contratto lavoro
18 Novembre 2025In occasione della riunione tenutasi in data odierna presso l’Aran per il rinnovo contrattuale dell’Area Sanità triennio 2022/2024 Fassid sindacato che rappresenta biologi, chimici, farmacisti, fisici e psicologi della dirigenza sanitaria non ha sottoscritto l'accordo. Ecco le motivazioni

Sanità relativa al triennio 2022-2024 che riguarda 137.000 dirigenti, di cui 120.000 medici e 17.000 sanitari non medici. Ma non tutte le sigle hanno sottoscritto la pre-intesa: Fassid, il sindacato che rappresenta biologi, chimici, farmacisti, fisici e psicologi della dirigenza sanitaria, denuncia una chiusura “affrettata” della trattativa ha impedito di porre rimedio a squilibri che, nelle fasce intermedie di anzianità, arrivano a superare i 13 mila euro l’anno. Una nota chiarisce che al centro delle contestazioni del sindacato ci sono la mancata perequazione dell’indennità di specificità rispetto alla componente medica, la scelta di non destinare gli incrementi al tabellare e l’assenza di interventi correttivi su articoli di difficile applicazione, come il 27 comma 3.
Secondo Fassid le risorse messe in campo “sono da principio insufficienti per compensare la spinta inflazionistica del triennio, coesistono condizioni di lavoro che avrebbero dovuto essere oggetto di correttivo normativo e non sono state minimamente scalfite, con particolare riferimento alla complessità applicativa dell’art. 27 c. 3 e alla destinazione dei pochi incrementi sul tabellare, come richiesto ripetutamente, a salvaguardia del TFR, invece che sul trattamento accessorio”.
Inoltre, segnala “il grave e immotivato rifiuto alle diverse proposte volte a ridurre l’inaccettabile sperequazione tra l’indennità di specificità medica e sanitaria, che penalizza i dirigenti sanitari che lavorano fianco a fianco con i medici per il raggiungimento delle finalità comuni della salute pubblica”.
Il sindacato ricorda che il Ssn deve “necessariamente avvalersi di un sistema multidisciplinare finalizzato a rendere sempre più efficace l’assistenza sanitaria per tutelare, tra l’altro, una popolazione sempre più anziana che ha bisogno di diverse e più articolate forme di assistenza (dalla diagnostica alla terapia farmacologica e psicologica)”. Forme di assistenza che si possono realizzare “solo ed esclusivamente attraverso il contributo di biologi, chimici, farmacisti, fisici e psicologi che sono chiamati a collaborare con i clinici a livelli sempre più crescenti per ottenere i migliori esiti possibili”.
Per Fassid “non è quindi accettabile una sperequazione che, nelle fasce centrali di anzianità di servizio tra i 5 e i 15 anni, supera i 13 mila euro annui. Né tantomeno si può accettare che l’indennità di specificità riconosciuta ai dirigenti sanitari “non medici” sia inferiore a quella infermieristica aumentando, di conseguenza, la forbice con la dirigenza medica”.
Fassid contesta la “fretta da parte del tavolo negoziale, ad accelerare la chiusura della contrattazione, visto che si era in attesa di un segnale da parte del Governo, impegnato ad individuare (attraverso un apposito emendamento promesso in sede ministeriale da inserire nella prossima finanziaria da varare) i fondi utili a colmare queste mancanze di risorse. Non è stata nemmeno colta l’occasione, utile e necessaria, per cercare di rendere esigibile il CCNL a livello aziendale anche attraverso una migliore definizione di alcuni articoli di difficile interpretazione e/o applicazione. Ciò consente a molte amministrazioni di rinviare l’applicazione del CCNL (che, ricordiamo sempre, rappresenta “un obbligo per le parti”) a livello locale”.
Fassid continuerà a “chiedere con forza un contratto adeguatamente finanziato, giusto ed equilibrato che preveda un miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro di tutti i dirigenti dell’Area sanità e la necessaria perequazione economica tra dirigenti di pari qualifica che consenta la realizzazione di una assistenza sempre più efficace per venire incontro alle esigenze dei cittadini assicurando quella certezza di qualità assistenziale che un sistema di welfare, degno di questo nome, deve garantire”.
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