contratto lavoro
16 Giugno 2025Proseguono le iniziative di mobilitazione dei farmacisti delle farmacie private per il mancato rinnovo del CCNL. A Ravenna presidio il 23 giugno, in Toscana è in programma un’assemblea regionale. Le sigle sindacali denunciano il rischio di un peggioramento della qualità del servizio e la fuga di professionisti dal settore

Proseguono le attività di mobilitazione sul territorio annunciate dalle sigle sindacali dei farmacisti per il mancato rinnovo del Ccnl delle farmacie private. Oltre ai presidi già programmati, Bologna il 20 giugno e Ravenna il 23 giugno, le articolazioni territoriali della Toscana hanno indetto per il 23 giugno un’assemblea regionale in videoconferenza. Tra le criticità del mancato rinnovo evidenziate dalle sigle sindacali anche il rischio di “un peggioramento della qualità del servizio offerto alla cittadinanza, a fronte della crescente difficoltà nel reperire farmacisti”. L’aspetto economico è al centro delle rivendicazioni: la proposta datoriale, lo si ricorda di 120 euro, è considerata inaccettabile dalle rappresentanze dei dipendenti
I farmacisti di Ravenna si sono incontrati online all’inizio di giugno in un’assemblea organizzata da Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS UIL di Ravenna, che ha fissato per il giorno 23 giugno un presidio dalle 13 alle 15 davanti alla Sede Federfarma.
I farmacisti contestano “l’assenza di un reale riconoscimento economico nei confronti del loro lavoro”.
“Nonostante l’aumento delle responsabilità e l’impegno quotidiano – tra intensificazione dell’attività ordinaria, nuovi servizi e il ruolo sempre più centrale nella sanità di prossimità – restano invisibili nei fatti e ignorati nel merito”, dicono le Organizzazioni Sindacali al termine dell’assemblea. Le sigle sindacali denunciano anche il rischio di un peggioramento della qualità del servizio offerto alla cittadinanza, a fronte della crescente difficoltà nel reperire farmacisti e farmaciste.
“I lavoratori sono stanchi di sentir parlare di valorizzazione solo nei convegni. È ora di dirlo chiaramente: la professionalità non è un costo da contenere, ma una risorsa da tutelare. La professionalità e il valore vanno riconosciuti”.
Anche in Toscana la mobilitazione è partita e il 23 giugno alle ore 21.00, si terrà un’assemblea regionale in videoconferenza, promossa unitariamente da UILTuCS, Filcams e Fisascat, per condividere le prossime iniziative di mobilitazione.
“A fronte di un carico di responsabilità sempre più pesante, ci viene proposto un aumento irrisorio”, commenta Giuseppe Franzone, coordinatore regionale UILTuCS Toscana per il settore farmacie private.
Negli ultimi anni, ricorda la nota del sindacato, il ruolo del farmacista è cambiato radicalmente. Alle tradizionali attività di dispensazione si sono aggiunti servizi di primo e secondo livello, questo ha comportato un forte aumento delle responsabilità, con un aggravio economico diretto sulle spalle dei lavoratori: oltre all’iscrizione obbligatoria all’Enpaf, all’Ordine dei farmacisti e ai corsi ECM, molti sono costretti a stipulare autonomamente polizze assicurative per colpa grave, come previsto dalla Legge Gelli-Bianco. Una condizione che pesa soprattutto sui direttori responsabili, chiamati a rispondere anche sotto il profilo extracontrattuale.
“Federfarma sembra ignorare completamente il contesto attuale – prosegue Franzone - fatto di carenze di personale e crescente richiesta di nuovi servizi e responsabilità in farmacia. Mentre continua a promuovere l’accreditamento di prestazioni aggiuntive, dimentica che dietro ogni servizio c’è un farmacista, e che il riconoscimento economico e professionale è il primo passo per garantire qualità, continuità e sicurezza. Non si può pensare di trattenere i farmacisti a colpi di precarietà e sacrifici unilaterali. La categoria è stanca, e sempre più colleghi cercano alternative fuori dal contratto: insegnamento, partita IVA, libera professione”, sottolinea Franzone. - Chi sceglie questo lavoro, ci mette testa, cuore e passione. Molti farmacisti hanno scelto questa professione per vocazione e meritano stabilità, non precarietà mascherata. Continueremo a mobilitarci finché il contratto non riconoscerà pienamente il valore di chi ogni giorno è in prima linea nelle farmacie”.
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