sono “meccanismi di welfare aziendale che offrano benefit tangibili paralleli al salario e possano migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti”.
Una terza soluzione potrebbe “altresì arrivare dall’introduzione dell’Assistente del Farmacista, figura già collaudata in altri paesi europei e che verrebbe formata attraverso una laurea breve. Si tratta di un professionista che svolgerebbe funzioni distributive logistiche e amministrative, lasciando ovviamente al farmacista la supervisione sulla dispensazione del farmaco e sul rapporto consulenziale diretto col paziente”.
Secondo Pieri bisogna “quindi agire su almeno due fronti strategici: da un lato dobbiamo sgravare il farmacista di mansioni che può fare anche un tecnico adeguatamente formato, e dall’altro dobbiamo creare più farmacisti. Risultato, quest’ultimo, ottenibile solo se la carriera di farmacista dipendente sarà un lavoro professionalmente interessante ed economicamente gratificante”.
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